Altri problemi dietro la maschera delle dimissioni
Annunciando la partenza di due alti dirigenti, Adecco ha cominciato a reagire ai problemi contabili che accusa negli Stati uniti.
Una misura che non ha messo le ali ai titoli del numero uno mondiale del lavoro a tempo determinato. Anzi, i mercati temono che nasconda una situazione ancor più grave.
Teste che, come il vaso di coccio romano a cui devono il nome, rotolano: la mancata pubblicazione del bilancio comincia ad avere le prime ripercussioni ai piani alti di Adecco. Lasciano il loro posto il capo delle finanze, Felix Weber, e il responsabile di Adecco Staffing Nordamerica, Julio Arrieta.
Se ne sono andati spontaneamente? Sono stati licenziati? Domande alle quali il gruppo non ha dato una risposta. John Bowmer, presidente del consiglio d’amministrazione di Adecco, si è messo a disposizione dei giornalisti venerdì, ma ha lasciato praticamente inevase tutte le domande che gli sono state poste.
Le spiegazioni sono arrivate solo su un punto: il fatto che Jérôme Caille, il direttore del gruppo, si sia visto limitare il settore d’azione, dipenderebbe dalla necessità, in un momento di crisi, di avere in prima linea almeno due uomini, uno che si occupi della gestione “tecnica” dell’azienda e uno che cerchi di risolvere gli attuali problemi. Lo stesso Bowmer assumerà quest’ultimo ruolo.
Un inquietante silenzio
Il silenzio di Adecco sui suoi presunti problemi contabili, irrita gli investitori che temono lo scoppio di un nuovo caso Enron o Parmalat. «Durante la conferenza stampa di venerdì, Adecco non ha detto praticamente nulla e il mercato non ama questo tipo d’atteggiamento», spiega a swissinfo Thomas Veillet della società ginevrina d’investimento Dynacapital.
Dello stesso avviso è anche Hilary Cook, della Barclays Stockbrokers di Londra. «Quando due alti dirigenti di una società devono dimettersi è sempre una brutta notizia», dichiara a swissinfo la Cook. «Gli investitori vivono in un mondo d’incertezza, nessuno sa quanto grave sia effettivamente la situazione. Il consiglio d’amministrazione si dice fiducioso nel futuro del gruppo, ma dal momento che sono già cadute due teste, nessuno può davvero credere a questa dichiarazione».
Ipotesi e nulla più
Per il momento gli analisti non se la sentono di parlare di un nuovo caso Enron o Parmalat. Le finanze di Adecco sembrano essere in stato migliore rispetto a quelle delle due aziende citate. La Adecco avrebbe una liquidità di 1,4 miliardi di franchi, dato che a detta del presidente John Bowmer, è all’origine della «fiducia del consiglio d’amministrazione nella solidità finanziaria dell’azienda».
Questo tipo di annuncio però non basta a tranquillizzare i mercati. «Gli investitori hanno bisogno di trasparenza», commenta Veillet. «Personalmente non consiglierei a nessuno di conservare i titoli Adecco».
E gli investitori sembrano seguire i consigli degli analisti, visto che il titolo continua a perdere quota. Intanto in mancanza d’informazioni concrete, si vive d’ipotesi. Per Dominique Biedermann, direttore della fondazione d’investimenti Ethos, il problema deve essere serio.
«Se si fosse trattato di un piccolo problema, il consiglio d’amministrazione avrebbe lavorato giorno e notte per risolverlo. Avevano tre settimane per farlo prima del termine di pubblicazione dei conti», ha dichiarato Biedermann alla Radio della Svizzera romanda.
Qualora i problemi fossero davvero nella contabilizzazione della cifra d’affari, non è escluso che si debbano rivedere anche i conti degli anni passati. Probabilmente si dovrebbe risalire fino al 2000, anno in cui Adecco acquistò l’americana Olsten che, stando alle ipotesi della stampa specializzata, sarebbe all’origine della crisi.
swissinfo
Adecco è il primo intermediario a livello mondiale tra chi offre e chi cerca lavoro a tempo determinato
81esima nella classifica delle 500 più importanti imprese europee
25 miliardi di franchi: giro d’affari annuale
28’000 salariati, 5’800 agenzie, presente in 63 paesi
Adecco, numero uno mondiale del lavoro a tempo determinato, è nata dalla fusione di due società, la svizzera Adia e la francese Ecco.
Il gruppo impiega 28’000 persone nel mondo e fornisce ogni giorno lavoro a più di 500’000 persone.
Fino al comunicato del 12 gennaio, con il quale annunciava il ritardo nella pubblicazione dei conti 2003, l’Adecco era considerata come un’azienda senza problemi.
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