James Bond e Omega: legati da un doppio filo
Al polso di 007 brilla un Omega, orologio che per James Bond è ben più di un semplice accessorio.
Stephen Urquhart, presidente di Omega, illustra a Eric Othenin-Girard la strategia di una ditta che con i suoi ambasciatori ha invaso il mondo.
Sugli schermi cinematografici svizzeri, questa settimana, non si vede che lui. Un personaggio che da quarant’anni a questa parte – da quando, per intenderci, affrontò il Dr No – non lascia indifferente nessuno. Oggi al polso del miglior agente segreto di Sua Maestà, c’è un Omega.
Stephen Urquhart, lei è presidente di Omega, perché questa collaborazione con James Bond?
Omega vanta una storia molto ricca, un’aura. Ci sono certi aspetti che possiamo far valere, come il nostro dominio della tecnica, la nostra storia, le nostre gamme di prodotti. Ma non basta, bisogna saper rivestire tutto ciò di sogni e d’emozioni. Questo è un primo punto. Il secondo punto sono gli exploits. Abbiamo cronometrato 21 olimpiadi, nostra è l’invenzione del “photo finish”, siamo stati la prima marca di orologi ad andare sulla luna e oggi siamo presenti nell’America’s cup.
Una ricchezza di avvenimenti notevole. Non bastava a posizionarvi sul mercato?
No, perché siamo una marca che si rivolge a diversi tipi di pubblico. La nostra clientela è composta in parti uguali da uomini e da donne. I nostri “bersagli” sono dunque molto numerosi, tanto sul piano geografico che demografico. Per centrarli tutti abbiamo deciso, una decina d’anni fa, di rivolgerci a degli ambasciatori, che nel frattempo sono diventati dei partner. Per far ciò abbiamo scelto dei personaggi conosciuti almeno tanto quanto il nostro marchio.¨
Com’è stato l’incontro con Pierce Brosnan?
Dapprima abbiamo avuto un contatto con la produzione del film. Si trattava di Goldeneye. Dal momento che l’accoglienza era stata buona, abbiamo deciso di sviluppare ulteriormente la collaborazione. In effetti, ci sembrava inutile d’avere semplicemente un orologio al polso del protagonista, inquadrato per dieci secondi in modo da dare tempo al pubblico di leggere la marca.
L’orologio di James Bond è dunque “attivo”?
Sì, è diventato un accessorio utile all’agente segreto. È così che si ottiene della visibilità. E poi non volevamo limitarci a un “centro” ogni quattro anni in corrispondenza con l’uscita di un nuovo film. Volevamo una collaborazione vera con l’attore, un vero partenariato. Così abbiamo incontrato Pierce Brosnan. È un uomo affascinante che in più ama gli orologi e il nostro marchio. Ne possiede numerosi modelli, che aveva comprato prima di cominciare a collaborare con noi. Brosnan non ha nulla dell’uomo freddo ed indifferente. Bisogna andare oltre il personaggio che interpreta sullo schermo. È un uomo che ama la natura, socievole e vicino alla gente. S’interessa a molte cose e non è per niente affetto da sindromi di protagonismo.
Com’è articolata questa collaborazione?
James Bond è un fenomeno che equivale ad Omega per la sua dimensione mondiale. Pierce Brosnan corrisponde al marchio per la sua personalità. È stato dunque possibile superare il livello dell’agente segreto per creare una vera intesa. L’attore è entrato nella grande famiglia Omega, come Cindy Crawford. Per noi questo significa promuovere il film, ma non solo. Pochi giorni fa abbiamo aperto una boutique a Milano e l’abbiamo fatto con Pierce Brosnan. È stato straordinario, la strada era piena di persone. L’attore è stato al gioco, è andato a parlare con la gente, ha tenuto una conferenza stampa e partecipato ad un pranzo di gala. In poche parole è stato il nostro ambasciatore e questo è esattamente ciò che vogliamo.
Qual è l’effetto “James Bond” sulle vendite dei prodotti Omega?
Enorme, e ogni qualvolta esce un nuovo film, c’è un’impennata delle vendite. Non vi fornirò delle cifre, ma vi posso assicurare che in quei momenti il grafico registra una progressione formidabile. Quando lo si guarda si ha l’impressione di vedere le Alpi.
Eric Othenin-Girard, swissinfo
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