I rimedi del governo per far volare l’economia
Il governo propone un pacchetto di 17 misure per rilanciare la crescita economica. Ce n’è per tutti i gusti, ma l’intervento statale resta tabù.
Un passo nella direzione giusta per le organizzazioni padronali, un’operazione di pubbliche relazioni per i sindacati.
La Svizzera deve ritrovare la via della crescita economica, ma il rilancio non avverrà per mezzo di un’iniezione di mezzi statali, bensì grazie a un «pacchetto» di 17 misure, approvato oggi dal Consiglio federale. Per il governo, la politica di crescita economica deve essere il filo conduttore del programma di legislatura che sarà adottato la settimana prossima.
Da dieci anni la Svizzera registra la crescita economica più debole dei paesi dell’Organizzazione di cooperazione e di sviluppo economico (OCSE). Per raccogliere la sfida dell’invecchiamento demografico, si devono adottare tempestivamente provvedimenti destinati ad accelerare il ritmo di crescita. Il governo vuole promuovere una serie di riforme entro il 2006.
È tuttavia impossibile quantificare l’impatto che le misure proposte potranno avere sull’economia elvetica. Tutto dipende dal loro grado di realizzazione, ha affermato Joseph Deiss davanti alla stampa. Secondo l’OCSE, la Svizzera potrebbe accrescere il suo PIL dell’otto per cento in dieci anni se aumenta la concorrenza, ha aggiunto il presidente della Confederazione.
Niente di nuovo sotto il sole
Le 17 misure proposte dal Consiglio federale non piacciono all’Unione sindacale svizzera (USS): «niente di nuovo sotto il sole, i provvedimenti erano già tutti noti». Secondo Travail.Suisse, quello governativo è solo un «programma vago».
Serge Gaillard, segretario dell’USS lo ritiene «un’operazione di pubbliche relazioni» più che una base concreta per il rilancio dell’economia. Del resto, ha aggiunto Gaillard, i provvedimenti proposti sono già stati presi in seguito al rapporto sulla crescita economica pubblicato nel maggio del 2002 dal Segretariato di stato dell’economia (seco).
Così come il mondo sindacale, anche la sinistra si è detta delusa del programma governativo. Il portavoce del Partito socialista, Jean-Philippe Jeannerat, ritiene che sia «un catalogo di progetti molto vaghi e dal profilo indefinibile, una ripresa delle dichiarazioni d’intenti già effettuate in passato».
Un passo nella direzione giusta
Per le associazioni padronali si va invece nella giusta direzione. Economiesuisse, l’associazione mantello delle aziende svizzere, saluta la volontà di riforma e chiede al Governo di continuare con impegno e fermezza sulla strada intrapresa.
Dello stesso avviso di economiesuisse sono l’Unione svizzera degli imprenditori e l’Unione svizzera delle arti e mestieri (Usam). Per loro il programma governativo va nella direzione giusta. Anche se, come dichiara Pierre Triponaz, direttore dell’Usam, è facile schizzare le grandi linee, «ma bisogna stare a vedere come verranno concretizzati i dettagli».
Anche gli ambienti politici di centrodestra hanno accolto favorevolmente le 17 misure proposte dal governo. Unione democratica di centro e liberali esprimono però qualche dubbio sulla loro realizzazione pratica.
Per il segretario generale del Partito popolare democratico, Reto Nause, si tratta di «un buon programma, che mette le priorità al posto giusto», vale a dire nella lotta contro i prezzi troppo elevati e nello sgravio amministrativo delle piccole e medie imprese.
swissinfo e agenzie
Il pacchetto di 17 misure presentato mercoledì dal Consiglio federale mira sostanzialmente a sei obiettivi:
– incrementare la concorrenza sul mercato interno,
– proseguire l’integrazione nell’economia mondiale,
– limitare l’onere fiscale,
– ottimizzare le attività dello Stato e mantenere il tasso d’attività elevato,
– garantire la competitività del sistema di formazione,
– riformare il diritto economico per favorire la concorrenza.
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