Controversia attorno a un rapporto sul futuro energetico
Appena conclusosi, il «Forum prospettive energetiche 2035» ha già raccolto parecchie critiche. Il dibattito sull'energia in Svizzera si prospetta quindi alquanto arduo.
Mentre economiesuisse e swisselectric si distanziano dal rapporto finale della presidente del gruppo di lavoro, Greenpeace globalmente lo sostiene.
Il futuro energetico della Svizzera passa attraverso l’incremento dell’efficienza energetica e l’uso di energie rinnovabili. Tuttavia, la Svizzera avrà ancora bisogno dell’energia nucleare, anche se nuove centrali non dovrebbero essere costruite.
Sono queste le conclusioni contenute nel rapporto redatto dall’ex consigliera di Stato bernese Doris Schaer-Born e che sintetizza tre anni di lavoro in seno al «Forum prospettive energetiche 2035», costituito nell’autunno del 2003 dall’Ufficio federale dell’energia (UFE) per elaborare le prospettive in questo settore per il 2035.
I temi sui quali si sono concentrati gli esperti e le parti interessate sono stati l’approvvigionamento, l’efficienza energetica, la protezione del clima e le energie rinnovabili.
Innovazioni
Sintetizzando i risultati degli incontri, la presidente del forum Doris Schaer-Born ha affermato che «l’efficienza energetica deve avere priorità assoluta. Tale efficienza va stimolata favorendo la nascita di un clima aperto alle innovazioni. Vanno inoltre promosse le energie rinnovabili, in particolare quelle contraddistinte dal massimo potenziale quanto a economicità ed efficacia».
Tutto ciò non basterà però per garantire l’approvvigionamento a lungo termine. Per colmare le lacune – ha affermato la senatrice bernese – le centrali nucleari esistenti dovranno continuare a funzionare finché la loro sicurezza è garantita.
Fino al 2030 e soltanto come tecnologia di transizione dovranno essere impiegati sia gli impianti centrali a gas a ciclo combinato con recupero del calore residuo che gli impianti decentrali di cogenerazione.
Critiche
Tali conclusioni non sono però piaciute a tutti i membri del forum. Per economiesuisse, ad esempio, il rapporto è «senza fondamento, unilaterale e troppo sbrigativo». L’organizzazione mantello delle imprese svizzere sottolinea con stupore che lo scorso mese di settembre l’Ufficio federale dell’energia ha dissolto il forum e interrotto il processo di discussione. Non si può quindi secondo economiesuisse parlare di consenso.
Dello stesso parere anche swisselectric, che considera il documento «il rapporto finale personale della presidentessa del forum».
In una nota, l’organizzazione che riunisce le società elettriche ricorda di essere favorevole alla costruzione di nuove centrali nucleari e che queste ultime devono essere realizzate entro il 2025.
Di tutt’altra opinione Greenpeace, secondo cui l’opzione atomica deve’essere abbandonata adesso. L’organizzazione ambientalista sostiene globalmente il rapporto ma esprime rincrescimento per il fatto che, proprio riguardo la controversa questione del futuro delle grandi centrali nucleari, nel rapporto non vi sia sufficiente chiarezza.
Greenpeace chiede inoltre più investimenti nelle energie pulite e, soprattutto, nello sfruttamento delle fonti energetiche presenti sul territorio.
Altri sviluppi
economiesuisse
Accordo impossibile
Reagendo alle critiche, Doris Schaer-Born spiega che era impossibile giungere a conclusioni che mettessero d’accordo tutti i partecipanti.
La senatrice socialista spiega di avere optato per un rapporto finale personale anche per questioni di tempo a disposizione, visto che il governo si aspettava il documento entro la fine d’ottobre.
«I risultati presentati nel rapporto mi sembrano riflettere la maggior parte delle discussioni avute in seno al forum. Me ne assumo tuttavia l’intera responsabilità».
swissinfo e agenzie
In seno al «Forum prospettive energetiche 2035» è stato lanciato nell’autunno del 2003 il dibattito sulla politica energetica svizzera.
I risultati ottenuti sono integrati nel rapporto dell’Ufficio federale dell’energia (UFE),che servirà da base allo sviluppo futuro della politica energetica.
Il rapporto sarà sottoposto al governo, che lo valuterà entro la fine dell’anno.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.