Clima: Berna si allinea sulle posizioni di Bruxelles
Alla Conferenza sul clima che si terrà in dicembre a Bali, la Svizzera sosterrà la posizione europea in materia di diminuzione delle emissioni di CO2: entro il 2020 dovrebbero essere ridotte fino al 30%.
La decisione adottata mercoledì dal governo elvetico è stata accolta con soddisfazione dalle organizzazioni ambientaliste e criticata dagli ambienti economici.
In occasione della Conferenza sul clima, prevista a Bali (Indonesia) dal 3 al 14 dicembre, la Svizzera difenderà una posizione vicina a quella dell’Unione europea (Ue). Il governo elvetico ha infatti approvato mercoledì il relativo mandato negoziale. La delegazione rossocrociata sarà guidata dal ministro dell’ambiente Moritz Leuenberger.
Nel quadro dell’incontro internazionale, sono segnatamente previsti negoziati in merito al proseguimento del Protocollo di Kyoto, la cui prima fase di impegni si esaurisce nel 2012.
«Bali Road Map»
L’obiettivo della conferenza indonesiana è proprio quello di definire una tabella di marcia («Bali Road Map») per i negoziati sul futuro regime climatico dopo il 2012, in modo da poter adottare decisioni concrete entro la fine del 2009.
Per quanto riguarda le discussioni sul futuro Protocollo di Kyoto, la delegazione svizzera ha ricevuto dall’esecutivo il mandato di orientarsi in base agli obiettivi di riduzione dell’Ue.
L’Ue ha annunciato che, entro il 2020, intende ridurre le proprie emissioni del 20%, o addirittura del 30% se vi sarà un impegno in tal senso anche da parte della comunità internazionale. L’obiettivo della delegazione elvetica è inoltre quello di far sì che tutti i grandi inquinatori si impegnino a ridurre in modo consistente le proprie emissioni.
I paesi industrializzati, tra cui la Svizzera, auspicano inoltre una revisione del Protocollo, rendendolo più efficace mediante un maggior coinvolgimento degli altri Stati.
Impegno internazionale
Nell’ambito della Convenzione sui cambiamenti climatici, la Svizzera continuerà dunque a impegnarsi affinché gli Stati Uniti e l’Australia, così come i paesi emergenti, partecipino agli sforzi di riduzione delle emissioni nocive.
Quest’ultimi, secondo il quarto rapporto di valutazione del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico, sono infatti responsabili di oltre la metà delle emissioni di gas serra a livello mondiale.
La tabella di marcia da elaborare a Bali dovrà infine considerare anche le questioni riguardanti l’adattamento ai cambiamenti del clima, il finanziamento delle misure e il trasferimento di tecnologie.
Reazioni contrastanti
La definizione del mandato negoziale elvetico ha suscitato reazioni diverse: il WWF e il partito socialista hanno salutato la decisione di orientarsi ai medesimi obiettivi dell’Ue, ritendendo necessario uno sforzo comune per fronteggiare il problema dell’inquinamento e del riscaldamento globale.
economiesuisse, associazione mantello dell’economia elvetica, ha invece criticato la scelta del governo: a suo parere, la via indicata è troppo restrittiva e penalizzante. Meglio sarebbe, secondo economiesuisse, puntare maggiormente sulla compensazione delle emissioni attraverso l’acquisto di certificati all’estero.
swissinfo e agenzie
Nel giugno scorso il parlamento svizzero ha approvato l’introduzione di una tassa sul CO2 per i combustibili, allo scopo di ridurre le emissioni di gas responsabili del surriscaldamento del pianeta. L’obbiettivo è di abbassare dell’10%, entro il 2010, le emissioni di gas ad effetto serra rispetto al livello del 1990.
Queste le scadenze fissate per l’introduzione della nuova imposizione fiscale sul CO2:
– dal 2008, una tassa di 12 franchi per tonnellata di CO2 (3 ct. per litro di gasolio), se nel 2006 le emissioni sono diminuite di meno del 6% rispetto al livello del 1990.
dal 2009, una tassa 24 franchi per tonnellata di CO2 (6 ct. per litro di gasolio), se nel 2007 le emissioni sono diminuite di meno del 10% rispetto al livello del 1990.
dal 2010 una tassa di 36 franchi per tonnellata di CO2 (9 ct. per litro di gasolio), se nel 2008 le emissioni sono diminuite di meno del 13,5% rispetto al 1990.
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