Peggiora la situazione sociale degli studenti
Le borse di studio sono irrisorie per permettere studi superiori: in nove casi su dieci, i giovani universitari devono lavorare o contare sul sostegno dei genitori.
È quanto risulta da uno studio pubblicato dall’Ufficio federale di statistica, secondo il quale la situazione sociale degli studenti è peggiorata negli ultimi anni.
“Mentre aumenta di anno in anno il numero degli studenti nelle scuole superiori svizzere, la loro situazione sociale si degrada”, ha rilevato martedì a Berna Charles Kleiber, segretario di Stato per l’educazione e la ricerca, presentando i dati raccolti dall’Ufficio federale di statistica (UST).
Secondo lo studio, soltanto il 16% degli studenti percepiscono borse di studio per seguire le scuole superiori svizzere (università, politecnici e scuole universitarie professionali).
E, perfino per questa piccola fetta di beneficiari, gli aiuti pubblici non coprono, in media, neppure la metà delle spese necessarie per la loro formazione.
Genitori e lavoro
Complessivamente le borse di studio rappresentano soltanto il 10% del bilancio dei giovani universitari in Svizzera (in media 1650 franchi al mese).
Ad assumersi il carico maggiore sono i genitori, che contribuiscono in misura del 50% alle spese della formazione degli studenti svizzeri. Solo un giovane su dieci riesce a vivere senza nessun contributo da parte del padre o della madre.
Il 40% dei costi di uno studio di livello superiore viene coperto dagli stessi studenti: il 77% di loro esercita infatti un’attività professionale (contro il 60% nei paesi dell’Unione europea).
“Per uno studente il fatto di lavorare non è più un’eccezione, ma è diventato ormai la regola. Negli ultimi decenni la percentuale di studenti costretti a lavorare è aumentata in modo preoccupante”, ha sottolineato Charles Kleiber.
Nel 1973, i giovani universitari si assumevano con il loro lavoro soltanto il 17% delle spese della loro formazione.
Disparità sociali
Tenendo conto di questi dati, non vi è da stupirsi del fatto che sussistono tuttora grandi disparità sociali per quanto concerne l’accesso alla scuole superiori svizzere.
La proporzione di studenti che hanno almeno un genitore con un diploma universitario supera di ben il doppio quella degli altri giovani svizzeri.
“La precarietà della situazione sociale degli studenti minaccia il principio della parità delle possibilità di studio e la qualità stessa della formazione”, ha affermato Charles Kleiber.
Innanzitutto, secondo il segretario di Stato, è in gioco la libertà di scelta degli studi: molti studenti devono lavorare e optano quindi per studi “compatibili” con la loro attività professionale, ossia meno impegnativi.
Per non dover assumersi anche spese di alloggio, molti giovani sono costretti a scegliere le università in base alla vicinanza dell’abitazione dei genitori e non in base al tipo di studio.
Armonizzazione degli aiuti pubblici
L’adesione della Svizzera allo Spazio europeo dell’insegnamento superiore, siglato nel 1997 a Bologna, rischia di peggiorare ulteriormente la situazione sociale degli studenti.
“Nelle università svizzere, con i nuovi cicli di formazione e di diploma (bachelor e master), gli studi diventano più concentrati e spesso più impegnativi. Per gli studenti sarà quindi ancora più difficile poter contemporaneamente lavorare”, osserva Charles Kleiber.
A detta del segretario di Stato, i poteri pubblici sono chiamati ora a introdurre una serie di correttivi. In particolare, un’armonizzazione e un aumento delle borse di studio che, negli ultimi anni, hanno fatto addirittura le spese delle misure di risparmio federali e cantonali.
“Il sistema delle borse di studio è attualmente molto problematico. Bisogna bussare alle porte di 26 cantoni anche soltanto per sapere quanto concedono agli studenti”.
Studenti soddisfatti
Da parte loro, gli studenti hanno espresso la loro soddisfazione per l’inchiesta condotta dall’UST, reclamata da diversi anni dal corpo studentesco.
“Questo studio confuta il mito secondo il quale gli studenti sono tutti privilegiati, ricchi e pigri”, ha dichiarato Rahel Imobersteg, copresidente dell’Unione svizzera degli universitari (UNES).
“In Svizzera, si aggravano addirittura le disparità nelle possibilità di accesso all’insegnamento superiore. Per ridurre queste disparità vi è un mezzo ben conosciuto: le borse di studio, che finora rappresentano più che altro un’elemosina”, ha aggiunto Rahel Imobersteg.
swissinfo, Armando Mombelli
In Svizzera vi sono 10 università, 2 politecnici e 7 scuole universitarie professionali.
Nel 2005 vi erano oltre 110’000 studenti immatricolati nelle università e nei politecnici svizzeri.
Nelle scuole universitarie professionali erano iscritti invece quasi 50’000 studenti.
Le donne rappresentano il 48% del corpo studentesco e gli stranieri il 23%.
Secondo lo studio dell’UST, realizzato nel 2005 su un campione di 20’000 studenti, il bilancio medio di giovane universitario è di 1650 franchi al mese.
Il 50% delle spese di formazione viene assunto dai genitori, il 40% dagli studenti tramite un’attività professionale e il 10% dalle borse di studio.
Il sistema delle borse di studio è di competenza dei 26 cantoni. Attualmente esistono grandi differenze tra un cantone e l’altro.
Il 36% degli studenti ha almeno un genitore diplomato presso una scuola universitaria. Questa quota supera del doppio quella degli altri giovani in Svizzera.
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