Controversie sulla pensione anticipata
Martedì, sciopero generale in Austria, la settimana prossima in Francia: in Europa si lotta per la previdenza sociale. Oggetto della contesa: il prepensionamento.
In Svizzera, la camera bassa del parlamento vuole invece allargare la cerchia di coloro che ne potranno beneficiare.
Anche in Svizzera, entro certi limiti, uomini e donne possono scegliere individualmente quando andare in pensione. Ma si tratta però di una forma di prepensionamento che comporta perdite finanziarie.
Perciò, il Consiglio nazionale intende stanziare un fondo di 400 milioni di franchi, per compensare parzialmente la riduzione delle rendite sui bassi e medi salari. Così, anche coloro che guadagnano meno, potranno permettersi di andare in pensione in anticipo.
A lunga scadenza, però, questa tendenza al prepensionamento comprometterebbe il finanziamento dell’AVS, sostengono senatori, borghesi e ambienti economici. Che sono sì per la flessibilità, ma in senso opposto, aumentando l’età di pensionamento. E in questo sono appoggiati dal ministro dell’interno Couchepin, che ne auspica l’innalzamento progressivo a partire dal 2015, dapprima a 66 e poi a 67 anni.
Svizzeri laboriosi
Il dibattito svizzero sull’incentivazione della pensione anticipata è alquanto eccezionale nel contesto europeo, dato che nei paesi vicini la pensione anticipata è generalmente molto più diffusa.
Dopo la Svezia, la Svizzera vanta anche la più alta proporzione di lavoratori: il 68 percento dell’insieme della popolazione. E oltre il 75 percento di persone attive nella fascia d’età fra i 50 e i 64 anni.
Una proporzione che risulta molto alta rispetto ai paesi limitrofi: in Italia è del 41 percento, in Austria del 46, in Francia del 53 e in Germania del 56 percento.
Conseguenze aggravate
In molti paesi, la tendenza al pensionamento anticipato è d’ostacolo alla politica di previdenza sociale. La proporzione di chi paga le quote rispetto a chi riceve le rendite, già compromessa dall’invecchiamento della popolazione, risulta ancor più sfavorevole. In Italia, per esempio, con un tasso di natalità dell’1,2, nel 2030 ci saranno molti più anziani che giovani.
La situazione ha allarmato anche la Commissione europea, che lo scorso dicembre ha chiesto agli stati membri di riformare i rispettivi sistemi di previdenza sociale, per evitare il rischio di una catastrofe nel settore. E in occasione dei vertici UE di Lisbona e Stoccolma, è stato deciso di aumentare al 70 percento la proporzione della popolazione attiva.
Anche le ripercussioni della previdenza pubblica sui bilanci statali destano preoccupazione: in Austria, il 15 percento del prodotto interno lordo è assorbito dal sistema pensionistico, in Italia il 14 e in Francia e Germania il 12 percento.
Scioperi difensivi
Ora, in Austria sono state annunciate drastiche riforme. Nel giro di 10 anni, il prepensionamento dovrebbe essere eliminato. Oppure, contrariamente alla prassi attuale, penalizzato con una riduzione delle rendite del 13,5 percento.
I sindacati hanno prontamente reagito ai piani di riforma delle pensioni con uno sciopero generale «di difesa», il più importante da oltre mezzo secolo, che martedì ha praticamente paralizzato la vita pubblica.
Anche in Francia, la riforma delle pensioni è uno degli obbiettivi prioritari del governo per il 2003. In particolare, verranno riveduti i privilegi del servizio pubblico, che occupa il 20 percento degli attivi.
Mentre i lavoratori del settore privato vanno in pensione dopo 40 anni, con il 60 percento dell’ultimo stipendio, i funzionari cessano l’attività dopo 37 anni e ricevono il 75 percento della paga. Ora, i funzionari saranno parificati agli altri, ed entro il 2020 gli anni di contribuzione saranno portati a 42.
Ma gli impiegati statali francesi sembrano decisi a difendere la loro situazione – con uno sciopero generale il 13 maggio.
swissinfo, Hansjörg Bolliger
(adattamento dal tedesco: Fabio Mariani)
In Svizzera, il prepensionamento comporta sensibili perdite finanziarie.
Per gli uomini, la rendita è ridotta del 6,8 percento per ogni anno anticipato.
In Germania soltanto del 3,6 percento.
In Svizzera, la previdenza sociale si basa sul principio dei tre pilastri: la rendita di base AVS (Assicurazione vecchiaia e superstiti), l’assicurazione professionale obbligatoria e la previdenza personale.
La presenza di diversi elementi (sistema di ripartizione, capitale di risparmio individuale) rende il modello meno sensibile.
In molti paesi, il principio dei tre pilastri viene considerato esemplare.
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