Borsa dei transiti alpini in via di definizione
I sei paesi alpini hanno deciso di avviare uno studio di fattibilità sulla borsa dei transiti alpini introducendo nuovi sistemi per regolare il trasporto delle merci su strada.
I ministri dei trasporti tedesco, francese, italiano, austriaco sloveno e lo svizzero Moritz Leuenberger si sono incontrati per la terza volta venerdì a Lione.
In Europa si fa dunque strada l’idea di una borsa dei transiti alpini. I ministri dei trasporti dei sei paesi dell’arco alpino, tra cui la Svizzera, hanno infatti deciso di realizzare uno studio di fattibilità per verificare la bontà, o meno, del sistema.
Riuniti alla presenza del commissario ai trasporti dell’Unione europea (UE) Jacques Barrot, i ministri di Germania, Francia, Italia, Austria, Svizzera e Slovenia vogliono dunque approfondire possibilità e condizioni d’introduzione di nuovi sistemi di regolazione del traffico stradale di transito.
Il contributo dell’Ue
L’Ue vede molto positivamente questo studio e lo sosterrà finanziariamente, ha assicurato Barrot. Questi nuovi sistemi sono basati sull’idea di una borsa dei transiti alpini, in cui verranno negoziati i diritti di transito.
Il nuovo sistema consentirebbe di distribuire meglio il traffico merci sui diversi assi di transito e di migliorare la gestione della mobilità, come precisa una nota del Dipartimento federale dei trasporti (DATEC). In altri settori questo sistema viene già applicato; si pensi, per esempio, ai certificati di emissione di CO2 in ambito climatico e ai diritti di transito della corrente nel settore elettrico.
Il presidente della Confederazione – nonché ministro dei trasporti – Moritz Leuenberger si è dichiarato particolarmente favorevole all’elaborazione di questo studio. In Svizzera, ha del resto ricordato il consigliere federale, sono già state svolte le prime analisi in vista dell’introduzione della borsa dei transiti alpini.
Meglio informati in caso di crisi
I ministri dei trasporti hanno inoltre deciso di migliorare il reciproco scambio di informazioni e il coordinamento in caso di crisi. Incidenti come quello avvenuto recentemente nel tunnel della Viamala o come la frana di Gurtnellen, hanno evidenziato come la chiusura o la limitata praticabilità di un asse di transito abbiano conseguenze dirette sulle altre vie di traffico attraverso le Alpi.
È quindi importante che, al verificarsi di un incidente, gli altri Paesi ne siano subito informati. Un auspicio scritto a chiare lettere nel comunicato emesso al termine dell’incontro. I ministri dei trasporti intendono anche armonizzare le pene in caso di violazione delle prescrizioni che disciplinano il trasporto merci stradale e ottimizzare l’offerta del trasporto merci su rotaia.
Da anni si registra un forte incremento del traffico merci su strada, che provoca intasamenti su tratti nevralgici della rete stradale ed effetti nocivi sull’uomo e l’ambiente.
Fondata su meccanismi di mercato, la borsa dei transiti alpini (BTA) è uno strumento di gestione delle limitate capacità della rete viaria per il transito sulle Alpi o del numero dei transiti alpini.
Gli obiettivi della politica svizzera
In Svizzera gli obiettivi della politica di trasferimento e le misure per realizzarla sono stabiliti nella legge sul trasferimento del traffico dal 1999. Lo scopo è di limitare ad un massimo di 650 mila viaggi annui il traffico transalpino di mezzi pesanti. Tale obiettivo deve essere realizzato al più tardi due anni dopo l’apertura della galleria di base del Lötschberg, cioè nel 2009.
Il Consiglio federale ha incaricato il DATEC, nel mese di luglio di quest’anno, di avviare la procedura di consultazione sulla nuova legge sul trasferimento del traffico merci, che dovrebbe concludersi in questi giorni.
swissinfo e agenzie
Dall’introduzione della tassa sul traffico pesante (2000), il numero dei tragitti transalpini è diminuito, nel 2005, del 14%, passando così a 1,2 milioni
In Svizzera il 65% delle merci attraverso le Alpi viaggia su rotaia. In Francia il 22%. In Austria il 23%.
La nuova legge sul trasferimento del traffico merci rappresenta la base per il proseguimento delle misure di incentivazione volte a trasferire in modo duraturo il traffico merci in transito sulle Alpi dalla strada alla ferrovia.
In discussione vi sono tre varianti; tutte prevedono l’introduzione di una borsa dei transiti alpini.
Il 30 novembre 2001, a Zurigo, i cinque Paesi della regione alpina Germania, Austria, Italia, Francia, Svizzera hanno approvato una dichiarazione per il miglioramento della sicurezza nelle gallerie.
L’incontro ha dato l’avvio a sforzi comuni più intensi volti a migliorare la sicurezza della circolazione (su ferrovia e su strada), ad attuare una politica dei trasporti coordinata nella regione alpina e a promuovere il trasferimento del traffico dalla strada alla rotaia.
Il Comitato direttivo è composto dai rappresentanti dei cinque Stati della regione alpina che hanno approvato la Dichiarazione. La Commissione europea e, dal dicembre 2004, anche la Slovenia, sono membri con lo status di osservatori.
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