Il governo boccia l’iniziativa per finanziare le pensioni
Botta e risposta sull'iniziativa popolare per finanziare le pensioni. Lunedì il partito socialista, favorevole, martedì il governo, che parla di "vane promesse".
Per il ministro delle finanze Merz, l’iniziativa “COSA” in votazione il 24 settembre procurerà solo nuovi problemi a Confederazione, cantoni e banca nazionale (BNS).
L’iniziativa popolare “Utili della Banca nazionale per l’AVS” (“COSA”), che propone di versare gli utili della BNS all’assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS, primo pilastro), ad eccezione di un miliardo di franchi riservato ai cantoni, non è in grado di garantire la sicurezza finanziaria dell’assicurazione.
È quanto ha dichiarato martedì il ministro delle finanze elvetico Hans-Rudolf Merz, secondo cui l’iniziativa offre solo vane promesse.
Illustrando la posizione governativa sull’oggetto in votazione popolare il 24 settembre prossimo, Merz ha detto che l’iniziativa “COSA” non propone alcuna nuova fonte di finanziamento, ma si limita a ridistribuire i fondi.
Nel migliore dei casi, questo testo permetterà di rinviare di qualche anno le riforme necessarie per quanto riguarda le prestazioni e le fonti di finanziamento. Infatti, nel 2015 l’AVS dovrà far fronte a un’eccedenza di oneri per 11-14 miliardi di franchi.
Il santo non vale la candela
Se l’iniziativa dovesse essere accolta, “l’AVS rischierebbe comunque di restare a bocca asciutta”, ha dal canto suo affermato il presidente dell’istituto d’emissione Jean-Pierre Roth. Egli prevede infatti a termine un utile da distribuire di appena un miliardo di franchi, ossia pari alla somma riservata dall’iniziativa ai cantoni. In tal caso, il santo non vale la candela.
Dei circa 2,4 miliardi che la BNS stima di poter ricavare quale reddito annuale occorre infatti sottrarre 250 milioni per i costi di gestione, ma anche 1,15 miliardi da attribuire agli accantonamenti, ha sottolineato Roth.
Questi accantonamenti sono necessari per mantenere le riserve monetarie a un livello tale da garantire i pagamenti esterni in caso di crisi e poter intervenire sul mercato dei cambi. Ebbene, la Svizzera non ha riserve in eccesso, ha aggiunto.
Peggio ancora, l’iniziativa minaccerebbe l’indipendenza della BNS, “che non può servire due padroni” (politica monetaria e politica sociale), ha sottolineato Roth.
In caso di “sì” all’iniziativa il 24 settembre, l’istituto sarebbe posto sotto pressione affinché distribuisca ancora di più. La BNS si vedrebbe costretta a incrementare la massa monetaria o a procedere a investimenti azzardati. La sua credibilità sarebbe in pericolo, ciò che potrebbe favorire la speculazione e minacciare la stabilità del franco svizzero.
Altra strategia
Per aiutare l’AVS – secondo Hans-Rudolf Merz – è meglio attribuirle i sette miliardi provenienti dalla vendita delle riserve di oro in esubero della BNS, che spettano alla Confederazione e che sono provvisoriamente congelati nel fondo del primo pilastro.
Imponendo invece una nuova chiave di ripartizione degli utili della BNS in sostituzione di quella attuale (1/3 alla Confederazione e 2/3 ai cantoni), l’iniziativa priverebbe a breve termine la cassa federale di circa 833 milioni di franchi all’anno. Ne soffrirebbero settori come la formazione, il traffico o l’agricoltura, ha ammonito Hans-Rudolf Merz.
Anche i cantoni non vedono di buon occhio le perdite che potrebbero scaturire da un sì all’iniziativa e da una nuova ripartizione degli utili della BNS.
Soletta perderebbe 22 milioni all’anno e Sciaffusa 6,2, ha rilevato a titolo d’esempio il presidente della Conferenza dei governi cantonali, la svittese Lorenz Bösch.
swissinfo e agenzie
Il sistema pensionistico svizzero, che si basa sulla solidarietà fra le generazioni, è sempre più sotto pressione a causa dell’invecchiamento della popolazione.
Sempre più persone anziane maturano il diritto alla pensione, ma sempre meno giovani pagano le quote per il suo finanziamento.
L’origine del sistema risale al 1925, quando l’elettorato svizzero approvò un articolo costituzionale per la creazione di un’assicurazione obbligatoria per la vecchiaia e per i superstiti. Il 1° gennaio 1948 l’articolo entrò in vigore e da allora furono versate le prime rendite.
Nel 2015, l’AVS dovrà far fronte ad un disavanzo di 11-14 miliardi.
Attualmente, l’età del pensionamento è di 65 anni per gli uomini e di 64 per le donne.
Nel 2020, il 20% della popolazione avrà raggiunto o oltrepassato i 65 anni.
Questa percentuale salirà al 25% nel 2040.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.