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Buone prospettive economiche

Per il sindacalista Serge Gaillard, il nuovo anno offre buone opportunità per una ripresa della crescita economica.

«I veri problemi riguardano soprattutto l’AI e i costi della salute», sostiene, «e i politici dovrebbero preoccuparsi di questi due punti e non dell’AVS».

In un’intervista pubblicata sabato sul quotidiano romando «Le Temps», il segretario dell’Unione sindacale svizzera (USS) afferma che non bisogna impaurire la popolazione a proposito dell’assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS), che è l’assicurazione sociale meglio finanziata.

Secondo Gaillard, i problemi veri riguardano l’AI, dove l’aumento delle spese è dell’ordine del 7-8 per cento all’anno. «Non si tratta di condurre una campagna contro gli invalidi come ha fatto Christoph Blocher, ma piuttosto di risolvere un problema importante», sottolinea.

Si constata un aumento consistente degli invalidi per problemi psichici. Questo – nota il dirigente sindacalista – non ha nulla a che vedere con la «fragilità della salute» dei salariati, ma piuttosto dovuto ai cambiamenti nel mondo del lavoro.

Rischio di blocco politico

Serge Gaillard teme che il nuovo Consiglio federale scelga una «politica dello scontro», abbassi le prestazioni dell’AVS e dell’assicurazione disoccupazione e diminuisca le imposte per gli alti redditi e le aziende.

A suo avviso «questa via poterebbe la Svizzera a un blocco politico». In particolare, il sindacalista teme due idee del ministro dell’interno Pascal Couchepin: la pensione a 67 anni e, ancora peggio, il non adattamento delle rendite all’aumento dei salari. «Siamo pronti a combatterle con un referendum. E la popolazione ci seguirà», conclude.

Buone possibilità di ripresa

Gaillard vede invece con ottimismo le opportunità di ripresa congiunturale in Svizzera per il nuovo anno. Le sue previsioni – spiega in un’intervista al «Tages Anzeiger» – si basano su due fattori: l’economia mondiale, che è in ripresa, e la politica monetaria, che verrà corretta.

Negli ultimi tre anni, le esportazioni elvetiche non sono avanzate perché l’economia mondiale era in stagnazione, nota il sindacalista. «E – aggiunge – la politica finanziaria spiega la lunga fase di stagnazione dal 1991 al 1996»: tassi di interesse alti e un consistente rafforzamento del franco hanno impedito ogni crescita in Svizzera.

Se la Banca Nazionale riesce ad evitare un’eccessiva valutazione del franco svizzero, la Confederazione nei prossimi anni dovrebbe approfittare del rilancio economico. «E da questa primavera potrebbe cominciare a diminuire la disoccupazione», dice Gaillard.

Stabilizzare i debiti

Secondo il segretario dell’USS, il fatto che l’economia elvetica non sia pressoché cresciuta negli ultimi 13 anni non dimostra che il Paese abbia regole troppo rigide. A suo parere, la Svizzera non è un’azienda da risanare. Quasi da nessuna parte al mondo – nota – si lavora con una produttività così alta. Ma è pur vero che la Confederazione ha bisogno di riforme, per far sì che la ripresa economica duri a lungo.

Gaillard ritiene necessari investimenti nelle infrastrutture e maggiori mezzi per la formazione. «Contemporaneamente – aggiunge – bisogna sfruttare la ripresa congiunturale per migliorare le finanze pubbliche e stabilizzare i debiti a un basso livello.»

swissinfo e agenzie

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