Ben pagati ma vittime dello stress
I banchieri possono vantare i salari più alti in Svizzera. Ma il lauto compenso ha un prezzo.
Secondo un sondaggio, un terzo degli impiegati di banca si sente infatti stressato ed un quarto fa ricorso a calmanti e ad antidepressivi.
I banchieri svizzeri possono rallegrarsi della busta paga che ricevono alla fine del mese. Il loro salario è infatti tra i più elevati del paese.
Ciò nonostante, soltanto un misero 16% degli impiegati si dice soddisfatto del proprio lavoro.
Lo rivela uno studio condotto dall’Università di Losanna, che evidenzia come i lavoratori più stressati facciano parte del settore bancario.
“Un terzo degli impiegati di banca ha condotto, negli ultimi anni, una vita stressata. La proporzione è più elevata che in altri campi, dove la percentuale raggiunge il 20%”, indica Gianfranco Domenighetti, il professore universitario che ha condotto l’indagine.
Lo studio – il primo del suo genere – ha messo a confronto 428 impiegati di banca del canton Ticino e 859 lavoratori attivi in altri settori dell’economia.
Praticamente tre banchieri su quattro ammettono di sentire una pressione crescente sul lavoro. La percentuale è invece del 50% per i lavoratori di altri settori.
Insicurezza sul lavoro
Secondo Domenighetti, che svolge anche l’incarico di responsabile della Sezione sanitaria del canton Ticino, l’insicurezza sul posto di lavoro è una delle principali ragioni che spiegano l’alto tasso di stress osservato nel settore bancario.
Dal sondaggio risulta che il 40% degli impiegati di banca si sente preoccupato di perdere il posto. La percentuale scende al 26% negli altri settori.
Presso le banche che stanno attuando delle riduzioni di personale, gli insicuri rappresentano più della metà dell’effettivo (54%).
Impiegati sotto pressione
Nel corso degli anni passati, il settore bancario svizzero ha vissuto numerosi sconvolgimenti, che hanno portato a modesti risultati in termini finanziari e ad una diminuzione dei posti di lavoro.
Domenighetti cita a questo proposito uno studio dell’Università di San Gallo, secondo cui il settore bancario perderà un terzo degli impiegati durante i prossimi tre anni.
“Non si deve inoltre scordare che gli impiegati sono sottoposti alla pressione di raggiungere gli obiettivi finanziari fissati ed alla tensione sul posto di lavoro”, ricorda il professore universitario.
Soltanto la metà degli intervistati dichiara di poter contare sul sostegno del diretto superiore, mentre negli altri campi la percentuale raggiunge il 76%.
“Ancora più preoccupante è il fatto che solo la metà degli impiegati di banca ha indicato di poter fare affidamento sui colleghi. Nei gruppi di controllo il tasso è invece del 72%”, indica Domenighetti.
Il responsabile dello studio aggiunge inoltre che i casi di “mobbing” nel settore bancario sono tre volte più numerosi.
Depressione e timori
L’indagine evidenzia che il 23% dei banchieri soffre di depressione (11% negli altri settori)
Non sorprende dunque che facciano ricorso più frequentemente alla consulenza di un medico e che un impiegato su quattro utilizzi calmanti o antidepressivi.
Il timore di perdere il posto di lavoro (a causa delle assenze e della debolezza manifestata) fa però sì che la metà dei banchieri non segua i consigli del medico.
Gli autori dello studio lanciano così un appello alle autorità interessate, le quali devono garantire che il lavoro non diventi la causa di malessere o di emarginazione.
Quando lo stress sfocia in tragedia
Il sondaggio si inserisce nel contesto delle crescenti preoccupazioni di chi denuncia un degrado delle condizioni di lavoro nel settore bancario.
L’esempio più recente è il tragico episodio accaduto nella sede della Banca cantonale di Zurigo, quando un impiegato uccise due superiori, prima di togliersi la vita.
Gli investigatori hanno stabilito che “l’impiegato non era completamente soddisfatto del proprio lavoro, oltre a dover sopportare forti tensioni”.
swissinfo
Un sondaggio dell’Università di Losanna rivela che il 25% degli impiegati di banca fa uso di calmanti e antidepressivi.
16% dei banchieri sono soddisfatti del proprio lavoro.
40% sono preoccupati di perdere il posto.
46,5% soffrono di tensione nervosa.
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