Il Forum di Davos termina con dei segnali positivi
Il Forum economico mondiale (WEF) si è concluso domenica con un bilancio positivo e molte speranze di progresso, secondo il suo direttore generale, André Schneider.
La coscienza ecologica germoglia, mentre israeliani e palestinesi sembrano propensi a riprendere il dialogo. L’intervista.
Con un appello alla dignità umana, domenica è calato il sipario sulla 36esima edizione del Forum economico mondiale di Davos. Per il direttore del WEF i risultati concreti delle discussioni saranno visibili solo nel corso dell’anno. Ma mentre i leader del pianeta lasciavano la valle innevata André Schneider si è mostrato ottimista.
swissinfo: Qual’è il suo bilancio dell’edizione 2007?
André Schneider: Dal punto di vista della partecipazione, è stata una grande annata, con un gruppo eccezionale di capi azienda ed eccellenti rappresentanti politici e della società civile. Bisogna sottolineare le discussioni molto importanti sul tema dei cambiamenti climatici e della pace in Medio Oriente.
Molti scambi ruotavano sul futuro dell’Iraq, della Palestina e di Israele, con un coinvolgimento della società civile anche per video conferenza. In questo senso le cose cominciano a muoversi. Per quanto riguarda l’OMC (Wto), speriamo in una nuova energia per portare a termine il ciclo di Doha.
swissinfo: Per cinque giorni si è molto parlato di sicurezza, cambiamenti climatici, Medio Oriente. Ma ci sono stati davvero dei progressi?
A.S.: C’è una più forte volontà da parte dei protagonisti palestinesi e israeliani di proseguire sulla strada della pace. Anche molte più imprese s’impegnano fortemente per trovare nuove soluzioni alla riduzione di emissioni di CO2. In questo ambito registriamo dei veri progressi.
swissinfo: Le aspettative circa il Medio Oriente erano grandi. Ma per finire non vi è nulla di concreto. È deluso?
A.S.: Non so chi avesse delle grandi aspettative, perché la situazione attuale non potrebbe essere peggiore. Oggi bisogna restaurare la discussioni tra le parti e penso che questo sia stato fatto.
Il nostro contributo è stato di mostrare a che punto la società civile, nei due campi, non ne può più della situazione e vuole che migliori. Penso che abbiamo contribuito a dare una nuova direzione.
swissinfo: Si è parlato anche molto di clima e di ambiente. Ma quale servizio concreto può offrire il WEF?
A.S.: Il nostro ruolo principale è di mantenere aperta la discussione: siamo diventati una piattaforma che permette alle imprese di presentare le loro iniziative.
DHL ha presentato ad esempio una soluzione che elimina gli effetti dannosi sull’ambiente dell’invio di pacchi. Con il sostegno di Greenpeace, Coca Cola sta sviluppando un nuovo frigorifero che consuma meno energia e produce molta meno anidride carbonica.
Il fatto che presentino qui queste soluzioni mostra agli altri imprenditori che è possibile conciliare innovazione e redditività economica.
swissinfo: La ministra degli affari esteri ha invitato il WEF ad organizzare il suo incontro annuale a Gerusalemme nel 2008. Ci andrete?
A.S.: Per noi sarebbe il punto culminante del processo di pace. Quando sarà concluso un accordo di pace andremo in Palestina e in Israele. Ma ad ogni modo pensiamo di organizzare sul posto un incontro medio-orientale, non un mega appuntamento geopolitico globale. L’unico tema sarebbe il Medio Oriente, il suo futuro, la pace.
Immaginiamo che un incontro tale non si terrebbe solo a Gerusalemme, ma probabilmente anche a Betlemme e forse a Ramallah. Luoghi cruciali per coloro che devono concludere la pace.
Intervista swissinfo: Pierre-François Besson, Davos
Traduzione: Raffaella Rossello
Il World Economic Forum è stato fondato da Klaus Schwab, con il nome di Management Symposium, a Davos nel 1971.
Da allora si riunisce annualmente nella stazione grigionese. Nel 2002, quattro mesi dopo gli attentati dell’11 settembre, il meeting era stato organizzato eccezionalmente a New York.
L’edizione 2007 ha riunito 2400 partecipanti di 90 paesi. Il motto era “Il nuovo equilibrio del potere”.
L’economia, ma anche la politica, i cambiamenti climatici e le nuove tecnologie
sono state al centro delle discussioni a Davos.
Sabato da Davos è venuto un segnale forte per il rilancio dei negoziati del ciclo di Doha (OMC, Wto).
La Svizzera ha concluso a Davos un accordo commerciale con l’Egitto.
Molte sono state le discussioni bilaterali, in particolare tra Svizzera e Germania, Autorità palestinese, Messico, Indonesia e Nuova Zelanda.
La ministra elvetica dell’economia, Doris Leuthard, ha incontrato Bill Gates, con cui ha discusso di e-government, ricerca e innovazione.
A Basilea più di mille persone hanno manifestato pacificamente sabato contro il WEF, senza incidenti maggiori.
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