L’impennata del petrolio congela l’economia
Gli effetti del prezzo record del greggio raggiunto a New York si sentiranno anche in Svizzera. Soprattutto in estate, periodo di forte consumo energetico.
Se il prezzo dell’oro nero non dovesse ridiscendere, gli analisti prevedono ripercussioni sulla crescita economica del Paese.
Il petrolio ha superato giovedì a New York il record storico di 60 dollari al barile per le consegne ad agosto.
L’ultimo aumento delle quote di produzione (a 28 milioni di barili al giorno) annunciato la settimana scorsa dall’OPEP (l’organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio) non ha quindi prodotto il raffreddamento dei prezzi sperato.
Crescerà il prezzo dei carburanti
Con l’avvicinarsi delle vacanze estive – periodo in cui il bisogno di cherosene e di benzina aumenta – i consumatori svizzeri avranno modo di rendersi conto del livello record dei prezzi.
Dopo che alcune compagnie petrolifere hanno proposto recentemente un aumento del prezzo della benzina, ci si aspetta ora un’ulteriore imminente modifica dei prezzi, come conferma il direttore dell’Unione petrolifera (UP).
«Nell’attuale situazione del mercato, occorre attendersi un ulteriore aumento del costo della benzina e del gasolio», dice Rolf Hartl.
Fatture salate per riempire le cisterne
I cittadini elvetici si ritroveranno con una salata fattura salata tra le mani in particolare dopo aver riempito le cisterne di casa: anche l’olio da riscaldamento è infatti destinato a diventare più caro.
«Il livello di riempimento dei serbatoi in Svizzera è al 30,9% e rappresenta un minimo storico», riferisce Hartl.
Nel 2002, quando è iniziato il movimento al rialzo dei costi, il livello di riempimento era del 45,5%.
Mancano i prodotti finiti
Secondo il portavoce dell’UP, i prezzi dei prodotti petroliferi subiscono una doppia pressione.
«Da una parte, i prezzi del greggio aumentano e dall’altra le capacità di raffinamento sono insufficienti, ciò che fa crescere i prezzi dei prodotti finiti», spiega a swissinfo Philippe Cordonier.
Si tratta di un problema a livello mondiale – prosegue Cordonier- e la Svizzera (che possiede due raffinerie) non può che subirne le conseguenze.
Ripercussioni sull’economia
Sebbene al momento sia ancora difficile cifrare l’effetto dell’aumento dei prezzi del petrolio sull’economia, le previsioni congiunturali dovranno essere riviste verso il basso.
«L’aumento del greggio ha conseguenze per l’economia mondiale e anche per quella elvetica», indica Valérie Lemaigre, analista presso la banca privata ginevrina Odier Darier Hentsch & Cie.
Uno studio sull’influenza del costo dell’oro nero sulla economia svizzera redatto dall’istituto ginevrino lo evidenzia chiaramente: se il livello del prezzo del petrolio torna a circa 40 dollari ci si deve aspettare una crescita dell’1,2% nel 2006. Se invece il costo rimane tra i 50 e 60 dollari, c’è il rischio di un tasso di espansione al di sotto dell’1%.
Délia Nilles, vice direttrice del Centro di ricerche economiche applicate all’Università di Losanna, aggiunge che il rincaro si tradurrà con un aumento dei prezzi all’importazione e con un rallentamento delle esportazioni.
swissinfo e agenzie
In Svizzera ci sono due raffinerie: una si trova a Collombey, nel canton Vallese, e l’altra a Cressier (Neuchâtel).
I due stabilimenti coprono un terzo del fabbisogno domestico, mentre il resto è acquistato sotto forma di prodotti finiti.
Queste raffinerie esistono da una quarantina di anni e, secondo il portavoce dell’Unione petrolifera Philippe Cordonier, non si è mai previsto di costruirne una terza.
L’industria petrolifera mondiale è fortemente cresciuta nel 2004.
La produzione di greggio ha registrato un incremento del 3,3%.
La capacità delle raffinerie è aumentata dello 0,4%.
Il consumo di petrolio è cresciuto del 3,2%.
Una delle principali spiegazioni è l’espansione economica osservata in particolare Asia.
I più grandi consumatori di petrolio nel mondo sono gli Stati Uniti, la Cina e il Giappone.
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