Favorire le famiglie è utile alle imprese
Da uno studio pubblicato lunedì, risulta che l'economia ha tutto da guadagnare adottando una politica aziendale favorevole alle famiglie.
Secondo gli autori dell’analisi, finanziata dal Dipartimento federale dell’economia (DFE), il ritorno sull’investimento nelle misure destinate a meglio conciliare la vita lavorativa e quella familiare supererebbe l’8%.
«In Svizzera esistono sicuramente imprese pioniere, ma la maggior parte deve ancora compiere miglioramenti sostanziali», ha dichiarato alla stampa il consigliere federale Joseph Deiss.
Il ministro ha ricordato che il fatto di meglio conciliare la vita famigliare e quella professionale è una «priorità politica del Paese».
Falsi pregiudizi
Sconfessando numerosi pregiudizi in materia, lo studio «Carriera e famiglia», realizzato dall’agenzia basilese Prognos su incarico di società private, giunge alla conclusione che una politica aziendale di sostegno alla famiglia si rivela pagante.
Questa analisi è la prima che quantifica il rapporto costi-vantaggi di una politica aziendale favorevole alle famiglie. Applicando un modello di calcolo ad alcune ipotesi realistiche, ma molto prudenti, l’agenzia ha stabilito un ritorno sull’investimento immediato dell’8%. Uno studio dello stesso genere condotto nel 2003 in Germania, stimava questo utile al 25%.
Effetti benefici difficilmente quantificabili, quali la motivazione, la disponibilità e la lealtà dei dipendenti, non sono stati presi in considerazione. Il calcolo degli esperti si basa sulle percentuali superiori di ritorno delle dipendenti dopo la nascita di un figlio, della ripresa di orari più lunghi e del maggior numero di carriere interne all’azienda.
Risparmi
Adottando una politica favorevole alle famiglie, le società possono realizzare dei risparmi in vari ambiti, da quelli legati alle nuove assunzioni, a quelli connessi alla nuova ripartizione dei compiti o alla formazione di nuovi quadri esterni.
Dall’analisi, risulta che talune misure di politica familiare non risultano essere particolarmente onerose. Il tele-lavoro, il job-sharing, l’introduzione di orari di lavoro flessibili o il fatto di incoraggiare il lavoro a tempo parziale per i posti più elevati nella gerarchia d’impresa, non costano molto alle imprese. Prolungare un congedo maternità o dei congedi parentali eccezionali poi, non implica costi supplementari.
Per effettuare i loro calcoli, gli esperti hanno creato una società fittizia, la «Famiglia SA». Dallo studio risulta che, misure quali il sostegno finanziario a nidi d’infanzia o il congedo parentale supplementare costano meno di quanto invece fanno guadagnare a un’impresa. Per i suoi 1500 impiegati, «Famiglia SA» spende ad esempio ogni anno 247’000 franchi per la promozione della vita familiare ma risparmia al contempo 266’900 franchi.
Assegni famigliari
Dal canto suo, il sindacato Travail.Suisse si rallegra del fatto che le imprese svizzere e il ministro dell’economia si interessino alle famiglie.
In un comunicato, il sindacato auspica tuttavia che questi sforzi non facciano «perdere di vista» le priorità politiche, che devono permettere di migliorare entro breve termine il sistema degli assegni familiari.
Travail.Suisse afferma che gli assegni familiari permettono di migliorare in modo reale il budget delle famiglie e reputa positivo che lo studio incoraggi le imprese a versare assegni più elevati rispetto quanto prevede la legislazione elvetica.
swissinfo e agenzie
Gli esperti hanno preso come modello di calcolo un’impresa che impiega 1500 persone.
Se ogni anno spende 247’000 franchi per la sua politica di sostegno alle famiglie, essa realizza al contempo dei risparmi pari a 266’900 franchi.
Una politica aziendale favorevole alle famiglie ha un ritorno sull’investimento immediato dell’8%.
Un’analisi simile, effettuata nel 2003 in Germania, stimava questo utile al 25%.
Lo studio «Carriera e famiglia» sul rapporto fra costi e vantaggi legati a una politica aziendale favorevole alle famiglie è stato realizzato presso 20 aziende dalla società basilese Prognos.
È stato finanziato dal distributore alimentare Migros, dal gruppo farmaceutico Novartis, dalla Posta, dalla banca Raiffeisen e dal Dipartimento federale dell’economia.
Vi hanno partecipato il Politecnico di Zurigo, Nestlé, SRG SSR idée suisse e la ditta Victorinox.
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