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A colpi di burro

Ogni anno la Svizzera produce circa 40'000 tonnellate di burro (imagepoint)

I due dettaglianti più grandi della Svizzera dichiarano guerra al «cartello» del burro. Mentre Migros intende produrre il proprio burro all'estero, Coop propone un nuovo prodotto del 10% meno caro.

Dietro alle pure strategie di marketing vi è un’esplicita volontà di rompere con le regole (e i prezzi) fissati dai produttori che controllano il settore lattiero elvetico.

Il latte e i suoi derivati sono tra i prodotti strategici dell’agricoltura elvetica. Nel 2006, i 26’800 membri della Federazione svizzera dei produttori di latte ne hanno commercializzato 3’600 milioni di kg. Circa un quarto è stato esportato, principalmente sotto forma di formaggio.

Tra i latticini più venduti dai negozianti al dettaglio vi è il burro, un prodotto dietro al quale si sta animando una battaglia che potrebbe stravolgere l’intero mercato lattiero, vissuto per decenni in un regime protezionistico.

Le strutture simili ad un cartello sulle quali opera l’organizzazione di categoria OsBeurre – che agisce su incarico della Confederazione – non piacciono ai grandi dettaglianti elvetici, i quali l’accusano di mantenere i prezzi del burro artificialmente alti.

In particolare, sarebbero Emmi e Cremo – i due membri principali dell’organizzazione – a decidere il prezzo d’acquisto della panna destinata a produrre burro.

Coop è così passata all’azione, proponendo un burro meno caro e prodotto da una ditta indipendente. «Vogliamo smuovere il mercato del burro e creare una vera concorrenza sui prezzi», indica a swissinfo Takashi Sugimoto, portavoce di Coop.

Burro più economico

Il 9 gennaio, sugli scaffali del secondo dettagliante del paese ha fatto la sua apparizione un panetto di burro da 200 grammi del 10% più economico rispetto al prodotto confezionato da OsBeurre (2,55 franchi invece di 2,85).

Per proporre un prezzo più attraente, Coop si è rivolta ad un produttore della Svizzera orientale. La ditta Züger Frischkäse di Oberburg produrrà 500 tonnellate di burro all’anno, un terzo del volume venduto da Coop (l’intera produzione elvetica si aggira invece attorno alle 40’000 tonnellate l’anno).

Il fatto di poter trasformare direttamente in loco l’eccedenza di panna in burro, indica l’impresa famigliare sangallese, assorbe i costi di stoccaggio e di trasporto, ciò che consente di mantenere i prezzi bassi. Non ci sarà quindi bisogno, per il momento, di rivedere al ribasso i 70 centesimi al kg che versano ai loro fornitori di latte.

La mossa, salutata anche da Mister Prezzi, fa contenti non solo i consumatori, ma anche la stessa Coop, ben felice di frenare il «turismo degli acquisti» oltre frontiera.

Produzione oltre frontiera

Migros – che pure ha condannato «le condizioni di ostilità alla concorrenza vigenti sul mercato elvetico» – ha invece optato per un’altra strategia: trasformare la panna all’estero e reimportare in Svizzera il prodotto finale.

Nell’agosto 2006, ha depositato una richiesta presso la Direzione generale delle dogane per poter trasformare 1500 tonnellate di panna nei paesi limitrofi. Un modo per sfuggire agli elevati costi di lavorazione del burro in Svizzera, sostiene Migros.

La Commissione della concorrenza (ComCo) ha raccomandato al Consiglio federale di accelerare il processo di apertura del mercato svizzero all’Unione europea, così da autorizzare al più presto l’esportazione della materia prima in vista della trasformazione e della reimportazione.

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Commissione della concorrenza (ComCo)

Questo contenuto è stato pubblicato al Il principale compito di questa commissione è di far rispettare le regole della concorrenza, ad esempio lottando contro i cartelli illeciti o controllando i comportamenti abusivi delle imprese in posizione dominante. Dispone di un segretariato a Berna che esamina i cartelli sospetti o effettua delle indagini per conto della commissione. La ComCo è composta da…

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Nessun cartello

«L’evoluzione è molto favorevole per la concorrenza», rileva Patrik Ducrey, portavoce della ComCo, precisando che la battaglia del burro è iniziata a causa della diminuzione, dal 1. gennaio 2007, del sostegno della Confederazione ai prodotti lattieri (120 milioni di franchi in meno su un totale di 465 milioni).

Interrogato da swissinfo, il direttore di OsBeurre non pare particolarmente preoccupato dal cambio di rotta di Coop. Condanna tuttavia l’informazione che lo ha accompagnato: «Non concordo con le affermazioni sull’esistenza di un cartello e sull’imposizione di prezzi fissi», afferma Peter Ryser.

«Sono le ditte di trasformazione e i loro acquirenti a fissare le tariffe, non la nostra organizzazione. La differenza di prezzo rispetto all’estero è da ricondurre al costo della materia prima: in media, il prezzo latte svizzero è di 72 centesimi al kg, mentre è di 44 centesimi in Germania», aggiunge.

Mercato dinamico

Analogamente a OsBeurre, l’Ufficio federale dell’agricoltura (UFA) sottolinea che l’entrata in scena di un nuovo produttore evidenzia che il mercato del burro non è dettato dallo Stato, ma risponde alle leggi della domanda e dell’offerta.

«Vedremo cosa succederà in futuro. Altri distributori proporranno forse un burro più a buon mercato, ciò che potrebbe rimettere in discussione il sistema introdotto dall’organizzazione di categoria», osserva il responsabile del settore lattiero presso l’UFA, Urs Markstein.

Luigi Jorio, swissinfo

Produzione annuale di burro: 40’000 tonnellate.
Sostegno della Confederazione al settore lattiero (2006): 465 milioni di franchi.
Dal 1. gennaio 2007 la somma è stata ridotta di 120 milioni.

Il prezzo del burro elvetico è alla lente di Mister Prezzi, il quale sta conducendo una preinchiesta in merito.

Il gruppo Emmi è nel mirino di Rudolf Strahm in seguito alla posizione dominante – constatata dalla Commissione della concorrenza – che detiene sul mercato del latte, della panna e del burro.

Il fatto di essere una delle cinque società membro di OsBeurre, ha sottolineato Strahm, conferisce al gruppo Emmi un peso ancora maggiore.

Il mercato del burro è per ora in mano ai gruppi Emmi e Cremo. La posizione di Emmi si è ulteriormente rafforzata con l’acquisto, nel marzo 2006, della latteria argoviese AZM.

Di fronte a questo «cartello» del burro, la Commissione della concorrenza ha le mani legate: le basi legali di OsBeurre sono infatti garantite dalla Legge federale sull’agricoltura.

A causa del suo prezzo, il burro svizzero non è esportabile. Nel 2004, un kg di burro svizzero costava 11,80 franchi contro gli 8 franchi in media nei paesi limitrofi.

OsBeurre può invece importarlo nel caso di carenza a livello nazionale. I contingenti annuali sono stabiliti dall’Ufficio federale dell’agricoltura.

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