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Crollo delle borse, a chi giova e chi nuoce il franco forte in Svizzera

Una moneta di euro e una di un franco svizzero.
Per trovare un franco così forte bisogna tornare alla famosa giornata del 15 gennaio 2015, quando la Banca nazionale svizzera abolì la soglia minima di 1,20 fino ad allora fissata in modo unilaterale, scatenando una tempesta sui mercati dei cambi. KEYSTONE

I timori di una recessione negli Stati Uniti, il conflitto in Medio Oriente e il crollo delle borse mondiali di lunedì, hanno spinto gli investitori a cercare riparo nei beni rifugio. Fra questi, il franco svizzero che si è fortemente rafforzato sulle principali valute. La sua forza potrebbe però danneggiare l’industria elvetica d’esportazione che già sta vivendo un momento delicato.

Oggi, martedì 6 agosto il mercato azionario di Tokyo ha iniziato con un forte rimbalzo dopo lo storico crollo di 12,4 punti del giorno precedente subendo il più grande calo di punti della sua storia. L’indice Nikkei ha recuperato il 10,02% grazie allo yen che si è indebolito nei confronti del dollaro. Lo stesso yen che proprio lunedì ha fatto la parte del cattivo, oggi si è offerto come potenziale ancora di salvataggio.

Lunedì nero

È stato un lunedì 5 agosto nero per le borse dove nessuno si è salvato. I listini europei sono stati trascinati in basso dall’iniziale tonfo giapponese. L’ondata negativa è poi proseguita con il crollo di Wall Street dove i giganti della tecnologia e di Internet hanno pagato il pesante ridimensionamento delle aspettative sull’intelligenza artificiale. Colossi come Amazon e Alphabet hanno perso oltre il 3,8% mentre Meta ha lasciato sul terreno il 4,7%. Particolarmente colpito il settore dell’intelligenza artificiale con Nvidia che ha perso l’11,3%.

Non solo. Il titolo di Apple ha perso il 5,1% in seguito alla notizia che la Berkshire Hathaway di Warren Buffett ha venduto quasi la metà delle sue azioni nell’azienda con sede a Cupertino nel
secondo trimestre.

La conseguenza è un franco forte

L’incertezza della borsa spinge gli investitori a puntare sui beni rifugio. La moneta elvetica, bene rifugio per eccellenza, si è fortemente rivalutata rispetto all’euro e al dollaro americano. Lunedì 5 agosto per avere un euro ci volevano 0,93 franchi. Per trovare un valore simile bisogna tornare alla famosa giornata del 15 gennaio 2015, quando la Banca nazionale svizzera (BNS) abolì la soglia minima di 1,20 fino franchi per 1 euro ad allora fissata in modo unilaterale, scatenando una tempesta sui mercati dei cambi. Altrimenti, per un tasso di cambio ancora più basso, si deve tornare indietro fino alla crisi del 2008. Anche contro il dollaro la moneta elvetica è stata scambiata a 0,84. 

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A cosa è dovuto questo rafforzamento del franco? Come afferma alla RSI Thomas Stucki, responsabile degli investimenti della Banca Cantonale di San Gallo, il franco svizzero è considerato sicuro grazie alla sua stabilità politica ed economica. Insomma, quando nel mondo regna l’incertezza, la gente si dirige verso il porto sicuro, che è il franco svizzero.

“Il franco svizzero è considerato sicuro grazie alla sua stabilità politica ed economica”

Thomas Stucki, Banca cantonale San Gallo

Questo fa aumentare la domanda di franco, mentre quella di euro e di dollaro diminuisce. In altre parole, il franco diventa più costoso rispetto alle altre valute.

Le ragioni dell’incertezza

Le ragioni dell’incertezza degli investitori sono diverse. Da un lato, come detto, c’è il crollo dei mercati azionari a livello mondiale. In tutti i Paesi, a cominciare da quelli asiatici, i titoli tecnologici hanno sofferto a causa dell’offuscamento delle prospettive dell’intelligenza artificiale. D’altra parte, i deboli dati economici degli Stati Uniti della scorsa settimana hanno alimentato i timori di una recessione. Inoltre, da non sottovalutare, il conflitto in Medio Oriente continua a mettere sotto pressione i mercati.

