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Apartheid: «Jubilee 2000» non vuole più Ed Fagan

Ed Fagan, un avvocato contestato, che suscita polemiche Keystone Archive

Il movimento internazionale che difende gli interessi delle vittime dell'apartheid si distanzia dai metodi dell'avvocato americano.

“Jubilee 2000” continua a sostenere l’azione promossa da Fagan, disapprovando però la maniera di lavorare del legale americano, ha dichiarato lunedì Neville Gabriel, un portavoce della coalizione di organizzazioni non governative (ONG), confermando notizie diffuse da diversi media.

Fagan è famoso in Svizzera per essersi occupato delle denunce collettive delle vittime dell’Olocausto contro le banche svizzere riguardo agli averi ebraici in giacenza. Recentemente aveva nuovamente denunciato UBS e Credit Suisse, accusandole di aver sostenuto il regime bianco di Pretoria.

Metodi da “cow-boy”

“Il modo in cui Ed Fagan presenta la denuncia dà l’impressione che le vittime dell’apartheid cerchino solamente di arricchirsi”, ha sottolineato Gabriel. “Non è l’obiettivo di “Jubilee 2000”, ha aggiunto. L’organizzazione lavorerà in futuro con l’avvocato americano Michael Hausfeld, anch’egli già noto per il suo coinvolgimento nella vicenda dei fondi ebraici.

“Jubilee 2000”, che si era già detta inquieta lo scorso mese per “i metodi da cow-boy” praticati da Fagan, non è tra i promotori della denuncia collettiva inoltrata dall’avvocato newyorchese. L’organizzazione, che raggruppa fra l’altro chiese e sindacati, difende tutti i gruppi di vittime dell’apartheid che vogliono intentare una causa per risarcimento danni su scala internazionale.

Nobili obiettivi

L’obiettivo dell’ONG è provocare un dibattito pubblico sull’apartheid, ottenere il riconoscimento che certe cose non avrebbero dovuto accadere e permettere alla vittime di ricevere indennizzi. In questo contesto, le banche estere e quelle svizzere devono riconoscere le loro responsabilità, ha evidenziato l’ONG.

Ed Fagan ha inoltrato in giugno una denuncia collettiva a nome delle vittime dell’apartheid in Sudafrica contro Credit Suisse e UBS. Alle due banche ha chiesto almeno 80 miliardi di franchi svizzeri. Nel mirino di Fagan ci sono anche banche tedesche, francesi e britanniche.

swissinfo e agenzie

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