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L’auto del futuro nascerà a Zurigo?

Il professore Lino Guzzella nel suo studio all'ETH swissinfo.ch

Al Politecnico federale di Zurigo una squadra di ricercatori e studenti progetta motori e sistemi energetici innovativi e rispettosi dell'ambiente. Nel 2005 ha già visto la luce un veicolo con motore a celle di idrogeno.

A capo di questo gruppo di riflessione c’è il professore Lino Guzzella, una mente che non ha mai smesso di riflettere sull’automobile del futuro. Nostra intervista.

swissinfo: La prima fase del progetto PAC Car è iniziata nel 2002; la seconda è terminata nel 2005 con la realizzazione di un veicolo che ha percorso 5385 km con l’energia sviluppata da un 1 grammo di idrogeno – l’equivalente energetico di 1 litro di benzina. Questo progetto, ha avuto un seguito?

Lino Guzzella: Il progetto è finito. Abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi che avevamo e vinto tutti i record che si potevano vincere. Abbiamo reso pubblici i dati, scritto un libro e su questo veicolo si possono avere tutte le informazioni compresi i dettagli dei disegni. Ma abbiamo deciso di chiudere con questo progetto e ora abbiamo un contratto con il Museo dei Trasporti di Lucerna dove PAC Car verrà esposta.

swissinfo: Quindi nel vostro gruppo non è prevista nessuna nuova ricerca sui motori a celle di idrogeno?

L.G.: La pila combustibile che funziona con l’idrogeno come sistema di propulsione per autoveicoli non ha un grande futuro immediato. Nei prossimi 10-20 anni non prevedo un grande impatto sul mercato dei veicoli. Noi facciamo ancora dei progetti di ricerca su questi argomenti ma non con un obiettivo di immediata applicazione.

swissinfo: Perché questa decisione?

L.G.: Il problema con le pile a combustibile basate sull’idrogeno è che l’idrogeno deve essere prodotto. Non è una sostanza che si trova in natura e la sua produzione consuma molta energia e costa tanti soldi che alla fine non vale la pena seguire quella via.

swissinfo: Ma allora a che cosa è servita quella ricerca e perché l’avete fatta?

L.G.: Il grande successo del progetto sono gli studenti; una ventina vi ha lavorato intensamente e un centinaio un po’ più a distanza. Questi studenti ora lavorano per l’industria e possono applicare queste idee nella realtà.

Il progetto PAC Car non ha mai avuto come obiettivo di realizzare un vero e proprio veicolo stradale, ma è sempre stato un “progetto faro”, che voleva stimolare la gente e anche ispirarla.

swissinfo: Allora in che direzione vanno attualmente le vostre ricerche?

L.G.: Il mio laboratorio adesso ha suppergiù 40 persone tra dottorandi, tecnici etc., di questi solo 3-4 persone hanno partecipato al progetto PAC Car. Tutto il resto del mio team lavora su progetti in collaborazione con l’industria automobilistica. Progetti di cui non posso dire troppo perché sono sponsorizzati.

swissinfo: Può dirci almeno a grande linee su cosa state lavorando?

Punto 1: i motori diesel devono diventare puliti. I motori diesel hanno un vantaggio dal punto di vista dei consumi però hanno uno svantaggio dal punto di vista dell’inquinamento dell’ambiente. Noi stiamo lavorando perché i motori diesel raggiungano lo stesso livello d’inquinamento di un motore a benzina – che oggi si può realizzare praticamente come zero inquinante.

Punto 2: sono i veicoli ibridi. Aiutiamo i motori a benzina a raggiungere i consumi di un motore diesel, utilizzandoli insieme a motori elettrici, a batteria e altro. Qui i controlli, gli algoritmi, l’ottimizzazione è molto importante.

Punto 3°: è rendere i nostri veicoli molto più leggeri. Ma questo progetto non ha una realizzazione immediata perché per ridurre il peso dei veicoli bisogna rinunciare a un certo livello di sicurezza.

swissinfo: Ci può spiegare meglio questo punto?

