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Accordo agricolo con l’UE: il pomo della discordia

Albicocche importate o del Vallese? Keystone

L'UDC (destra dura) respinge ogni eventualità di negoziare un accordo di libero scambio agricolo con l'UE. I socialisti assumono la posizione esattamente opposta.

Per la sinistra la liberalizzazione agraria ed economica dovrebbe favorire il processo di adesione all’UE. Per la destra questo è un “sviluppo nefasto”.

Lo scorso 28 giugno il Consiglio federale ha deciso di avviare colloqui esplorativi con l’Unione europea (UE) in vista di un possibile accordo di libero scambio nel settore agroalimentare.

La decisione dell’esecutivo era stata giustificata con i risultati incoraggianti ottenuti dalla consultazione delle cerchie interessate in Svizzera e dei sondaggi svolti presso la Commissione UE.

Assieme alle organizzazioni economiche, all’industria alimentare e agli attori attivi nel commercio al dettaglio, il governo, per bocca del ministro dell’economia Joseph Deiss, aveva sottolineato che anche i contadini non si sono detti contrari a colloqui esplorativi.

Per l’Unione svizzera dei contadini resta comunque prioritario che il governo si concentri sui negoziati con l’Organizzazione mondiale del Commercio (OMC), prima di avviare altri accordi.

A sinistra porta aperta all’accordo …

Il partito socialista (PS) è chiaramente favorevole a un accordo di libero scambio agricolo con Bruxelles, ma contrariamente al Consiglio federale i socialisti non credono che la via bilaterale sia per la Svizzera quella maestra. In generale, il PS resta convinto che la Svizzera debba aderire all’UE. E infatti i socialisti hanno già depositato sette interventi parlamentari in favore di questa opzione.

La presidente uscente del gruppo socialista Hildegard Fässler ha ricordato che i contadini austriaci del Vorarlberg non erano convinti dell’entrata dell’Austria nell’UE, ma che oggi nessuno di loro vorrebbe cambiare il posto con un collega svizzero.

Dal 1995, il numero delle aziende agricole è diminuito in proporzioni simili da una parte e dall’altra della frontiera. Tuttavia, mentre la media del reddito è aumentata in Svizzera solo del 16%, in Austria è progredita del 30%.

Secondo il consigliere nazionale Roger Nordmann l’accordo di libero scambio contribuirà infine a ridurre i prezzi, permettendo le importazioni parallele e farà diminuire il turismo transfrontaliero dello shopping.

… a destra porta chiusa

L’Unione democratica di centro (UDC) invece affila le armi contro la politica agricola 2011 del Consiglio federale. Il partito fa sapere che si batterà per un rinvio della riforma in occasione del dibattito parlamentare ed esige pure la sospensione dei negoziati esplorativi sull’accordo di libero scambio agricolo.

Secondo il consigliere nazionale UDC Ernst Schibli il riorientamento della politica agricola portato avanti da anni è ampiamente fallito. Solo uno dei tre principali obiettivi è stato raggiunto: quello che riguarda la produzione ecologica.

L’UDC considera un fiasco la redditività economica e la protezione sociale. Il presidente del partito, Ueli Maurer, ha ricordato che negli ultimi anni le famiglie contadine hanno perso circa il 15% del loro reddito.

Questo “sviluppo nefasto” continuerà con il progetto di politica agricola 2011. “Servile come sempre – ha criticato Maurer- con questo programma il governo vuole realizzare, anticipandoli, i risultati dei negoziati WTO”. Orbene, non si raggiungerà alcun traguardo, dal momento che la realizzazione del ciclo di Doha appare sempre più lontana.

L’UDC ha respinto l’accusa di essere protezionista in materia agricola e paladina del liberalismo per tutti gli altri settori, ma teme che la pressione dovuta alle importazioni a buon mercato aumenterà senza che l’industria alimentare svizzera ottenga opportunità equivalenti di esportare i suoi prodotti di qualità superiore.

swissinfo e agenzie

Nel 2004 il 69% delle esportazioni agricole svizzere (2,8 miliardi di franchi) sono state effettuate verso l’UE, contro il 77% di prodotti importati dall’UE verso la Svizzera (6,9 miliardi di franchi).

I rapporti agricoli tra Svizzera e UE sono regolati da due accordi di libero scambio del 1999 e del 2004 (Bilaterali I e II).

Questi accordi prevedono diverse tappe. Dal 2003 l’UE dispone di un nuovo mandato di negoziazione.

L’Organizzazione mondiale del commercio auspica che la Svizzera riduca i suoi diritti di dogana sui prodotti agricoli importati e diminuisca le sovvenzioni all’agricoltura.

A causa delle sovvenzioni elvetiche al settore agricolo, un progetto di libero scambio con gli Stati Uniti è fallito a inizio anno.

Da allora la Svizzera valuta la possibilità di un nuovo accordo di libero scambio sull’agricoltura con l’Unione europea, anche se attualmente circa il 60% delle esportazioni di prodotti agricoli verso l’Europa dei 25 è già liberalizzato.

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