Gli ostacoli del nuovo marchio Made in Switzerland
Dall’inizio del 2017 i prodotti che sono contrassegnati con il marchio “Made in Switzerland” devono soddisfare severi criteri. Lo scopo è di evitare gli abusi e di meglio proteggere l’eccellente reputazione della provenienza svizzera. (RTS/swissinfo.ch)
Per portare la famosa croce svizzera, le derrate alimentari devono rispettare due criteri: devono essere prodotte nella Confederazione e l’80% degli ingredienti o dei materiali deve provenire dalla Svizzera.
Molte aziende elvetiche stanno ancora riflettendo su come adattarsi alle nuove esigenze. Ogni settore tenta di trovare la propria strategia.
Il produttore di biscotti Hug ha già sostituito lo zucchero d’importazione con quello locale. All’azienda ci sono voluti due anni per testare quale tipo di zucchero avrebbe fornito i risultati migliori.
La fondue pronta all’uso di Gerber può continuare a portare il marchio di provenienza svizzera, sebbene non raggiunga la soglia dell’80%. Il mix di formaggio contiene infatti del vino bianco importato. Gerber sostiene che in Svizzera è impossibile trovare 35 milioni di litri di vino della giusta qualità.
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Attualmente, l’azienda viene considerata un caso eccezionale dalle autorità. Il vino è infatti tra i 58 ingredienti che figurano su una lista temporanea di eccezioni. Questi ingredienti non sono disponibili in Svizzera oppure non soddisfano gli standard industriali.
Anche l’industria del cioccolato e degli orologi beneficiano di condizioni particolari. Per il cioccolato, basta che sia prodotto in Svizzera per mantenere l’indicazione di provenienza. In altre parole, i produttori svizzeri non sono obbligati a piantare alberi di cacao sul suolo elvetico. Per ciò che riguarda gli orologi, la soglia per i componenti è del 60%.
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