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Gli ostacoli per le donne nella politica svizzera

donne che discutono in parlamento
Le elezioni del 20 ottobre 2019 potrebbero portare a dei cambiamenti a livello federale: per la prima volta, le donne rappresentano circa il 40 per cento dei candidati. Keystone / Alessandro Della Valle

In Svizzera le donne con diritto di voto sono più degli uomini. Tuttavia, le donne sono in minoranza in politica, dai parlamenti cantonali alle Camere federali. Per quali motivi?

Il 20 ottobre la Svizzera elegge un nuovo parlamento. Mai prima d’ora ci sono state così tante donne candidate alla Camera del popolo (Consiglio nazionale). Eppure, anche il prossimo parlamento sarà probabilmente dominato dagli uomini. Com’è possibile che per le donne sia molto più difficile avere successo in politica? Quali sono gli ostacoli e perché non riescono a imporsi? Siamo andati alla ricerca di indizi a tutti i livelli della vita politica.

Membri e delegati

Indipendente da dove si guardi, in politica le donne sono sempre confrontate con una maggioranza di uomini. Ciò vale anche per la partecipazione politica più semplice, l’appartenenza a un partito. Tra i membri dei principali partiti ci sono 93’000 donne, contro 138’000 uomini. Ma ci sono grandi differenze in questa disuguaglianza. Ad esempio, tra i membri del maggiore partito svizzero, l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice), gli uomini sono il doppio delle donne. Lo stesso succede in seno al Partito borghese democratico (PBD, centro).

Il Partito popolare democratico (PPD, centro destra) e il Partito socialista (SP) affermano invece di avere una proporzione di donne del 40%, mentre il Partito liberale radicale (PLR, destra liberale) non comunica alcun dato. Nessuno, tranne i Verdi, si avvicina alla parità.

La situazione è simile a livello di delegati. Siccome molti partiti non prendono nota della proporzione di donne fra i delegati, la Radiotelevisione svizzera di lingua francese (RTS) e quella di lingua tedesca (SRF) – che come SWI swissinfo.ch appartengono alla Radiotelevisione svizzera SRG – hanno analizzato le foto delle assemblee dei delegati e hanno calcolato la percentuale di uomini e donne. Ne risulta un quadro molto chiaro: le donne sono nettamente in minoranza anche tra i delegati, soprattutto nei partiti di destra.

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Alice Glauser, consigliera nazionale UDC del Cantone di Vaud, ritiene che questa situazione sia problematica. “Le strutture sono state create dagli uomini per gli uomini”. Il fatto che ci sono così poche donne nel suo partito ha una certa influenza sulla politica dell’UDC: “I temi dei partiti di destra non sono sempre quelli che interessano maggiormente le donne”.

Cariche politiche

Se una donna decide di candidarsi a una carica politica, deve affrontare ulteriori ostacoli. Sebbene le donne rappresentino il 53 per cento dell’elettorato, sono ancora in minoranza nelle liste dei candidati. A livello di elezioni cantonali, livello mediano della struttura statale svizzera, il numero di candidati uomini è il doppio di quello delle donne. Nelle ultime quattro legislature, questa proporzione è cambiata di poco. Fino a quest’anno. In diversi Cantoni in cui si sono tenute delle elezioni, sia il numero di donne candidate che il numero di candidate elette sono aumentati notevolmente. Lo si è visto a Zurigo, in Ticino e a Lucerna.

Martine Docourt è tra le donne che sono riuscite a farsi strada in politica. È stata eletta nel consiglio comunale e poi nel parlamento cantonale di Neuchâtel. Ora è in corsa per la Camera dei Cantoni (Consiglio degli Stati). Quando è passata alla politica, ha scoperto “un soffitto di vetro, come nel mondo del lavoro”, afferma. La sua carriera è stata caratterizzata da commenti sessisti e dalla difficoltà di conciliare famiglia, carriera e politica. Questi ostacoli l’hanno ulteriormente spronata, ma Docourt non si stupisce che “spesso sono le donne che si fermano quando hanno un bambino”. Quindi la maternità rappresenta un ulteriore ostacolo?

Il 2019, anno della svolta?

A livello federale, il 2019 potrebbe essere un anno di cambiamenti. Mentre la percentuale di donne tra i candidati al Consiglio nazionale è rimasta ferma al 30 per cento circa per più di 28 anni, le donne rappresentano oggi circa il 40 per cento dei candidati.

In alcuni cantoni, tuttavia, la disparità rimane considerevole. In Vallese, a San Gallo e a Svitto, la soglia del 40 per cento è lungi dall’essere raggiunta. Anche nei singoli partiti sussiste una disuguaglianza. L’UDC propone una donna ogni tre candidati. Dal canto suo, il PLR è il partito che ha fatto i maggiori progressi nell’incrementare la quota di donne in vista delle elezioni di ottobre: dal 31 al 43 per cento.

L’importanza di essere in cima alla lista

Le donne vogliono partecipare alla vita politica sin dall’introduzione del suffragio femminile. Ma per lungo tempo non sono state elette. Da 40 anni, c’è un grosso divario tra la proporzione di candidate e la proporzione di donne elette. Tuttavia, sembra che questo divario si stia riducendo. Nel 2015, la quota di donne elette è stata solo leggermente inferiore a quella delle candidate.

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Anche in questo caso, la situazione varia da partito a partito. Nel 2015, le donne candidate dell’UDC, dei Verdi e del PS hanno ottenuto un successo simile a quello delle controparti maschili. In seno al PLR, invece, le chance di successo delle donne sono state molto più basse di quelle degli uomini: le donne rappresentavano il 31 per cento dei candidati, ma solo il 21% è stato poi eletto.

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Se, in proporzione, le donne che vengono elette sono in numero minore rispetto a quelle che si candidano, ciò significa che disponevano verosimilmente di posizioni inferiori sulle liste elettorali. Nel 2015 ad esempio, tra i partiti di centro e di sinistra, più di due posizioni su tre in cima alla lista – che comportano maggiori chances di successo – erano occupate da uomini. In seno all’UDC erano quasi tre su quattro. Soltanto tra i Verdi e il PS la maggior parte delle posizioni più in alto sono state attribuite a donne.

Anche in questo caso, la situazione per le elezioni del 2019 è diversa. Con l’eccezione del PBD, tutti i partiti inseriscono il nome di più donne in cima alle loro liste. Ancora una volta, la tendenza è particolarmente marcata per il PLR, che nella fattispecie si sta avvicinando alla parità. Tutto ciò potrebbe indicare uno storico aumento della percentuale di donne.

Traduzione dal tedesco di Luigi Jorio

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