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A Davos, la Svizzera fa un passo verso la Cina

Il vice premier cinese Zeng Peiyan e Moritz Leuenberger giovedì a Davos Keystone

Il presidente della Confederazione e il vice-premier cinese si augurano un ulteriore avvicinamento tra i due paesi, con relazioni ancora più strette.

Moritz Leuenberger ha incontrato Zeng Peiyan giovedì a Davos, a margine del Forum economico mondiale.

swissinfo: Ha appena incontrato il vice primo ministro cinese. Cosa ci può dire?

Moritz Leuenberger: Abbiamo messo in evidenza le relazioni particolarmente strette che già da molto tempo esistono fra i due Paesi. Inoltre, entrambi abbiamo espresso la volontà di sistematizzare e intensificare ulteriormente i contatti reciproci.

Intratteniamo delle relazioni a livello culturale ed economico. Ma anche su questioni energetiche, in particolare per quanto riguarda le energie rinnovabili.

swissinfo: Cosa intende per «sistematizzare i contatti reciproci»?

M.: Esistono attualmente parecchi contatti, a tutti i livelli e con tutti i ministri. Intensificare queste relazioni è utile per ogni tipo di negoziato bilaterale.

swissinfo: Durante il colloquio, quali idee e quali principi cari alla Svizzera ha difeso nei confronti della Cina?

M. L.: Soprattutto le nostre preoccupazioni riguardo la protezione del clima. La politica ambientale non può essere portata avanti da un solo Paese. Per noi è molto importante che un grande Stato come la Cina abbia ratificato il protocollo di Kyoto.

Le discussioni sulle questioni energetiche e sullo sviluppo economico in relazione allo scopo comune di ridurre gli agenti inquinanti sono molto importanti per la Svizzera.

swissinfo: Avete anche affrontato il tema del controllo dei siti Internet da parte delle autorità cinesi?

M.L.: Ne abbiamo discusso brevemente…

swissinfo: Siete giunti ad un risultato oppure ognuno è rimasto ancorato alle proprie posizioni?

M.L.: Ognuno ha mantenuto la propria opinione, chiaro. Ma la discussione si è rivelata comunque utile. La risposta cinese è stata piuttosto diplomatica.

Bisogna tener conto che il forum di Davos non si prefigge come scopo di ottenere sin dal giorno seguente una modifica delle leggi cinesi.

swissinfo: Come giudica i rapporti fra la Svizzera e la Cina?

M.L.: Da anni, i nostri rapporti sono molto stretti. La Svizzera è il primo Paese ad aver riconosciuto la Repubblica popolare cinese. Un atto che ancora oggi ha un’importanza enorme. Al punto che i cinesi lo menzionano sistematicamente.

Un altro esempio: quest’anno, il concerto per celebrare l’inizio dell’anno cinese si è tenuto in Svizzera, a Lucerna. Non è usuale che la Cina organizzi un concerto di tale importanza in uno Stato straniero.

Le nostre reti televisive hanno trasmesso l’evento in diretta, cosicché i cittadini elvetici hanno potuto godersi il momento. Per il rapporto fra le due culture, questo è un fatto molto importante.

swissinfo: Ci dovranno pur essere dei problemi tra i due paesi…

M.L.: Certo, problemi ve ne sono sempre. Ma vi sono anche tanti punti d’incontro…

Intervista swissinfo, Pierre-François Besson, Davos
(Traduzione, Anna Passera)

La Svizzera ha riconosciuto la Repubblica popolare cinese nel gennaio del 1950, poco dopo la sua proclamazione, avvenuta nel 1949.
Da allora, i due Stati si sono tenuti costantemente in contatto.
Le relazioni economiche e culturali si sono sviluppate già dal 1949.
Il dialogo politico si è intensificato a partire dagli anni Ottanta.
A fine 2004, erano 2010 gli svizzeri residenti in Cina.

La formidabile crescita economica cinese, così come quella indiana, sono al centro della programmazione della 36esima edizione del WEF di Davos.

Al momento attuale, la Cina rappresenta solo il 5% del PIL mondiale. Ma contribuisce per più del 20% alla crescita annuale dell’economia mondiale, secondo le autorità cinesi.

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