Chi soffre in Svizzera se il franco è forte?

Occorre premettere che per molti economisti avere una moneta molto forte come il franco dà nel complesso più vantaggi che svantaggi alla Svizzera: il bilancio sulla valuta deve essere fatto in modo complessivo, deve cioè riguardare l’economia elvetica nel suo insieme.

Vediamo però alcuni svantaggi innegabili. Un franco particolarmente forte spaventa soprattutto l’industria svizzera che basa il proprio successo e la fortuna sull’esportazione, in special modo verso gli Stati Uniti e l’Eurozona. A soffrire sono ad esempio l’industria dei macchinari, dei metalli e delle materie plastiche, nonché il settore farmaceutico e quello dell’orologeria. In totale questi settori citati hanno esportato lo scorso anno beni per quasi 300 miliardi di franchi su un totale delle esportazioni di 377,8 miliardi.

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E questo è un cattivo presagio per la Confederazione, che negli ultimi mesi ha visto la propria produzione industriale indebolirsi. In particolare, nel settore manifatturiero, che ha sofferto due brutti cali negli ultimi due trimestri.

Anche il turismo è una possibile vittima del franco forte perché rende le vacanze in Svizzera decisamente più costose per gli ospiti stranieri. Forse per quest’estate non inciderà visto che la maggior parte di turisti che arriveranno in Svizzera hanno già prenotato le vacanze. Un franco forte però potrebbe avere un’influenza negativa su coloro che stano pianificando le prossime vacanze autunnali o invernali. Visto il costo in aumento potrebbero scegliere altri lidi meno cari. 

Chi trae vantaggio in Svizzera?

Il singolo cittadino elvetico che va in vacanza all’estero. Con gli attuali tassi di cambio, gli svizzeri ricevono infatti più euro o dollari per franco rispetto al passato. È quindi probabile che le vacanze siano un po’ più economiche. Anche i turisti dello shopping beneficiano di questa situazione. Gli svizzeri si recano spesso nei Paesi vicini come Germania, Francia o Italia per fare acquisti a prezzi più convenienti. Molti prodotti inoltre sono già di per sé più economici all’estero ed è anche possibile richiedere il rimborso dell’IVA sui propri acquisti.  

A trarre vantaggio dal franco forte e realizzare maggiori profitti ci sono poi le aziende con sede in Svizzera che acquistano beni dall’estero. L’anno scorso le inportazioni della Svizzera ammontava a circa 341 miliardi di franchi, metà delle quali proveniva da altri Paesi europei come Germania, Italia, Francia e Austria. 

Inoltre, fatto non da sottovalutare, un vantaggio del franco molto forte, e lo si è visto bene in questi ultimi due anni, è che la valuta robusta aiuta parecchio a lottare contro l’inflazione. 

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Un altro vantaggio di rilievo riguarda la piazza finanziaria svizzera. Una moneta molto consistente come il franco contribuisce a mantenere ad un livello elevato l’attrattività della piazza elvetica. Rifugiarsi nel franco è un fatto che continua ad esser visto positivamente da una parte non piccola degli investitori. 

Inoltre, un franco forte può fare del bene al commercio di materie prime (caffè, cotone, petrolio, minerale di ferro, alluminio, oro, rame, ecc.) che in Svizzera ha acquisito un’importanza crescente. Oggi la Confederazione è uno degli attori più importanti al mondo nel commercio delle materie prime. Un franco forte facilita queste importazioni. 

Ora cosa succede?

Gli economisti ritengono possibile che la Banca nazionale svizzera acquisti valute estere sul mercato dei cambi per indebolire la moneta elvetica. Tuttavia, secondo gli esperti, è probabile che tali acquisti siano limitati, poiché la BNS dispone ancora di un margine di manovra per ulteriori tagli dei tassi di interesse. Una portavoce della BNS non ha voluto commentare con i colleghi della SRF l’aumento della valuta nazionale e non ha voluto dire se la BNS interverrà sul mercato dei cambi per indebolire il franco. Vedremo. 

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