A gonfie vele l’impiego nel settore orologiero
L'industria orologiera e della microtecnica scoppia di salute e la buona situazione si riflette anche sull'aumento degli impiegati nel settore.
Il numero di collaboratori si riavvicina al livello di 25 anni fa, quando il settore era stato ristrutturato dopo avere attraversato una grossa crisi.
L’industria orologiera e microtecnica svizzera ha registrato l’anno scorso un aumento degli effettivi. Il settore occupava 41’728 impiegati, ossia 1730 in più del 2004.
I valori si avvicinano al livello di occupazione di 25 anni fa, come fa notare la Convenzione padronale dell’industria orologiera svizzera, in un comunicato diffuso mercoledì.
Per quanto riguarda le aziende, il loro numero è rimasto praticamente immutato, crescendo da 589 a 593 alla fine di settembre 2005. La maggior parte degli effettivi del personale si distribuisce in sette cantoni.
Neuchâtel guida la graduatoria con 11’142 lavoratori, cioè il 26,7% del totale. Seguono Berna (20,8%), Ginevra (17,0%) e Giura con il 15%.
Fuori da questo arco, che è quello storico dello sviluppo dell’industria orologiera, solo il Ticino, (1278 impiegati), il Vallese (574), Sciaffusa (428) e Friborgo hanno un’attività orologiera significativa.
Una grossa parte dei lavoratori del ramo è occupato nelle fasi finali della produzione (20,3%). La vendita e il commercio occupa il 12,5% del personale.
Un settore in buona salute
Bisogna ritornare all’inizio degli anni ’80 per ritrovare cifre simili, anche se all’epoca si era in fase discendente, fa notare l’associazione. Il settore si trovava nel bel mezzo di una mutazione, che lo fece passare da 90 000 persone nel 1970 a meno di 30 000 nel 1987.
Dato che l’industria orologiera occupa essenzialmente personale nella produzione, i tre quarti degli impiegati (74,3%) sono attivi nei laboratori delle imprese, ai quali va aggiunto il personale che lavora a domicilio (1,2%).
Il 21% degli impiegati lavora nell’amministrazione, mentre fa parte della direzione il 3,4% del personale. La proporzione tra i sessi è piuttosto omogenea, con il 54% di uomini e il 45,7% di donne.
Qualificazioni essenziali
Il livello di formazione non cessa di acquistare importanza, in un’industria sempre più attiva nell’alta gamma. Ormai l’8,4% dei collaboratori ha una formazione superiore e il 42% possiede un diploma tecnico.
Diminuiscono invece gli effettivi tra il personale non qualificato o poco qualificato. Rappresentano il 47,9% del personale nella produzione, e il 39,9% nell’insieme degli effettivi.
Il nuovo boom dell’industria orologiera causa alle imprese del ramo addirittura qualche difficoltà nel reperire personale altamente qualificato.
Come per il settore della costruzione, quello orologiero è caratterizzato da un forte grado di copertura dell’impiego. Il contratto collettivo di lavoro copre l’83,3% dei lavoratori, ossia 416 aziende affiliate (70,2% delle ditte orologiere), che occupano 34 767 persone.
swissinfo e agenzie
Nel 2005, l’industria orologiera svizzera ha registrato una cifra d’affari primato di 12,3 miliardi di franchi.
Nel 2005, il settore impiegava 41.728 dipendenti.
L’aumento rispetto al 2004 è stato del 4,3%.
Nel 1970, il settore occupava 90.000 persone e nel 1981 circa 45.000.
La storia recente dell’industria orologiera si può riassumere in tre fasi:
1949-1970: l’orologeria svizzera è in piena crescita. Al suo apogeo contava 90.000 dipendenti occupati in oltre 1500 ditte.
1971-1974: surriscaldamento economico e forte inflazione. Sviluppo dell’automatizzazione della produzione. Tagli del 15% del personale.
1975-1983: crisi economica e crisi del settore in seguito all’introduzione degli orologi a quarzo. La metà degli impieghi sono soppressi e la metà delle aziende chiudono. Razionalizzazione e automatizzazione della produzione. I costi della produzione diminuiscono, mentre aumenta la produzione. Dal 1984, effettivi e numero delle ditte (attorno a 600) si sono stabilizzati.
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