Banchiere svizzero rilasciato in Brasile
È stato rilasciato a San Paolo il dirigente del Credit Suisse arrestato 10 giorni fa con l'accusa di riciclaggio di denaro.
Il banchiere e altri 6 dipendenti della grande banca svizzera sono sospettati di aver fatto uscire illegalmente dal paese sudamericano grosse somme appartenenti a clienti privati.
Il dirigente del Credit Suisse arrestato dieci giorni fa a San Paolo, in Brasile, è stato liberato sabato mattina.
L’informazione, diffusa nella notte dall’agenzia brasiliana Estado, è stata confermata dalla portavoce dell’istituto bancario elvetico Monika Dunant, la quale si è detta “sollevata” dalla scarcerazione del dirigente.
L’uomo, uno dei direttori svizzeri del Credit Suisse, era stato arrestato nel quadro di un’inchiesta sul riciclaggio di denaro nel paese sudamericano.
7 persone indagate
Il 50 enne direttore delle operazioni di private banking del Credit Suisse di Zurigo, era stato fermato il 22 marzo all’aeroporto di San Paolo mentre stava per imbarcarsi in direzione della Svizzera.
Era stato posto in detenzione preventiva per cinque giorni, ai quali si erano poi aggiunti altri cinque giorni supplementari.
La polizia federale brasiliana aveva anche ritirato i passaporti a sei altri responsabili dell’istituto di credito, quattro svizzeri e due brasiliani, per evitare che lasciassero il paese.
La portavoce del gruppo ha precisato che le autorità brasiliane consentiranno prossimamente ai legali della banca di visionare gli atti. Per ora il Credit Suisse non dispone di nessuna informazione sulla situazione dei sei dirigenti.
Inchiesta su larga scala
Lo scorso dicembre gli inquirenti brasiliani hanno avviato un’indagine su presunti trasferimenti illegali di dollari e operazioni di riciclaggio di denaro sporco, in cui è sospettata di essere implicata una filiale locale del Credit Suisse.
Dieci giorni fa, dopo quattro mesi di intercettazioni telefoniche, la polizia ha perquisito per otto ore i locali della società a San Paolo.
La magistratura carioca sospetta le banche attive nel private banking – la gestione patrimoniale di clienti facoltosi – di operare trasferimenti illegali di fondi appartenenti a politici, industriali e cambisti.
Secondo indiscrezioni anche i trafficanti di droga locali utilizzerebbero questi canali per piazzare i loro averi nei paradisi fiscali.
swissinfo e agenzie
Da parecchi mesi, le autorità stanno tentando di stabilire una relazione tra il crimine organizzato e il finanziamento illegale delle campagne elettorali in Brasile, basandosi sulle deposizioni di agenti di cambio clandestini pentiti.
18 banche fanno già l’oggetto di un’inchiesta da parte della polizia federale.
Il Credit Suisse non faceva parte di questa lista; la polizia ha comunque reso noto che la perquisizione della sezione «private banking» a San Paolo è stata intrapresa dopo la testimonianza rilasciata da un ex impiegato.
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