Italia e Svizzera centrale insieme a tavola
Un vino e un piatto di pasta, tipici del canton Svitto, hanno origini italiane.
Sul percorso „profumato“ lungo il Lago di Uri due postazioni denominate “Borgomanero” e “Forestieri” ricordano lo stretto legame fra la Svizzera centrale e la Penisola.
Borgomanero, dal nome della località piemontese, vicino al lago d’Orta, era un vino dal sapore dolciastro e grezzo. Per secoli i commercianti svittesi ne importarono ingenti quantità fino al punto da far diventare il “Borgomanero” il vino di Uri.
Il commercio con il vino piemontese era fiorente e nel 19esimo secolo la casa vinicola Castell/Schuler di Svitto realizzò più profitti con la vendita di vino che tutta l’economia cantonale con l’esportazione di formaggio.
Il vino varca le Alpi
Il “Borgomanero” veniva trasportato attraverso il passo del San Gottardo con bestie da soma, in due barilotti ovali della capienza di 100 litri.
La bevanda alcolica incontrava i favori di tutti i palati: piaceva a ricchi e potenti ma veniva consumata anche nelle osterie. I capi mercenari cercavano infatti di assoldare nuovi uomini per combattere negli eserciti stranieri, offrendo loro lauti pasti e molto “Borgomanero”.
Questo vino ora non esiste più e anche il mercenarismo è sparito dalla realtà elvetica: la sua fine è sancita nella Costituzione svizzera del 1848.
“Forestieri”
A chi non piace l’odore di cipolle abbrustolite, di formaggio fuso e di maccheroni appena scolati? E’ proprio questo il profumo di una delle specialità tradizionali della Svizzera centrale: i cosiddetti “Aelplermagronen”.
Pochi sanno che questo piatto nasce con la costruzione della linea ferroviaria del San Gottardo (1872-1882). In quell’epoca numerosi operai italiani arrivarono in Svizzera per partecipare alla costruzione della galleria, portandosi appresso la pasta.
Alla fine del 19esimo secolo nella Svizzera centrale vennero costruite numerose fabbriche per la produzione di pasta. A differenza della pasta italiana, fatta con grano duro e acqua, quella svizzera contiene spesso anche uova.
Gastronomia italo-svizzera
Così, già oltre un secolo fa, nella regione di transito della Svizzera centrale iniziò a formarsi una cucina autonoma e particolare, ricca di influssi stranieri. Gli “Aelplermagronen” ne sono un riuscito esempio.
La Svizzera centrale di quel tempo era una regione aperta alle novità e alle tradizioni, soprattutto culinarie, dei Paesi vicini. Importava vino, riso, polenta e ben presto iniziò a piantare patate e alberi di castagno.
Una collaborazione transfrontaliera che ha lasciato il segno.
swissinfo, Elena Altenburger, Svitto
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