«Avanti» si ferma a nord ai piedi del Gottardo
Il canton Uri dice ufficialmente di no al controprogetto all’iniziativa Avanti, in votazione l’8 febbraio.
La proposta prevede l’ampliamento della rete autostradale, lo snellimento del traffico negli agglomerati e il raddoppio della galleria autostradale del San Gottardo.
I tracciati dell’autostrada e della ferrovia, che si snodano tra ponti e gallerie, dominano tutta la vallata del canton Uri. È quindi comprensibile che il controprogetto all’iniziativa popolare «Avanti – per autostrade sicure ed efficienti»,
sul quale gli elettori svizzeri si esprimono l’8 febbraio, susciti molto interesse nel cantone.
Il governo si è già ufficialmente schierato contro la proposta. E anche tra la popolazione sembra delinearsi, superando le tradizionali divergenze tra destra e sinistra, un’opposizione al programma di ampliamento delle vie di comunicazione.
I fautori invocano soprattutto gli aspetti legati alla sicurezza. Mentre gli oppositori citano gli alti costi e la necessità di spostare il traffico mercantile dalla strada alla ferrovia. D’altronde, è proprio quanto prevede l’articolo sulla protezione delle Alpi, approvato nel 1994 dal 52% degli elettori svizzeri – e dall’87% degli urani.
Sindaci contrari
Anche i sindaci dei nove comuni toccati dall’autostrada si oppongono al controprogetto. Contattati per e-mail da swissinfo, sei di loro hanno risposto, dichiarandosi tutti contrari. E invocando, appunto, il trasferimento del traffico pesante dalla strada alla rotaia.
Ad Erstfeld, d’altronde, sono in corso i lavori di costruzione del tunnel ferroviario più lungo del mondo: la galleria di base di Alptransit, la Nuova trasversale ferroviaria alpina (NTFA) sotto il massiccio del San Gottardo.
«Non possiamo permetterci di fare concorrenza con il traffico pesante ad una galleria così costosa», afferma Paul Jans, sindaco democristiano (PPD) di Erstfeld, un villaggio di ferrovieri.
«Falsi segnali»
Per il socialista Heini Sommer, sindaco del capoluogo cantonale Altdorf, il controprogetto all’iniziativa Avanti emette diversi «falsi segnali».Per esempio, «mina gli sforzi, finora coronati da successo, per spostare il traffico stradale di transito sulla ferrovia».
Anche secondo Gianpietro Cantoni (PPD), sindaco di Seedorf, il controprogetto è «un segnale sbagliato», mentre il suo collega di partito e sindaco di Attinghausen Alex Christen precisa che si tratta di «un falso segnale verso l’Europa».
Beat Jörg, pure democristiano e sindaco di Gurtnellen, parla di «un inganno», che provocherebbe «un considerevole aumento del traffico».
E il sindaco di Wassen, l’indipendente Roland Gamma che condivide la posizione del governo cantonale, azzarda una previsione: «A Wassen dovrebbe vincere il no».
Il governo si giustifica
Pur dichiarando di non voler partecipare attivamente alla campagna elettorale, il governo cantonale urano, a maggioranza borghese, ha espresso ufficialmente fin dal 23 dicembre 2003 la sua opposizione al controprogetto.
Per il cantone, secondo il governo, ci sarebbero troppi svantaggi. In particolare, il controprogetto metterebbe in pericolo il trasferimento del traffico di merci dalla strada alla rotaia. E per di più è contrario «alla volontà popolare espressa nel 1994» con l’articolo sulla protezione delle Alpi.
Il controprogetto contiene indubbiamente anche «aspetti assolutamente positivi». «Ma purtroppo», afferma il governo urano, «il popolo non può esprimersi in modo differenziato sui vari elementi, bensì può dire soltanto sì o no».
swissinfo, Christian Raaflaub
(adattamento dal tedesco: Fabio Mariani)
Secondo il controprogetto all’iniziativa Avanti, il governo svizzero deve presentare al parlamento, entro un anno, un programma globale di politica dei trasporti, che preveda:
il completamento e l’ampliamento della rete autostradale, come progettata nel 1960;
la possibilità di realizzare una seconda galleria autostradale sotto il San Gottardo;
la soluzione dei problemi legati al traffico stradale e ferroviario negli agglomerati.
Il finanziamento di tali misure va coperto da un nuovo fondo per le infrastrutture.
Gli oppositori criticano soprattutto la deroga alla protezione delle Alpi, un ampliamento unilaterale delle strade e i relativi costi.
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