L.G.: Se riduciamo il peso di un veicolo a 6-800 kg, questo non ha la stessa resistenza a un impatto. Ma anche un aeroplano non garantisce questa sicurezza perché è molto leggero e se cade non ci si salva. Però l’aereoplano non cade perché è in un sistema di sicurezza attivo, viene cioé guidato da dei sistemi elettronici. L’aereoplano è sicuro attivamente e non passivamente. Le nostre macchine sono sicure passivamente e meno attivamente.

swissinfo: Intende dire che anche un’automobile dovrebbe muoversi in un sistema di sicurezza attivo?

L.G.: La visione per le macchine è la stessa. Le macchine cominciano a comunicare fra di esse, comunicano con la gente che è sulla strada, comunicano con i mezzi pubblici; sono sempre in controllo di navigazione con tutti i sistemi che regolano il traffico, in modo che gli incidenti non possano più succedere.

swissinfo: Quello che ci prospetta è uno scenario da fantascienza…

L.G.: Questa idea non è qualcosa che avverrà nei prossimi 20 anni, perchè ha bisogno di cambiamenti radicali. Mentre i progetti sui diesel e gli ibridi sono evoluzionari.
Nei prossimi 10-15 anni le macchine non cambieranno radicalmente ma fra 20-30 anni, chissà cosa succede. E un’università ha l’obbligo di pensare anche un po’ più avanti dei prossimi 5-10 anni.

swissinfo: Quindi gli obiettivi a breve scadenza si orientano alla realizzazione di una vettura con un ridotto consumo di carburante.

L.G.: Nei prossimi 10 anni il consumo medio diminuirà dai 7,6 litri di oggi, attorno ai 6 litri. Se vogliamo andare oltre – e io credo che si debba scendere a un consumo di 2 litri -, sono necessari cambiamenti radicali.

Oggi nel mondo ci sono circa 800 milioni di automobili. Se fra 30-50 anni la popolazione mondiale rivendica lo stesso diritto alla mobilità che ha uno svizzero – che è una macchina ogni 2 persone – ci saranno tra i 3 e i 5 miliardi di macchine. In quel momento avremo bisogno di cambiare molto. Credo che questo sia uno dei problemi fondamentali da affrontare: come cambiare la mentalità della gente.

swissinfo: Dovremmo imparare a limitare le nostre pretese e abbassare la nostra qualità di vita?

L.G.: Possiamo avere una stessa qualità di vita con un consumo di energia sostanzialmente inferiore. Pensiamo alle case “minergie”, che consumamo 10 volte meno, pensiamo a delle macchine che consumano 3 litri invece che 15 per 100 km, pensiamo a dei sistemi elettrici, a dei frigoriferi che sono di classe A invece che di classe D.

Possiamo fare tanto, dobbiamo solo farlo. Non è che sia impossibile, ma dobbiamo cominciare oggi, prima che sia troppo tardi.

swissinfo, Paola Beltrame, Zurigo

Nei prossimi 15 anni le automobili funzioneranno ancora con motori a combustione che usano carburanti fossili. I motori diesel saranno più puliti e i consumi di quelli a benzina ottimizzati dall’utilizzo di motori elettrici e a batteria.

Aumenterà l’uso dei carburanti non fossili, come il biodiesel e il bioetanolo, ma le sostituzioni non supereranno il 10% perché il loro potenziale è molto limitato.

L’automobile del futuro sarà piccola e aereodinamica, molto leggera (6-800 kg), non consumerà più di 2 litri di benzina e sarà guidata da sofisticati sistemi di navigazione.

Lino Guzzella è professore ordinario presso il Dipartimento di Ingegneria meccanica del Politecnico di Zurigo (ETH) dove si occupa della modellazione e ottimizzazione di sistemi energetici e meccanici.

Le sue ricerche si orientano alla realizzazione di sistemi per diminuire le emissioni dei motori e più in generale i consumi di energia. Oltre che con l’industria, collabora con i Dipartimenti dell’Ambiente e dei Trasporti.

Guzzella è stato responsabile del progetto PAC Car che nel 2005 ha realizzato un veicolo con motore a celle di idrogeno che ha poco a che vedere con l’automobile convenzionale. Pesa solo 30 kg, ha una forma estremamente aerodinamica e si guida con un joystick su un computer di bordo.

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