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Forte aumento dei prezzi in ottobre

Sempre più caro: rifornirsi d'olio da riscaldamento Keystone Archive

Il rincaro raggiunge l'1,3 per cento su base annua. Non toccava tali livelli da un anno e mezzo a questa parte.

Il ritmo dell’inflazione è dettato dall’aumento dei prezzi dell’olio da riscaldamento, dei capi d’abbigliamento e delle calzature. Il barometro dei consumi resta relativamente stabile.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo in ottobre ha segnato un aumento dello 0,9 per cento rispetto al mese precedente, raggiungendo il livello di 104,3 punti (termine di riferimento: maggio 2000, 100 punti).

Su base annua, il rincaro è risultato dell’1,3 per cento a fronte di quote annue dello 0,9 per cento in settembre scorso e dello 0,5 per cento nell’ottobre 2003. Lo ha indicato in un comunicato l’Ufficio federale di statistica (UST), precisando che il tasso di rincaro annuo medio dovrebbe fissarsi tra lo 0,8 e lo 0,9 per cento per il 2004.

Era da quasi due anni che non si registrava un rincaro così pronunciato.

Il prezzo del calore

L’aumento è dovuto principalmente a una progressione dell’indice dei prezzi del gruppo indumenti e calzature (+15,1 per cento) e ai rincari osservati per l’olio da riscaldamento (+17,4 per cento), che attualmente si assesta al 37,9 per cento sopra il livello dell’anno precedente.

Nel primo caso i prezzi bassi delle svendite dei mesi di gennaio e di luglio sono stati praticamente controbilanciati dai prezzi regolari per gli indumenti dell’assortimento invernale e per tutto l’anno, i quali, a causa del loro livello più elevato, hanno condotto ad un aumento dell’indice.

Mobilità più cara, alimentazione stabile

Fra gli altri settori vi è da rilevare che, rispetto al mese precedente, l’indice del gruppo «abitazione ed energia» è progredito dell’1,1 per cento. Verso l’alto anche l’indice del gruppo «trasporti» (+0,2 per cento), a causa dell’aumento dei prezzi del carburante e delle automobili nuove.

I prezzi del carburante, in particolare quello del diesel, hanno registrato un aumento dello 0,7 per cento rispetto al mese precedente (giorno di riferimento primo ottobre), assestandosi così a un livello del 10,3 per cento superiore a quello dell’anno precedente. Per contro è stato registrato un lieve calo dei prezzi delle automobili d’occasione.

Alberghi e ristoranti hanno fatto segnare una progressione dello 0,2 per cento, mentre sono rimasti stabili i prezzi dei gruppi «prodotti alimentari e bevande analcoliche»: sono costati di più la cioccolata, i salumi, la pasta alimentare (tutti per la fine di una vendita promozionale) e il pane speciale, sono risultati invece più a buon mercato gli ortaggi, la frutta e la carne suina.

Anche il settore della sanità non ha fatto registrare variazioni di rilievo.

La merce importata costa di più

Il rincaro di ottobre è da ricondurre soprattutto al prezzo dei beni d’importazione, aumentato del 3,3 per cento. Stabile, invece, il prezzo dei prodotti indigeni.

Per il 2005, l’UST calcola un tasso di rincaro annuo medio dell’1,3 per cento. Questa previsione si basa sul presupposto di una solida crescita congiunturale e d’interessi che continuano a rimanere moderati.

L’incognita maggiore nella previsione del rincaro è data dall’oscillazione dei prezzi del petrolio.

Consumatori sfiduciati

L’aumento dei prezzi, non sembra incidere molto sull’atteggiamento dei consumatori. Ma non per questo il clima può dirsi buono. I consumatori svizzeri non credono nella ripresa, temono per la sicurezza del posto di lavoro e puntano massicciamente sul risparmio.

È quanto emerge dall’indagine trimestrale del segretariato di stato dell’economia (seco) sulla fiducia dei consumatori: il relativo indice è sceso in ottobre a -13, un dato solo lievemente più basso del -12 di luglio, ma anche il primo calo dall’aprile 2003, quando era a -36.

Bruno Parnisari, uno degli esperti del seco, ritiene tuttavia che non ci siano motivi di preoccupazione e che la situazione non sia così drammatica come potrebbe apparire a prima vista. L’umore dei consumatori sarebbe condizionato da fattori momentanei. Le speranze di chi punta su un aumento dei consumi nel periodo natalizio non sono dunque tutte perdute.

swissinfo e agenzie

L’inflazione di ottobre si assesta all’1,3% (+0,4% rispetto a settembre)
17,4%: aumento del prezzo dell’olio di riscaldamento
15,1%: aumento nel settore abbigliamento e calzature
Prendendo in considerazione tutto il 2004, l’inflazione non dovrebbe superare lo 0,9%

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