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Medicina : il colpo di bisturi delle università

Le università vogliono essere le uniche responsabili della formazione scientifica dei medici Keystone

La Conferenza dei rettori delle università svizzere (CRUS) vuole che gli atenei diventino gli unici responsabili della formazione scientifica dei medici. E mette in causa il ruolo della Confederazione.

Le università danno così il loro apporto al vasto cantiere della riforma attualmente in atto.

I rettori delle università svizzere vogliono riformare completamente gli studi in medicina.

Il nuovo concetto, previsto per il 2008, intende semplificare l’attuale complessa ripartizione delle competenze, ha spiegato lunedì Christoph Schäublin della CRUS.

Attualmente l’organizzazione delle cinque facoltà di medicina non è uniforme e questa diversità si ripercuote sul finanziamento del sistema.

La mancanza d’omogeneità deriva da un’eccessiva frammentazione delle competenze tra università, cantoni, Confederazione, ospedali ed organizzazioni.

Orizzonte 2008

Secondo il programma “Medicina universitaria 2008” promosso dai rettori, le università avrebbero l’intera responsabilità di formare i medici e di promuovere la ricerca. Ciò permetterebbe di alleggerire gli ospedali universitari.

La Confederazione dovrebbe invece occuparsi unicamente di formazione continua e delle autorizzazioni che regolano l’accesso alle professioni mediche.

Secondo Peter Suter, vice-rettore dell’Università di Ginevra, sarebbe ora di separare i costi legati alle cure da quelli di formazione ed insegnamento.

Per farlo, sia la Confederazione che i cantoni dovrebbero rivedere i meccanismi di finanziamento attuali.

“I problemi che sollevano i rettori sono reali, ma non sono delle novità”, dice a swissinfo Gérard Escher, consigliere scientifico di Charles Kleiber, segretario di Stato per la scienza e la ricerca.

“Le loro proposte sono benvenute, ma riflettono soltanto il punto di vista delle università: solo uno degli elementi del mosaico”.

Rivedere la formazione

La riforma fa riferimento al cosiddetto “sistema di Bologna”: un modello che prevede l’armonizzazione degli studi universitari in tutta Europa e l’introduzione del principio di formazione a due livelli.

Dopo un primo periodo di studio (“bachelor”), lo studente potrà seguire un secondo curricolo (“master”) in cui approfondirà la formazione.

I diplomi master saranno riconosciuti internazionalmente e sostituiranno l’attuale esame di Stato ed il titolo di dottore in medicina per i ricercatori.

“Il sistema di Bologna permette di offrire delle opzioni supplementari a coloro che sceglieranno la professione di medico”, rileva Peter Suter.

Secondo Suter, la penuria di medici già esiste ed è quindi il momento di aumentare l’attrattività della professione. “Se vogliamo garantire la qualità della medicina svizzera non abbiamo scelta”.

Legge in elaborazione

Il progetto, come ricorda Peter Suter, è stato accettato da tutte le facoltà di medicina e da tutti gli istituti universitari ed è stato presentato al Dipartimento federale dell’Interno ed ai direttori cantonali dell’istruzione pubblica.

S’iscrive, come contributo, nell’ambito degli ampi lavori preliminari sul progetto di legge sulle professioni mediche universitarie.

“Su impulso di Charles Kleiber, un gruppo di lavoro ha già elaborato un primo rapporto”, precisa Gérard Escher. “Ma la fase di consultazione continua”.

swissinfo e agenzie

Le università svizzere danno il loro contributo nel vasto cantiere in vista di una nuova legge sulle professioni mediche universitarie.

Il concetto “Medicina universitaria 2008” vuole meglio ripartire le competenze tra atenei e Confederazione.

Le università dovrebbero ottenere l’intera responsabilità di formare i medici e di promuovere la ricerca. Ciò permetterebbe di alleggerire gli ospedali universitari.

La Confederazione dovrebbe invece occuparsi unicamente di formazione continua e delle autorizzazioni che regolano l’accesso alle professioni mediche.

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