Eternit: procura Torino pensa processo per omicidio volontario
(Keystone-ATS) E adesso tocca all’Eternit bis. Dopo la sentenza di ieri, la Procura di Torino sta affilando le armi in vista della prossima battaglia: attribuire al magnate svizzero Stephan Schmidheiny e al barone belga Louis de Cartier la responsabilità per ciascuno dei casi di morte per amianto e si stima che ne verranno contestati poco meno di un migliaio.
Domani, intanto, il procuratore del capoluogo piemontese Raffaele Guariniello sarà ascoltato (insieme al capo della Procura, Gian Carlo Caselli) dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro presieduta dal senatore Oreste Tofani. Spiegherà i “dieci motivi” per i quali è utile e necessario creare in Italia una Procura nazionale della sicurezza (sul modello del francese “pool de la sante”‘). E chiederà una soluzione per evitare che, per effetto delle norme che impongono la rotazione degli incarichi per i pubblici ministeri, il suo gruppo di lavoro venga smantellato.
Il procedimento Eternit bis (che vede indagati i due top manager) è aperto per omicidio colposo, ma è assai probabile, alla luce del verdetto di ieri, una modifica del capo d’accusa: si profila un reato intenzionale, che potrebbe essere l’omicidio volontario con dolo eventuale.
I pubblici ministeri Sara Panelli e Gianfranco Colace, che lavorano insieme al capo del pool “tutela del consumatore” Raffaele Guariniello, hanno affidato a un gruppo di medici ed epidemiologi una consulenza tecnica. Per adesso il fascicolo contiene i nomi di tutte le vittime del processo Eternit – circa 2200 uomini e donne uccise dall’amianto lavorato a Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera e Napoli-Bagnoli – ma il numero è destinato a calare drasticamente anche per non ritrovarsi in Corte d’Assise con un processo impossibile da gestire.