I salari in affanno dietro al rincaro
Gli aumenti salariali previsti per il prossimo anno permetteranno semplicemente ai lavoratori di compensare il rincaro del costo della vita.
I sindacati cristiani ne sono sicuri : l’aumento globale dell’1% dei salari non basterà a rilanciare il consumo e a rafforzare la situazione congiunturale.
Secondo l’organizzazione mantello dei sindacati cristiani, Travail.Suisse, l’esito dei negoziati salariali 2005 è in generale «modesto» e non contribuisce a ravvivare i consumi privati e a migliorare la situazione congiunturale.
La crisi nel portamonete
«L’aumento dei salari basterà semplicemente a compensare il costo della vita e non permetterà ai lavoratori di avere più soldi a disposizione per i loro acquisti», hanno affermato martedì Travail.Suisse e i suoi membri Syna, transfair e Hotel&Gastro Union, riunitisi a Berna per una conferenza stampa.
Durante le trattative, Travail.Suisse prevedeva un rincaro pari all’1 %. Negli ultimi due mesi, però, questo tasso è rapidamente salito all’1,5 % a causa dell’impennata del prezzo del petrolio.
«A ciò si sono aggiunti incrementi quali la progressione dei premi dell’assicurazione malattia obbligatoria e il nuovo sistema di franchigie, l’aumento del 13 % dei premi per gli incidenti non professionali e i cambiamenti nel secondo pilastro», sottolinea Travail.Suisse.
Ritardo da recuperare
La federazione sindacale ritiene che, in ambito salariale, la Svizzera abbia accumulato un ritardo: l’aumento reale del potere d’acquisto durante gli ultimi dieci anni non supera infatti lo 0,4%.
Proprio per permettere ai lavoratori di effettuare più acquisti, durante gli ultimi negoziati salariali del mese d’agosto Travail.Suisse aveva chiesto un aumento dei salari reali del 2%, ossia l’1% in più di quello che allora era il tasso d’inflazione annuale.
Il sindacato Syna, che rappresenta 65’000 lavoratori dell’industria, dei servizi e dell’artigianato, afferma l’«importanza fondamentale» di mantenere il potere d’acquisto dei salariati.
Salari minimi rispettati
Vi è comunque un aspetto positivo dei negoziati che uno dei responsabili del sindacato Syna tiene a sottolineare: «Constatiamo che i montanti minimi fissati per i salari più bassi sono stati generalmente rispettati».
Il sindacalista ricorda tuttavia che attualmente sussistono ancora importanti differenze fra i differenti settori. Il salario minimo in ambito alberghiero è fissato a 3150 franchi, mentre in quello delle costruzioni raggiunge i 3995 franchi.
La lotta continua
Visti i margini di miglioramento, la lotta sindacale prosegue.
Travail.Suisse si batterà affinché i salari medi non perdano potere d’acquisto e quelli minimi vengano aumentati in diversi settori. Una misura utile a rilanciare la crescita economica.
«Chi dispone di meno denaro spende infatti la maggior parte del guadagno in beni di consumo» afferma Susanne Blank, responsabile della politica economica del sindacato.
Il sindacato cristiano ritiene inoltre «impellente far luce sulla politica salariale di molte società: in particolare occorre verificare i criteri dei sistemi di indennità e render nota la differenza fra il compenso più elevato e quello più basso».
Travail.Suisse intende inoltre assicurare il rispetto della Convenzione collettiva di lavoro nazionale: «È imperativo che quanto previsto dalla convenzione sia applicato rigorosamente, in modo da prevenire il rischio di dumping salariale» ha affermato il sindacalista Eric Dubuis, segretario di Hotel&Gastro Union per la Svizzera romanda.
swissinfo e agenzie
Creato nel mese di dicembre del 2002, Travail.Suisse raggruppa le federazioni e i sindacati allora affiliati alla Confederazione dei sindacati cristiani della Svizzera.
I suoi principali componenti sono il sindacato Syna (industria, servizi e artigianato), transfair (servizio pubblico e settore terziario) e i sindacati del settore alberghiero e della ristorazione.
In tutto, le 12 associazioni del sindacato cristiano Travail.Suisse annoverano all’incirca 150’000 membri.
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