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L’economia deve divenire ancora più internazionale

Anche l'apertura del mercato dell'elettricità rientra nella politica economica estera della Svizzera Ex-press

Per rimanere concorrenziale, la Svizzera deve proseguire nello sforzo di apertura internazionale dei propri settori economici. Lo si afferma nel rapporto sulla politica economica estera del governo.

Anche lo scorso anno, i negoziati del ciclo di Doha e l’ampliamento dei rapporti con l’Unione europea sono stati prioritari.

Il Consiglio federale ha approvato mercoledì il rapporto sulla politica economica estera 2007, improntata ai principi di base della strategia formulata nel 2004.

L’attività è stata soprattutto caratterizzata dai colloqui nell’ambito del ciclo di Doha, dove la Svizzera ha profuso notevoli sforzi a più livelli per far progredire i negoziati.

Anche se l’anno in rassegna non è stato coronato da un pieno successo – afferma il rapporto – l’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e la sua normativa rimangono determinanti nelle relazioni della Svizzera con molti Stati. Le norme dell’OMC costituiscono oltretutto la base di altri accordi economici, in particolare degli accordi di libero scambio.

Relazioni con l’Unione europea

In questo settore, l’attuazione degli accordi bilaterali e la loro estensione ai due nuovi stati membri dell’Unione europea (UE), Bulgaria e Romania, hanno occupato un posto preminente.

I preparativi per il contributo svizzero alla riduzione delle disparità economiche e sociali nei paesi entrati nell’UE nel 2004 (il cosiddetto “miliardo di coesione”) sono stati portati a termine con successo. Ora sarà possibile accogliere i primi progetti nei dieci stati coinvolti.

Con la Commissione europea sono stati presi in esame altri possibili settori di collaborazione, in particolare la sanità pubblica e il libero scambio nel campo dell’agricoltura e delle derrate alimentari.

Successivamente – ricorda il rapporto – si sono svolti i primi negoziati sul mercato dell’elettricità e sulle formalità doganali (regola delle 24 ore).

A livello mondiale

A livello mondiale si continuano a concludere accordi di libero scambio. Secondo il rapporto, la Svizzera cerca principalmente di non discriminare importanti mercati esteri. Nell’anno in rassegna è entrato in vigore l’accordo con l’Egitto e sono state concluse le trattative per un accordo con il Canada.

È inoltre stato dato il via a trattative bilaterali con il Giappone, terzo partner commerciale del nostro Paese, trattative che dovrebbero concludersi già nel corso del 2008. Anche nel quadro dell’Associazione europea di libero scambio (AELS) sono stati avviati – o saranno avviati a breve, ad esempio con l’India – negoziati con altri Paesi (Consiglio di cooperazione del Golfo, Colombia, Perù).

Ulteriori importanti attività per la politica settoriale sono state la consultazione in merito alla revisione parziale della legge federale sugli ostacoli tecnici al commercio (LOTC) in vista dell’introduzione del principio Cassis de Dijon in Svizzera, e la verifica a 360 gradi delle prescrizioni sui prodotti svizzere in merito alle divergenze dal diritto europeo.

Fra le attività del 2007 in materia di politica economica esterna rientrano anche l’approvazione da parte del Parlamento di cinque accordi di protezione degli investimenti e la conclusione di accordi bilaterali con la Cina e l’India per l’intensificazione della collaborazione nel settore della proprietà intellettuale.

Sguardo al futuro

Il capitolo introduttivo del rapporto è dedicato all’apertura internazionale e alla competitività. In particolare, quale conclusione, viene specificato che la Svizzera deve proseguire nello sforzo di apertura internazionale dei propri settori economici.

Il rapporto fa posto anche a brevi considerazioni sull’anno a venire. Grazie ai vantaggi presentati dal commercio internazionale il nostro Paese può rendere più produttivo il suo sistema economico aumentando la propria competitività per il benessere di cittadini e imprese. Affinché anche in futuro la Svizzera possa essere annoverata fra le nazioni più competitive – sottolinea il rapporto – devono essere costantemente attuate le riforme necessarie.

swissinfo e agenzie

Con l’adesione di Bulgaria e Romania, il mercato interno dell’Unione europea si è rafforzato ulteriormente e ora conta 490 milioni di cittadini e consumatori.

Oltre i due terzi delle esportazioni svizzere (pari a 110 miliardi di franchi) sono diretti verso l’Ue e quattro quinti delle importazioni elvetiche (135 miliardi) provengono dall’Ue.

In oltre un decennio (1993-2005), gli scambi commerciali tra Svizzera e UE sono cresciuti stabilmente del 5% all’anno.

L’UE è inoltre il primo partner della Svizzera in materia d’investimenti diretti: oltre la metà del capitale investito in Svizzera proviene dall’UE (125 miliardi), mentre più del 40% degli investimenti diretti svizzeri all’estero è destinato all’UE (200 miliardi). Le imprese svizzere danno lavoro a circa 850’000 persone nell’Unione.

Gli scambi commerciali interessano anche i lavoratori: circa 390’000 Svizzeri vivono e lavorano attualmente nell’UE. I cittadini europei domiciliati nella Confederazione sono invece 890’000. Oltre a questi vanno aggiunti 180’000 lavoratori frontalieri.

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