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Il biocarburante sostenibile unisce Brasile e Svizzera

Migrol partecipa a un progetto che concerne il Brasile e la produzione di biocarburante Keystone

L'associazione «gebana» venderà, unitamente a Migros – leader svizzero nel settore del dettaglio – il primo carburante ecologico e conforme ai principi del commercio equo.

Migrol, azienda petrolifera di Migros, acquisterà il combustibile da gebana a prezzi vantaggiosi anche per gli agricoltori brasiliani. Il progetto è stato lodato in quanto rispettoso dell’ambiente.

Dal 2002, l’associazione gebana – con sede a Zurigo e attiva nell’ambito del commercio equo – ha operato in stretta collaborazione con oltre 350 famiglie della località di Capanema, situata nella parte sudoccidentale del Brasile, nei pressi delle celebri cascate di Iguazu. Il progetto ha permesso di fornire supporto agli agricoltori che producono olio di soia utilizzando metodi sostenibili dal profilo ecologico.

L’accordo tra Migrol e gebana consentirà ai coltivatori di poter vendere il frutto del loro lavoro a un prezzo equo. Il carburante ricavato dall’olio di soia costerà 60 centesimi di franco in più al litro rispetto a quello tradizionale.

Concretamente, i clienti acquistano il rifornimento di carburante ecologico mediante il sito Internet di gebana, pagando il sovrapprezzo. Migrol s’impegna ad acquistare la medesima quantità di biocarburante che viene miscelato con il carburante fossile o il diesel. Gli automobilisti possono fare il pieno a prezzi normali a una delle 290 stazioni di servizio Migrol consapevoli di utilizzare in parte carburante ecologico.

Fenomeno in espansione

La quota ecologica di 60 centesimi è così ridistribuita: 30 centesimi vengono destinati direttamente ai coltivatori, 23 servono a coprire i costi di marketing e sviluppo mentre i restanti sette centesimi spettano al consolidamento del progetto in Brasile.

«L’idea è quella di permettere ai contadini di guadagnarsi da vivere grazie alla loro produzione», spiega a swissinfo Adrian Wiedmer, responsabile del progetto presso gebana, che aggiunge: «inizialmente i coltivatori sono stati aiutati a ottenere prodotti alimentari organici quali frutta secca e semi di soia; in seguito abbiamo individuato l’opportunità di indirizzarci verso i biocarburanti».

Wieder ha inoltre sottolineato che, se l’interesse della popolazione nei confronti dei biocarburanti dovesse eguagliare quello per i prodotti alimentari rispettosi di etica e ambiente, ciò «potrebbe costituire un cambiamento enorme per la natura e i sistemi agricoli».

I carburanti in questione sono peraltro oggetto di discussioni, dal momento che voci critiche hanno sottolineato i problemi legati ai residui della combustione dell’olio vegetale, e quelli per l’ecosistema risultanti dalla coltivazione massiccia delle materie prime.

Prudenza necessaria

A questo proposito, la comunità di lavoro Alliance Sud ha deciso di sostenere il progetto di gebana proprio perché ritenuto attento ai rischi relativi al disboscamento e al deterioramento del suolo.

Rosemarie Bär, portavoce di Alliance Sud, ha infatti sottolineato che la via intrapresa da gebana «costituisce un esempio da seguire, in quanto rappresenta un’alternativa alla produzione globale di biocarburanti, che spesso ha conseguenze ecologiche e sociali devastanti».

Pure Migrol ha mostrato interesse per questo aspetto, forte di alcune esperienze effettuate in passato, quali il diesel ecologico lanciato nel 1992 e il marchio Greenlife, istituito nel 1995. «Quando gerbana ci ha proposto il suo progetto, l’abbiamo giudicato un progresso nel solco da noi intrapreso», spiega a swissinfo il dirigente di Migrol Daniel Furrer, che aggiunge: «per noi è importante sapere che il modo di agire non mette in pericolo le foreste».

Sensibilmente migliore

Anche la Segreteria di Stato per l’economia (Seco) appoggia, nel quadro dell’aiuto allo sviluppo, la cooperazione tra gebana e Migrol. La Seco ha ribadito che un reale miglioramento delle condizioni di vita è possibile soltanto se il bilancio delle vendite è positivo anche dal profilo ecologico.

Da uno studio indipendente commissionato dalla Seco stessa è infatti risultato che il carburante prodotto nel quadro del progetto permette di ridurre del 70% le emissioni di gas a effetto serra rispetto a quelli fossili; la sua produzione ha inoltre un effetto benefico più duraturo di tutti gli altri biocarburanti considerati.

Nei prossimi 3-10 anni, gerbana intende produrre 10 milioni di litri di carburante ecologico ed estendere il sistema sperimentato in Brasile ad altre aziende agricole.

swissinfo, Matthew Allen, Zurigo
(traduzione e adattamento, Andrea Clementi)

In Svizzera, il 65% dei veicoli a motore utilizzano benzina, il 34% diesel e l’1% altri carburanti.
In seno all’Unione Europea (UE), nel 2003 i biocarburanti rappresentavano lo 0,3% del totale dei carburanti utilizzati per i veicoli a motore.
Nel 2005 questa percentuale è salita al 2%.
L’obiettivo dell’UE è di raggiungere il 5,75% entro la fine del 2010.
Recentemente, gli Stati Uniti hanno annunciato di perseguire l’obiettivo di rendere «bio» – entro il 2010 – almeno il 10% del carburante utilizzato da tutte le automobili.

Con questa espressione si identificano tutti i carburanti ricavati da biomasse, ovvero dalla parte biodegradabile dei prodotti derivanti dall’agricoltura. Uno dei più noti è il biodiesel: lo si ricava facendo reagire tra loro un olio di semi con un alcool. Ne risultano molecole di acidi grassi, che possono fungere da carburante in sostituzione del gasolio o in miscela con esso.

La produzione su larga scala delle materie prime, utilizzate per produrre i biocarburanti, è stata tuttavia criticata a causa della distruzione di habitat naturali. L’elevata quantità di energia impiegata nel processo di produzione è pure al centro delle discussioni.

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