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Bilancio dell’edizione 2010 del WEF

Tanti dipattiti, ma quante soluzioni al WEF di Davos? swiss-image

Il Forum economico di Davos ha chiuso i battenti domenica. Due sono stati i temi centrali della 40esima edizione: la regolamentazione del settore bancario e la catastrofe umanitaria di Haiti.

L’impressione dominante della settimana è stata quella di un accresciuto conflitto fra chi vuole regolare e chi invece intende lasciare le cose così come stanno. Questo atteggiamento rappresenta sicuramente un primo ostacolo verso una ripresa economica.

Fanno parte invece del passato il pessimismo e l’atteggiamento difensivo degli scorsi anni. Questi sono stati però sostituiti dal desiderio di dare battaglia. Così, la ministra dell’economia elvetica Doris Leuthard e il presidente francese Nicolas Sarkozy hanno aperto la 40esima edizione del Forum economico di Davos con il botto, criticando apertamente il mondo delle banche.

Leuthard, di fronte a un platea di personalità del mondo della politica e dell’economia, ha criticato il divario esistente fra parole e fatti, fra discorsi e realtà. Ha condannato in particolare le banche che «tentano di sottrarsi alle loro responsabilità» e che stanno affossando la riforma del sistema bancario.

Sarkozy, dal canto suo, ha ammonito che la gara al bonus dei banchieri è «indecente» e che non verrà «tollerata ulteriormente». «Possiamo salvare il capitalismo se gli ridiamo una dimensione morale», ha affermato il presidente francese.

Strada accidentata

Attaccati da ambedue le sponde dell’Atlantico e criticati per i bonus, i vertici delle maggiori banche del mondo hanno risposto a Davos con una riunione a porte chiuse. I 30 top manager dei principali istituti bancari del mondo si sono incontrati nel tentativo di mettere a punto una strategia con la quale riguadagnare influenza su governi e autorità, in vista di una ridefinizione delle regole del gioco.

I banchieri non hanno neppure mancato l’occasione per lanciare qualche frecciatina ai politici che a loro detta cavalcano con le proposte di regolamentazione del settore bancario il populismo e che sono semplicemente a caccia di voti.

Il presidente dell’Associazione svizzera dei banchieri, Patrick Odier, ha comunque ammonito il mondo politico contro un’eccessiva regolamentazione che potrebbe indurre a svolgere alcune delle operazioni a rischio al di fuori delle norme.

Se da una parte si notano segnali incoraggianti di una prossima ripresa economica, in maniera particolare nei Paesi emergenti, dall’altra parte però si sono sentiti numerosi campanelli d’allarme durante il WEF di Davos e questi ci avvisano che la strada è ancora lunga e irta di ostacoli.

L’aumento della disoccupazione, l’indebitamento crescente e una recrudescenza delle tendenze protezionistiche potrebbero, infatti, far fallire gli sforzi atti a rimettere in sesto l’economia mondiale, hanno sottolineato numerosi partecipanti al simposio.

L’appello di Clinton

A rubare la scena alla regolamentazione bancaria, ci ha pensato la terribile tragedia di Haiti che ha causato la morte di centinaia di migliaia di persone.

L’ex presidente degli Stati uniti e inviato speciale delle Nazioni unite, Bill Clinton, ha esortato i leader economici e politici ad aiutare e ad investire nel paese caraibico, dopo il devastante terremoto del 12 gennaio scorso.

A Davos erano presenti anche numerose Organizzazioni non governative (ONG). Queste ultime hanno colto l’occasione per condividere e presentare le loro esperienze raccolte sul luogo del disastro.

Anche il fondatore della Microsoft, Bill Gates, ha annunciato il suo nuovo impegno in favore dei più disagiati. La Fondazione Bill e Melinda Gates lanceranno, infatti, un piano di finanziamento di 10 miliardi di dollari su dieci anni per delle campagne di vaccinazione nei paesi più poveri.

Matthew Allen in Davos, swissinfo.ch

Il Forum economico mondiale, che si chiamava inizialmente Management Symposium, è stato fondato nel 1971 a Davos da Klaus Schwab.

Oggi il WEF ha la sua sede a Cologny, nel cantone di Ginevra, e impiega circa 290 collaboratori.

L’unica edizione che non si è tenuta è Davos è quella del 2002, trasferita a New York, in omaggio alle vittime degli attentati dell’11 settembre 2001.

Il suo budget annuale, che supera i 100 milioni di franchi, viene finanziato dal migliaio di aziende affiliate.

Oltre ad organizzare l’appuntamento annuale di Davos, il WEF organizza simposi, gruppi di lavoro e studi in diversi paesi del mondo.

Trarre insegnamenti dalla crisi economica e finanziaria per evitare che un evento simile non si ripeta: è la sfida dell’edizione 2010 del Forum economico mondiale (WEF), in programma dal 27 al 31 gennaio a Davos.

La 40esima edizione del forum è all’insegna del motto «Improve the State of the World: Rethink, Redesign, Rebuild» (Migliorare lo stato del pianeta: ripensare, ridesegnare , ricostruire).

I partecipanti intendono inoltre concordare uno sforzo comune per fronteggiare l’emergenza di Haiti.

Al convegno parteciperanno 2500 personalità della politica e dell’economia, fra cui 30 capi di stato e di governo e oltre 60 ministri.

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