«Abbiamo un buon prodotto, ma non lo gestiamo al meglio»
Il turismo svizzero è in ripresa, ma il suo potenziale è lungi dall'essere sfruttato appieno. Nell'anno del 125esimo, hotelleriesuisse intende rilanciare definitivamente il settore puntando sulla qualità.
Pregi e difetti dell’offerta turistica elvetica sono analizzati dal presidente dell’associazione degli albergatori svizzeri, Guglielmo Brentel, intervistato da swissinfo.
Con i suoi oltre 3’200 membri, hotelleriesuisse rappresenta la maggiore associazione mantello del settore alberghiero elvetico. I palace di lusso, gli hotel di media categoria e i piccoli alberghi a lei affiliati – 2’240 in tutto – sono responsabili dell’80% dei pernottamenti in Svizzera.
swissinfo: Dopo i cali degli anni scorsi il numero di pernottamenti in Svizzera è ora in crescita. Quali le ragioni di tale ripresa?
Guglielmo Brentel: Le cause sono soprattutto legate al buon andamento generale dell’economia mondiale e al valore forte dell’euro. Sebbene non abbiamo ancora recuperato quanto perso durante gli anni difficili, oggi rispondiamo decisamente meglio alla domanda della clientela.
L’evoluzione è stata particolarmente positiva nelle grandi città, le quali hanno saputo ben gestire il turismo commerciale. In difficoltà rimangono invece le regioni turistiche montane, come il Ticino, i Grigioni o il Vallese.
swissinfo: In un mercato competitivo come quello turistico, come può la Svizzera, isola dai costi elevati, ritagliarsi il suo spazio?
G. B.: I costi elevati sono certamente uno svantaggio. A causa delle leggi a protezione del mercato interno, stimiamo che per la merce agricola i nostri membri spendano ogni anno 500 milioni di franchi in più rispetto ai paesi vicini. Questi soldi mancano poi per investire nell’offerta.
Per essere competitivi, ci sono tre misure principali da intraprendere. Innanzitutto, si deve accrescere la professionalità ed essere innovativi. In secondo luogo, bisogna rivedere il marketing: esso non può dipendere dalle frontiere politiche, ma dal bisogno del mercato. Infine, si deve procedere ad una liberalizzazione nelle condizioni quadro.
Negli ultimi 15 anni il turismo mondiale è cresciuto del 4%, mentre in Svizzera è successo l’inverso. Secondo me, non sfruttiamo abbastanza il potenziale: abbiamo un buon prodotto tra le mani, ma non lo gestiamo e vendiamo come si dovrebbe.
swissinfo: Come valuta l’offerta turistica svizzera rispetto a quella dei paesi alpini limitrofi?
G. B.: Il nostro vantaggio sta nella diversità dei turisti. L’Austria dipende ad esempio molto dal mercato tedesco. Noi abbiamo al contrario un forte turismo interno accompagnato dai viaggiatori provenienti dai mercati principali (Germania, Italia, Francia, Gran Bretagna, USA e Giappone). Molto importanti, seppur ancora limitati, sono pure i mercati emergenti, come la Russia o l’Asia.
Questa diversificazione della clientela ci consente di ampliare l’attività (estate ed inverno) e di prolungare le stagioni turistiche. Abbiamo inoltre un buon mix tra turismo urbano e soggiorno di vacanza in montagna.
swissinfo: Quest’anno hotelleriesuisse intende promuovere il programma «label di qualità». Di che cosa si tratta precisamente?
G. B.: È un’iniziativa di tutte le organizzazioni del ramo turistico. Il programma, che incita a controllare e a ottimizzare la qualità delle prestazioni, intende favorire una presa di coscienza in questo ambito.
Sono sicuro che la Svizzera deve seguire la strada della qualità per avere successo. La qualità però non nasce da sola, bisogna gestirla.
swissinfo: Secondo gli esperti, un migliaio di hotel in Svizzera sono destinati a scomparire. Che tipo di infrastruttura è minacciata?
G. B.: Non credo che abbiamo troppi alberghi, ma troppi alberghi con un’offerta sbagliata. Sarà il mercato a decidere quanti e quali hotel spariranno.
Lo sviluppo degli hotel a 5 stelle è incredibile: abbiamo prodotti che possono competere con i migliori del mondo. Dal canto loro, gli alberghi a 1 o 2 stelle presentano nuovi concetti interessanti: buona qualità, ambiente moderno e prezzi accessibili.
Ad essere sotto pressione sono invece gli hotel al centro, 3 o 4 stelle, i quali non hanno i mezzi per rispondere alla domanda. Solitamente si tratta di piccoli hotel mal posizionati. Paradossalmente, pure gli alberghi con una buona ubicazione sono minacciati: i proprietari guadagnano molto di più vendendoli. Rischiano quindi di sparire sia gli hotel peggiori che quelli migliori.
swissinfo: Negli ultimi anni il turismo si è evoluto in diversi ambiti. Quali sviluppi dobbiamo attenderci per il futuro?
G. B.: Abbiamo chiesto all’Istituto Gottlieb Duttweiler di studiare dove sarà il ramo alberghiero e il settore turistico nel 2020. Credo ad ogni modo che puntando sull’autenticità, sulla tranquillità e la sicurezza del nostro paese, così come sulla natura, non possiamo sbagliare.
swissinfo, intervista di Luigi Jorio
hotelleriesuisse è stata fondata nel 1882 a Berna.
Conta 3’255 membri, tra cui 2’240 hotel e 415 ristoranti.
Gli hotel a 5 stelle sono un’ottantina.
Quelli a 3 o 4 stelle circa 1’400.
hotelleriesuisse è responsabile dell’80% dei pernottamenti in Svizzera.
Le origini del turismo elvetico risalgono alla «Belle époque». Fino alla Prima guerra mondiale ha vissuto un periodo molto positivo, ma poi è stato frenato dalla crisi economica e dal secondo conflitto mondiale.
Il settore si è ripreso nel dopoguerra, essendo la Svizzera l’unico paese in Europa a non aver subito distruzioni. Il boom è durato fino al termine degli anni ’80. Dopo un decennio difficile negli anni Novanta, il turismo sta oggi vivendo una fase di ripresa.
Le entrate totali generate dal settore turistico elvetico si aggirano attorno ai 22,8 miliardi di franchi l’anno, una cifra che corrisponde al 5,1% del Prodotto interno lordo. Oltre la metà delle entrate è generata da turisti stranieri.
La cifra d’affari del solo ramo alberghiero, segnala hotelleriesuisse, è di circa 8,6 miliardi di franchi all’anno, mentre i pernottamenti sono 33 milioni.
Anche sul fronte del lavoro il turismo rappresenta un ambito di estrema importanza: sul territorio svizzero impiega 250mila persone.
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