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Il libero scambio con gli USA sotto la lente

Lo scambio di merci tra i due paesi potrebbe aumentare dal 20 al 100% Keystone

Secondo un rapporto pubblicato a Washington, un accordo di libero scambio tra Svizzera e Stati Uniti garantirebbe "significativi vantaggi" ai due paesi.

Allo stesso tempo, il rapporto ammette che un accordo del genere avrebbe un’influenza “trascurabile” sulla crescita dell’economia svizzera.

L’Istituto d’economia internazionale, un centro di ricerca la cui sede è a Washington, ha svelato martedì le conclusioni preliminari di un rapporto che sarà pubblicato entro il prossimo mese di gennaio, quando il consigliere federale Joseph Deiss ed il rappresentante americano al commercio, Rob Portman, decideranno se impegnare o meno i rispettivi governi in negoziati in vista di un accordo di libero scambio.

Le prime conclusioni del rapporto sono state esposte in presenza di Jean-Daniel Gerber, segretario di Stato all’Economia, e davanti ad un gruppo di uomini d’affari.

Il principale autore del rapporto, Gary Hufbauer, ha subito messo in evidenza che “anche tra paesi con un elevato grado di sviluppo come la Svizzera e gli Stati Uniti, l’elaborazione di un accordo di libero scambio presenta molte sfaccettature complicate”.

Hufbauer ha pure sottolineato come nel 2001 la sua squadra già aveva presentato un rapporto riguardante un progetto di libero scambio tra USA e Corea del Sud. Ma quattro anni dopo questo accordo non ha ancora visto la luce.

Tuttavia, l’analisi del progetto USA-Svizzera rileva che “i due paesi sono tra i più grandi partigiani dell’economia di mercato. Essi hanno dunque la possibilità di trovare un accordo innovatore che possa ispirare l’Organizzazione mondiale del commercio”.

Crescita limitata

Secondo il rapporto, “i vantaggi potenziali” dell’accordo sono “estremamente positivi”.

Il flusso di merci tra i due Stati potrebbe aumentare dal 20 al 100%, il volume d’investimenti americani in Svizzera di circa il 40%.

Ma l’Istituto d’economia internazionale riconosce che gli altri vantaggi economici di un accordo di libero scambio sarebbero “modesti”, se non addirittura trascurabili.

In effetti, l’incremento degli scambi di servizi è stimato soltanto al 12%. Stando il rapporto, un accordo “garantirebbe dei vantaggi limitati alla crescita svizzera ed americana”.

Nella migliore delle ipotesi, “i guadagni in termini di prodotto nazionale lordo per i due partner sarebbe dell’ordine di 1.1 miliardi di dollari per anno, ciò che per il PNL svizzero equivale ad un incremento dello 0.5%”.

Una fase esploratoria

Da parte sua, Jean-Daniel Gerber, dopo due giorni di colloqui sul progetto con i responsabili americani del Dipartimento di Stato e dell’Ufficio del rappresentante al commercio, ha sottolineato di non disporre ancora di alcun mandato negoziale e che il dossier resta in una fase esploratoria.

Gerber si è detto ottimista, ma non ha nascosto che “esistono degli ostacoli”. Al primo posto, sia Gerber che Hufbauer mettono l’agricoltura.

Gli americani vedono di cattivo occhio le sovvenzioni che proteggono l’agricoltura elvetica.

L’autore dello studio rileva pure gli americani saranno parecchio sensibili “ai prodotti zuccherati ed a quelli che ruotano attorno al formaggio, due settori molto protetti sul mercato americano”.

swissinfo, Marie-Christine Bonzom, Washington
(traduzione: swissinfo, Marzio Pescia)

Con una quota del 10%, gli Stati Uniti sono il secondo mercato per le esportazioni elvetiche, dietro la Germania (20.6%) e davanti a Francia e Italia.
Nel 2004, le esportazioni svizzere di beni e servizi verso gli USA hanno raggiunto 14.2 miliardi di franchi.
Il valore delle importazioni è stato invece di 5.7 miliardi di franchi.

I grandi beneficiari svizzeri di un accordo di libero scambio con gli USA sarebbero i settori dell’orologeria, della farmaceutica e della chimica.

L’agricoltura figurerebbe invece tra i grandi perdenti.

Gli USA potrebbero in effetti importare sul mercato svizzero cereali e carne bovina a dei prezzi molto inferiori a quelli praticati in Svizzera.

Gli americani vedono di cattivo occhio le sovvenzioni che proteggono il settore agricolo elvetico.

All’inizio del 2006, Svizzera e USA decideranno se iniziare o meno dei negoziati in vista di un accordo.

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