Il mercato cinese non fa più sognare Swiss
La Svizzera è diventata una delle destinazioni turistiche “ufficiali“ per la Cina. Lo hanno annunciato giovedì a Pechino Hu Jintao ed il suo omologo elvetico Pascal Couchepin.
Swiss, la compagnia aerea nazionale, non intende tuttavia reintrodurre alcun volo diretto su Pechino.
Con il rigoroso piano di risanamento iniziato la scorsa primavera, Swiss aveva cancellato numerose destinazioni dal proprio orario. Tra questi pure l’unico volo diretto di cui disponeva verso la Cina, l’impero di mezzo: Zurigo-Pechino.
Le conseguenze della decisione sono state sperimentate dallo stesso Pascal Couchepin, attualmente in visita in Cina alla testa di un’importante delegazione economica.
In effetti, il presidente della Confederazione ha dovuto recarsi a Copenhagen per poi imbarcarsi su un volo della scandinava SAS che l’ha condotto a Pechino.
Centinaia di rappresentanti di società elvetiche attive in Cina, di fronte alla decisione di Swiss di abbandonare il paese, avevano scosso il capo.
Dominik Werner, portavoce di Swiss, conferma tuttavia la decisione strategica della compagnia: “Anche prima dell’emergenza SARS, la rotta Zurigo-Pechino era al limite della redditività”.
Tra business e speranze future
Eppure, la redditività non era tra i fattori principali che, nel 1975, avevano convinto autorità elvetiche e management della defunta Swissair ad introdurre un volo su Pechino.
Dopo Air France, Swissair è stata la seconda compagnia occidentale a farlo. Allora, il DC-8 che assicurava il collegamento (il viaggio durava 32 ore!) necessitava di ben due scali: Atene e Bombay. Più tardi, grazie al DC-10, Swissair il volo si fece diretto.
La scelta d’avvicinarsi alla lontana Cina fu soprattutto strategica. Già allora, la rotta non generava utili mirabolanti. Ma i responsabili della compagnia aerea vi intravidero un grande potenziale di sviluppo futuro.
A corto termine, no
Ed è ciò che si è poi realizzato. La domanda di collegamenti aerei per la Cina è attualmente molto grande. E questo ampio mercato viene cavalcato da grandi compagnie europee come Lufthansa, SAS o KLM.
Ma dunque Swiss è ora pronta a rivedere la propria decisione? “Teniamo il mercato costantemente sotto controllo”, rileva Dominik Werner. “Ma, a corto termine, continuiamo a ritenere che la Cina non entri in linea di conto.
Una valutazione, quella di Swiss, piuttosto inusuale a proposito dell’immenso e dinamico mercato cinese.
Statuto privilegiato
Giovedì, le autorità cinesi hanno infine concesso alla Confederazione lo statuto di “destinazione turistica ufficiale” (Approved Destination Status, ADS). Una distinzione che Berna attendeva da tempo e che potrebbe fare felici molti operatori del turismo svizzero.
Lo statuto di ADS che, secondo l’ambasciatore elvetico a Pechino Dominique Dreyer, entrerà in vigore in gennaio, comporterà un ammorbidimento dei regolamenti e delle procedure che dovranno rispettare i turisti cinesi intenzionati a visitare la Svizzera.
Secondo le cifre di Svizzera Turismo, nel 2002 sono stati registrati 120’000 pernottamenti di cittadini cinesi nella Confederazione. Ora, con l’ADS, il numero dovrebbe salire a 300’000 entro il 2006 e ad un milione entro il 2015.
La Germania aveva ottenuto il riconoscimento già in febbraio. Recentemente, Pechino ha concesso il medesimo statuto all’intera Unione europea.
Occhio alle olimpiadi
La Svizzera resta comunque priva di un ponte diretto verso l’Impero di mezzo. Swiss, che al momento continua a perdere circa 2 milioni di franchi al giorno, spera di lasciarsi alle spalle le cifre rosse a partire dal 2005.
Nel 2008 a Pechino si svolgeranno poi i giochi olimpici che, presumibilmente, susciteranno un’ulteriore ondata d’interesse nei confronti del gigante asiatico. Se Swiss vorrà approfittarne, dovrà cercare di posizionarsi sul mercato. Al più presto: la concorrenza, infatti, non dorme di certo.
swissinfo, Erwin Dettling
(traduzione: swissinfo, Marzio Pescia)
Giovedì la Cina ha concesso alla Svizzera lo statuto di “destinazione turistica ufficiale”. Ciò si tradurrà in una facilitazione delle procedure per quei cittadini cinesi che vorranno visitare la Confederazione.
Grandi le speranze dell’industria turistica elvetica: entro il 2015 si spera di attirare un milione di cinesi all’anno.
Swiss, la compagnia aerea nazionale che in primavera aveva stralciato Pechino dalle proprie destinazioni, non sembra tuttavia intenzionata a rivalutare la propria decisione. Almeno al momento.
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