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Quando l’apprendistato diventa un lusso

La fabbricazione di mobili è un mestiere che richiede un'istruzione completa. Keystone

Terminata la scuola dell'obbligo, o prosegui negli studi o ti cerchi un posto di tirocinio. Fino a qualche anno fa era questo il discorso normale che i genitori tenevano ai propri figli.

Dalla seconda metà degli anni Novanta le cose sono cambiate: i giovani stentano a trovare un posto di tirocinio.

Il primo segnale d’allarme, è giunto nel 1997, quando l’economia svizzera stentava a riprendersi: allora meno del 20% dei datori di lavoro partecipavano alla formazione di apprendisti. Oggi la situazione non è cambiata.

E proprio nel 1997, preoccupati per la situazione, i giovani sindacalisti insieme ad altre organizzazioni giovanili hanno lanciato un’iniziativa popolare volta a garantire il diritto alla formazione professionale per tutti.

Mentre si raccoglievano le 100’000 firme necessarie, il problema sembrava risolversi da solo: di pari passo con la ripresa congiunturale, il numero dei posti di apprendistato riprendeva quota.

Il rischio di restare esclusi

Ora, invece, nell’imminenza del voto del 18 maggio proprio sull’iniziativa dei giovani, la situazione si è di nuovo fatta tesa. Nel canton Zurigo ad agosto mancheranno almeno mille posti.

«Meno formazione hanno, meno saranno le possibilità che trovino un posto di formazione. E quanto più sarà necessario accompagnarli nella ricerca», sottolinea Roman Bächtiger, insegnante di una nona classe della città di Zurigo.

Chi non ha almeno una media del 5 (su una scala di 6 punti) e non è in grado di sostenere test estenuanti ed onerosi, non può competere per i posti di tirocinio più ambiti nelle grosse aziende.

Selezione proibitiva per i più deboli

Grosse difficoltà inoltre per i sedicenni che hanno frequentato la «Realschule», scuola secondaria meno impegnativa rispetto alla «Sekundarschule» o al «Gymnasium», l’equivalente del liceo.

In tutto il paese probabilmente saranno varie migliaia i giovani senza posto all’inizio del nuovo ciclo di formazione. Le autorità corrono ai ripari, esortando le ditte a prendere sul serio la responsabilità della formazione professionale.

Situazione paradossale

L’offerta di posti di tirocinio sembra essere strettamente legata a criteri congiunturali. Se le prospettive economiche tendono al ribasso le ditte cancellano posti di apprendistato.

«Una sistema più che discutibile – secondo i fautori dell’iniziativa – se si tiene conto che in Svizzera oltre il 70% dei giovani non va al liceo e quindi deve potere accedere a una formazione attraverso il mondo del lavoro».

Gli apprendisti “rendono”

D’altro canto, dato che gli apprendisti rappresentano un investimento lucrativo, la penuria di posti di tirocinio appare addirittura incomprensibile. È infatti dimostrato che l’insieme degli apprendisti, nel computo fra uscite ed entrate, generano benefici.

Di recente l’Università di Berna ha pubblicato i risultati di uno studio secondo cui gli apprendisti fanno guadagnare alle aziende svizzere 400 milioni di franchi ogni anno.

Questa redditività dovrebbe fungere da incentivo per le aziende. Ma proprio qui è il dilemma: a fare tornare i conti sono le ditte piccole e le professioni meno impegnative.

Invece per le grandi aziende e i mestieri che implicano studi approfonditi, l’insegnamento e la preparazione dei futuri professionisti risultano particolarmente onerosi, rivela lo studio: il lavoro di questi apprendisti comincia a rendere solo verso la fine del quadriennio di tirocinio.

Dallo studio emerge che, in tutto, un terzo degli apprendisti non “restituisce” all’azienda il denaro investito.

Le aziende cambiano rotta

E se le grosse ditte iniziano a tagliare posti, la penuria si fa sentire immediatamente. L’UBS, per esempio, rinuncerà l’anno prossimo a un centinaio di apprendisti a beneficio di posti per stagiares riservati a giovani con la maturità, di preferenza commerciale.

Questi effettueranno un percorso bancario della durata di 18 mesi attraverso vari reparti, a seconda delle loro preferenze, ambizioni e capacità. Dopodiché faranno parte del personale a pieno titolo: una sorta di via di mezzo, più semplice, tra lo studio universitario e l’apprendistato, un po’ sulla falsariga del sistema americano.

Le soluzioni di ripiego

Intanto per coloro che non trovano un posto la maggior parte dei cantoni offre la possibilità di un decimo anno scolastico, per scegliere o riconsiderare i propri obiettivi professionali, ma anche per prepararsi ad eventuali esami di accesso o continuare a scrivere lettere di candidatura.

Nel canton Berna quest’anno sono 3’312 gli allievi che seguono il decimo anno facoltativo su un totale di 10’429 scolari che avevano concluso i nove anni obbligatori. 2’269 hanno seguito i corsi statali, dove la tassa di iscrizione è di 900 franchi all’anno, mentre gli altri 1’043 si sono rivolti a scuole private, pagando rette ben più salate.

Cambiare aria, conoscere un altro paese, imparare bene una seconda lingua, tutti motivi buoni, infine, per uscire dall’opprimente assillo della ricerca di un posto di apprendistato. A condizione di tornare motivati, decisi e con migliori carte in mano. Perché al loro ritorno li attende di nuovo una realtà tutt’altro che rosea.

swissinfo, Rolando Stocker

Per il nuovo ciclo di formazione che inizia in agosto mancano migliaia di posti di apprendistato. La selezione dei candidati diventa sempre più dura.

La crisi è legata al momento congiunturale sfavorevole. Le ditte tagliano posti sebbene sia dimostrato che l’economia trae profitto dagli apprendisti.

Per molti è giunto il momento di ridiscutere il sistema di formazione in Svizzera.

L’iniziativa sindacale volta a garantire il diritto alla formazione professionale giunge in un momento cruciale. Governo e partiti borghesi la respingono.

Solo il 17% delle imprese forma apprendisti
Gli apprendisti generano 400 milioni di guadagni all’anno
In calo attualmente i posti nel terziario
Colpite in prevalenza le zone urbane

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