Cieli europei più aperti anche per la Svizzera
Come richiesto dal governo elvetico, l'integrazione della Svizzera nello spazio aereo europeo sarà ulteriormente rafforzata entro la fine dell'anno.
Venerdì, il Consiglio dei ministri dell’Unione europea ha infatti accordato luce verde alla partecipazione della Confederazione all’Agenzia europea per la sicurezza aerea.
L’aviazione civile svizzera sarà ancora più integrata nel “Cielo unico europeo” (Single European Sky, SES), l’iniziativa lanciata dai membri dell’Unione europea (UE) per soddisfare il crescente aumento delle capacità dell’aviazione civile e regolamentare con misure comuni la sicurezza.
Questa iniziativa ha portato tra l’altro alla nascita dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA), con sede a Colonia, incaricata di far applicare norme europee per la costruzione e l’impiego di velivoli, come pure di migliorare l’impatto ambientale dell’aviazione civile.
Negli ultimi anni, in seguito ad alcuni gravi incidenti aerei, l’EASA è stata chiamata ad estendere le sue attività di controllo anche alle compagnie straniere che utilizzano lo spazio aereo europeo.
Passo importante
Con l’adesione della Svizzera all’EASA, già approvata dal governo elvetico, verrebbero praticamente completati gli accordi bilaterali conclusi tra Berna e Bruxelles sul trasporto aereo.
Per rendere effettiva questa partecipazione, dopo la luce verde accordata anche dal Consiglio dei ministri dell’UE, rimane ancora necessaria una procedura di ratifica.
L’Ufficio federale dell’aviazione civile (UFAC) spera che la firma dei documenti possa avvenire in ottobre. In tal caso l’integrazione della Svizzera nel sistema europeo di sicurezza aerea sarà concretizzata dal mese di dicembre.
Daniel Görig, portavoce dell’UFAC, ha dichiarato di rallegrarsi della decisione di Bruxelles che qualifica come “passo importante”. Finora, la Confederazione era presente all’EASA solo in qualità di osservatrice. Ora potrà prendere parte attivamente ai forum organizzati nell’ambito dell’Agenzia.
Controlli più sicuri
Per quanto riguarda la sua partecipazione al Cielo unico europeo, Berna vuole contribuire a istaurare un controllo sicuro ed efficace del crescente traffico aereo europeo.
Secondo l’UFAC, devono essere creati blocchi di spazi aerei funzionali, che suddivideranno il cielo europeo in base a criteri operativi e non più come avviene attualmente, secondo le frontiere nazionali.
Skyguide, l’organo elvetico che vigila sulla sicurezza aerea, “guarda” già oggi al di là delle frontiere. La creazione di blocchi con uno o più Stati vicini rientra anche nell’interesse della Svizzera.
Il Consiglio federale aveva dato a inizio settembre il suo via libera ai negoziati per la creazione di un blocco aereo comune con la Francia. Lo scorso dicembre le Camere federali avevano votato per una partecipazione della Svizzera all’EASA.
Altri sviluppi
Accordi bilaterali
Nuove funzioni
Sempre più dossier sono stati affidati negli ultimi anni all’EASA, che a medio termine deve diventare l’agenzia responsabile di tutte le questioni tecniche e operative della sicurezza aerea in Europa.
In futuro assumerà tra l’altro le funzioni delle Joint Aviation Authorities (JAA), un ente, di cui fa parte anche la Svizzera, associato attualmente all’EASA.
Lo JAA rappresenta le autorità dell’aviazione civile di numerosi Stati europei, i quali convengono di cooperare allo sviluppo e all’attuazione di standard e procedure comuni nel campo della sicurezza.
swissinfo e agenzie
La partecipazione della Svizzera all’iniziativa Cielo unico europeo (Single European Sky, SES) fa seguito agli accordi bilaterali sull’aviazione civile conclusi dalla Confederazione e dall’Unione europea.
La frammentazione dei cieli europei in numerosi spazi aerei nazionali, sottoposti ciascuno a regole differenti, ha creato e sta tuttora creando parecchie difficoltà nella gestione del traffico aereo.
I ritardi che ne conseguono implicano costi da 1,3 a 1,9 miliardi di euro l’anno per le compagnie aeree europee.
Durante i prossimi 15 anni si prevede che il traffico aereo crescerà del 4% l’anno. La sua intensità sarà quindi raddoppiata entro il 2020.
L’aumento del traffico aereo rende necessario migliorare le disposizioni di sicurezza e i sistemi di controllo.
L’iniziativa ‘Cielo unico europeo’ si prefigge quindi di creare delle regole-quadro per organizzare lo spazio aereo e la sicurezza a livello europeo piuttosto che nazionale.
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