Accrescere la produttività per far fronte all’invecchiamento
Le persone attive, sempre meno numerose, dovranno in futuro produrre di più per soddisfare i bisogni della popolazione che invecchia. Lo dice il presidente della Banca nazionale svizzera.
Per far fronte allo sviluppo demografico, Jean-Pierre Roth propone di promuovere la formazione, la flessibilizzazione dell’età di pensionamento e l’accesso delle donne al mercato del lavoro.
Per far fronte al progressivo invecchiamento della popolazione, la Svizzera dovrà aumentare la produttività e consolidare i redditi dei futuri pensionati. A tal fine occorrerà incoraggiare l’impiego e promuovere la concorrenza e la formazione.
Lo ha indicato all’Università di Ginevra il presidente della Banca nazionale svizzera (BNS), Jean-Pierre Roth, intervenuto nell’ambito di un ciclo di conferenze su «Opportunità e sfide dell’invecchiamento».
«La prima sfida sarà di produrre maggiormente con meno risorse», ha indicato.
Produttività e crescita economica
Il numero delle persone attive si riduce, mentre parallelamente cresce quello dei pensionati, ha ricordato Roth.
Il rafforzamento della produttività costituirà dunque il motore della crescita. Per incentivare i progressi in questo campo, la Svizzera deve mantenere la sua posizione in termini di ricerca di base e applicata.
Dovrà poi compiere particolari sforzi nel trasferimento del know how dalle università alle imprese, campo nel quale la posizione elvetica «potrebbe essere ottimizzata», ha osservato il presidente della BNS.
Questa politica necessita del finanziamento continuo dei poteri pubblici e di un impegno crescente del settore privato.
Altri sviluppi
Banca Nazionale Svizzera (BNS)
Maggiore competitività
Secondo Roth, si deve pure rafforzare la competitività, che stimola la corsa alla produttività.
In tale ottica, «il riconoscimento delle norme dell’Unione europea potrebbe liberalizzare un po’ di più le nostre importazioni», a vantaggio dei consumatori.
Lo «swiss finish», ossia le norme particolari del mercato interno svizzero adottate adducendo obiettivi di eccellenza o di protezione della salute della popolazione, rappresenta spesso «un mezzo comodo per segmentare i mercati e limitare la concorrenza», ha lamentato Roth.
Lavorare più a lungo
Sul fronte dell’impiego, per il presidente della BNS occorre incitare a lavorare oltre l’età legale del pensionamento, «coloro che lo vogliono e che lo possono fare». E ciò nonostante che «lavoriamo già molto».
«È già positivo, ma possiamo fare ancora meglio», ha commentato. Si tratterà dunque di flessibilizzare verso l’alto l’età di pensionamento per coloro che lo desiderano.
D’altra parte sarà necessario aumentare la partecipazione femminile, permettendo alle donne di occupare più posti nel mercato del lavoro.
Lo sviluppo degli asili nido e degli orari scolastici continui costituiscono i provvedimenti prioritari per conseguire progressi in questo campo.
swissinfo e agenzie
Entro il 2050, il numero di cittadini in Svizzera con meno di 20 anni calerà del 15%, mentre le persone tra i 20 e i 64 anni diminuiranno del 4%.
L’aumento degli ultra sessantacinquenni sarà invece ineluttabile.
Questa generazione del baby boom progredirà tra il 60 e il 124%, stima l’Ufficio federale di statistica.
In futuro, la Svizzera conterà così poco più di due persone in età lavorativa per ogni cittadino con oltre 65 anni.
Il rapporto è invece attualmente di 4 a 1.
Dal 2015, l’invecchiamento demografico comporterà una penuria della mano d’opera in Svizzera.
Attualmente, si discute di prolungare l’età di pensionamento, sebbene le persone di 50-65 anni siano già minacciate dalla disoccupazione e spinte al pensionamento anticipato.
L’età di pensionamento nella Confederazione è oggi fissata a 65 anni per gli uomini e a 64 per le donne.
L’invecchiamento della popolazione avrà ripercussioni anche sulle finanze delle casse pensioni.
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