ElCom: limitare la dipendenza legata a importazioni di elettricità
(Keystone-ATS) A medio lungo termine, la Svizzera rischia di essere confrontata con seri problemi di approvvigionamento in elettricità.
“Non c’è ragione per allarmarsi, ma la fine dell’esercizio delle centrali nucleari e l’assenza di un accordo con l’Unione europea (Ue) creano problemi”, ha detto il presidente della Commissione federale dell’energia elettrica (ElCom) Werner Luginbühl nel corso della conferenza stampa annuale.
La Svizzera deve essere in grado di coprire il suo fabbisogno di quattro terawattora (TWh) che in media importa ogni inverno, ha detto l’ex consigliere agli Stati (PBD/BE) nell’incontro con i media per illustrare il rapporto d’attività per il 2020 dell’ElCom, pubblicato oggi. In questa quantità di energia non sono comprese riserve, ha fatto notare.
I piani del Consiglio federale di potenziare la produzione delle centrali elettriche ad accumulazione di circa due terawattora (TWh) e di mantenere l’attuale livello di autosufficienza sono importanti, ma sono insufficienti, ha affermato Luginbühl. “Ci vuole un rapido e massiccio potenziamento delle capacità di approvvigionamento”. In questo senso l’ElCom sostiene l’innalzamento degli obiettivi di produzione posti per le energie rinnovabili, un provvedimento giudicato urgente.
L’ElCom inoltre dubita della fattibilità dei piani del governo. L’innalzamento delle dighe incontra forti opposizioni per ragioni ambientali, avallate dalla giustizia. Luginbühl ha ricordato una sentenza del Tribunale federale dello scorso autunno che, di fatto, blocca l’innalzamento di due dighe che consentirebbe di aumentare la capacità idroelettrica del Grimselsee (BE), nei pressi del passo omonimo.
Situazione mutata senza accordo quadro
Il presidente dell’ElCom ha insistito sull’improvviso mutato quadro politico. L’abbandono da parte del Consiglio federale delle trattative su un accordo quadro istituzionale tra Berna e Bruxelles ha infatti cambiato la situazione. L’ElCom nella formulazione delle sua previsioni ha sempre contato sulla conclusione di un accordo sull’elettricità, ma ora una tale prospettiva appare remota.
Autarchia rischiosa
Non vi sono più garanzie per le importazioni di elettricità in inverno, che dipenderanno sempre di più da decisioni politiche prese all’estero, sia da parte degli organi dell’Ue sia dai regolatori. Inoltre la capacità di esportazione dei paesi vicini sarà condizionata dalla riduzione o dalla graduale eliminazione dell’energia proveniente dal nucleare e dal carbone. Tutti i paesi vicini, Germania, Francia, Austria e Italia, prevedono di dover importare corrente in inverno.
“Lo spazio europeo dell’elettricità nella visione dell’Ue è continentale. Su un tale territorio, dall’Estonia al Portogallo, da qualche parte ci sarà sempre sole o vento per produrre elettricità”, che potrà essere fornita dove c’è puntualmente penuria. La Svizzera, con il fallimento dell’accordo quadro, è invece costretta a rimanere fedele a un modello autarchico di produzione dell’energia, con i rischi che ne derivano, ha deplorato Luginbühl.
Speranze in un accordo tecnico
In assenza di un’intesa sull’elettricità con l’Ue, la ElCom farà tutto il possibile affinché alla Svizzera sia data una giusta considerazione nell’ambito di un accordo tecnico. Tuttavia, poiché ogni paese dell’Unione ha diritto di veto, questa strategia è piena di incertezze.
Con la disattivazione delle centrali nucleari, le lacune nell’approvvigionamento in inverno saliranno ben oltre dieci TWh. Gli impianti atomici in inverno producono quattordici TWh, grossomodo come in estate, ha ricordato il direttore dell’ElCom Renato Tami. A titolo di confronto la domanda annuale di elettricità in Svizzera è di circa 60 TWh.
Qualità dell’offerta molto alta
La Svizzera è uno dei paesi europei con la più alta qualità dell’approvvigionamento. Nel 2020, ogni consumatore finale è stato colpito da un’interruzione dell’erogazione di corrente per una media di 21 minuti, di cui 9 pianificati (contro 19, di cui 11 pianificati, l’anno precedente), ha detto dal canto suo Laurianne Altwegg, vicepresidente dell’ElCom. Tra gennaio e dicembre del 2020 ogni consumatore finale ha subito in media 0,32 blackout: in altre parole un’interruzione dell’elettricità si verifica ogni 3,1 anni.
Il 2020 per l’ElCom passerà alla storia per il completamento del trasferimento dei 7000 chilometri della rete ad altissima tensione a Swissgrid, la società che gestisce appunto l’intera rete ad altissima tensione elvetica. Come ultimo passo, l’ElCom ha determinato l’indennità di esproprio che Swissgrid deve pagare agli ex proprietari, ossia le aziende elettriche. Si tratta di una delle più grandi transazioni della recente storia economica svizzera, del valore di 2,9 miliardi di franchi, ha detto Tami.