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Cisalpino, un’avventura al capolinea

I pendolini non circoleranno più tra Svizzera e Italia Ex-press

La compagnia ferroviaria Cisalpino SA cesserà l'attività operativa il 13 dicembre, con il passaggio all'orario invernale. Le FFS e Trenitalia hanno deciso di assicurare in modo indipendente il traffico viaggiatori tra Svizzera e Italia.

Quel treno chiamato “desiderio”, dagli interminabili ritardi, i bagni angusti e gli odori nauseabondi cesserà definitivamente di correre – o meglio di zoppicare – sui binari tra Svizzera e Italia.

Con la decisione delle FFS e di Trenitalia di gestire direttamente i collegamenti tra i due paesi si chiude così un importante capitolo della storia ferroviaria. Un capitolo che – nel bene o nel male – resterà impresso nella memoria di molti.

La misura entrerà in vigore il 13 dicembre 2009, con il passaggio all’orario invernale, e vedrà le due compagnie spartirsi i convogli ETR470 e i nuovi ETR610. Il progetto prevede la gestione di tre coppie di treni sul Lötschberg, quattro sul Sempione – di cui uno da Venezia –, e sette sull’asse del San Gottardo. La responsabilità operativa dei convogli passerà da una società all’altra una volta raggiunto il confine. Col nuovo orario saranno inoltre soppressi i collegamenti notturni fra i due paesi, a causa del numero ridotto di viaggiatori.

Ai circa 40 dipendenti della Cisalpino SA verrà offerto un impiego presso le case madri, nel rispetto delle norme nazionali. I collaboratori e la direzione della Cisalpino SA hanno appreso con delusione la decisione di FFS e Trenitalia, ma si sono detti pronti a mettere in campo «tutte le forze necessarie per portare a termine i progetti in corso e garantire una transizione non traumatica dei servizi». I biglietti venduti e riservati saranno ancora valevoli anche oltre il 13 dicembre, si legge inoltre in un comunicato.

Troppe le gatte da pelare

«La qualità delle relazioni ferroviarie internazionali, nel traffico viaggiatori sugli assi Nord-Sud, non corrisponde più da tempo alle aspettative dei clienti né alle potenzialità che FFS e Trenitalia hanno dimostrato di saper esprimere sul proprio territorio, con i rispettivi servizi», si legge nel comunicato delle FFS.

Da anni ormai, la Cisalpino SA è bersaglio di critiche da parte degli utenti e delle autorità federali e cantonali per la sua interminabile catena di disservizi. L’ultimo – in ordine cronologico – è il guasto sopraggiunto al nuovissimo pendolino ETR610 tra Ginevra e Milano, entrato in preservi zio commerciale il 20 luglio e già fermo ai box a poche settimane di distanza.

Nel mese di febbraio, dopo l’ennesimo guasto sugli assi del San Gottardo e del Sempione, l’Ufficio federale dei trasporti (UFT) aveva già minacciato di revocare alla Cisalpino SA – nel 2017 – la concessione per il trasporto dei passeggeri in Svizzera. Un avvertimento ribadito a più riprese anche dalle autorità italiane e dalla stessa Trenitalia, che aveva spiegato di volersi tutelare contro i disservizi del Cisalpino per non rovinare l’immagine della società.

Un passo indietro verso più cooperazione

Il sindacato dei trasporti (SEV) si è detto soddisfatto per la decisione delle FFS e di Trenitalia. Si tratta di un ritorno a un «modello classico di cooperazione, nella quale si intravede anche un raffreddamento dei facili entusiasmi suscitati dai primi passi del processo di liberalizzazione».

Per quanto riguarda i dipendenti, il SEV chiede che collaboratori e collaboratrici siano riassunti dalle FFS, in modo da assicurare adeguate partenze ai treni per l’Italia sotto la nuova gestione. «Il personale treno e di locomotiva era invece già messo a disposizione dalle case madri e non subirà pertanto cambiamenti», precisa il sindacato.

Preoccupazione è invece stata espressa per la soppressione dei collegamenti notturni, che implicheranno probabilmente una riduzione dei posti di lavoro. Il SEV invita l’Elvetino ad «aprire immediatamente le trattative per un piano sociale che permetta di elaborare soluzioni individualizzate per il personale interessato».

Per il Ticino e i pendolari è la fine di un incubo

Finisce dunque un’era con il Cisalpino al capolinea, che in Ticino si era fatto molti nemici. Non solo per gli esasperanti ritardi e un’interminabile scia di disservizi, ma anche per la soppressione della fermata passeggeri alla stazione ferroviaria di Chiasso. Una scelta incomprensibile, oltre che controversa, che aveva scatenato la rabbia dei pendolari italiani e svizzeri che quotidianamente passano da una parte e all’altra della frontiera per recarsi al lavoro.

Ironia del destino, proprio lo scorso 20 agosto il Consiglio di Stato del Canton Ticino era riuscito a ripristinare la fermata di Chiasso strappando un accordo con le FFS: dal 13 dicembre i treni Cisalpino sarebbero tornati a fermarsi nella cittadina di confine (e non più solo a Como e a Lugano) permettendo così a viaggiatori di rimettere piede sui convogli.

Come noto la soppressione della fermata commerciale di Chiasso, importante per i collegamenti con l’Italia, aveva scatenato una serie di contestazioni, sfociate poi in una manifestazione di protesta. Lo scorso 4 luglio, infatti, una ventina di persone aveva bloccato i binari. E per una volta i 50 minuti di ritardo accumulati dal treno Cisalpino non erano attribuibili a guasti o problemi tecnici. Cisalpino aveva in seguito deciso di adire le vie legali contro i manifestanti.

Se da tempo le corse del Cisalpino erano punteggiate da cattivi presagi – come la tardiva e sfortunata consegna dei nuovi convogli, fermi subito ai box – ora il nefasto destino si è definitivamente consumato sul binario morto.

swissinfo.ch

Cisalpino SA è una società composta dalle Ferrovie dello Stato (con Trenitalia) e dalle Ferrovie Federali Svizzere (FFS), che effettua collegamenti rapidi in treno tra Firenze, Trieste, Venezia, Milano, Livorno, Zurigo, Ginevra e Basilea.

Da dicembre 2005 Cisalpino ha preso in gestione la totalità del traffico (escluso quello notturno) fra l’Italia e la Svizzera.

A metà 2004 sono stati commissionati 14 nuove composizioni di treni ad assetto variabile, che dovrebbero entrare in servizio nel corso del 2009. I nuovi convogli, denominati ETR 610, sono stati commissionati a Alstom (ex Fiat Ferroviaria).

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