L’OCSE invita la Svizzera ad accelerare le riforme
L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ha nuovamente criticato la lentezza elvetica nella realizzazione di riforme strutturali.
Per mantenere un alto livello di vita, la Svizzera deve diventare più competitiva e rafforzare la sua crescita economica.
Nel suo ultimo rapporto sulla situazione economica in Svizzera, pubblicato venerdì, l’OCSE afferma che la “magra crescita della produttività” rappresenta un motivo di preoccupazione.
La forte contrazione economica, in corso dal 2001, ha messo in evidenza la necessità di attuare rapidamente delle riforme strutturali.
In modo particolare, la Svizzera deve concretizzare la prevista revisione della legge sui cartelli, in modo da potenziare la concorrenza sui mercati.
La mancanza di competitività viene considerata tra le ragioni principali dell’alto livello dei prezzi sul territorio elvetico.
Approccio più ambizioso
Secondo l’organizzazione, che ha sede a Parigi, la Confederazione deve assumere un approccio più ambizioso per rilanciare la sua economia.
Le riforme dovrebbero portare ad una rapida liberalizzazione di diversi mercati, a cominciare da quelli dell’elettricità, del gas, delle telecomunicazioni e dei servizi postali.
Inoltre potrebbero far registrare un aumento dell’8% del Prodotto interno lordo nel giro di 10 anni.
“La Svizzera rimane un paese ricco, con un tasso di disoccupazione relativamente basso e prezzi stabili”, afferma Claude Giorno, capo del “desk Switzerland” al segretariato dell’OCSE di Parigi, presentando la sua radiografia sulla situazione economica elvetica.
“Tuttavia”, prosegue Giorno, “i risultati deludenti in termini di produttività sono preoccupanti”.
La Svizzera dovrebbe inoltre aprirsi alla concorrenza straniera in settori finora ancora molto chiusi, come quello dei servizi sanitari.
Il rapporto mette il dito anche quest’anno sulla politica agricola: l’intervento dello Stato impedisce al mercato di svilupparsi e porta a prezzi dei generi alimentari nettamente superiori a quelli degli altri Paesi.
Manodopera più anziana
Nel suo rapporto, l’organizzazione si sofferma anche sul problema dello sviluppo demografico.
Per rafforzare la competitività sul mercato del lavoro e salvaguardare il suo sistema previdenziale, la Svizzera dovrebbe introdurre delle misure per mantenere più a lungo attive le persone anziane.
L’OCSE ritiene che i fondi dell’assicurazione statale per la vecchiaia e i superstiti (AVS) non siano garantiti oltre il 2015.
Prima di intervenire in questo settore, la Confederazione deve tuttavia accordare la priorità, almeno a corto termine, al rilancio economico e alla lotta contro il rischio di una deflazione.
A tale scopo, sempre secondo l’OCSE, è innanzitutto necessario evitare un inasprimento della fiscalità.
Da parte sua, la Banca nazionale deve mantenere una politica fiscale non restrittiva e tenersi pronta ad intervenire per sventare la minaccia di una deflazione.
La Svizzera terrà conto delle critiche
Berna condivide l’analisi fatta dagli esperti dell’OCSE. “Siamo d’accordo soprattutto sulla questione della debole crescita economica”, dice a swissinfo Aymo Brunetti, capo economista al Segretariato di stato dell’economia (seco).
Secondo Brunetti la “magra crescita della produttività” è il problema principale della politica economica svizzera. “In questo senso è vero che non c’è abbastanza concorrenza interna”, sottolinea l’economista del Seco.
Il governo elvetico presenterà fra poco il piano economico per i prossimi quattro anni. “Molti dei temi toccati dal rapporto dell’OCSE verranno integrati nei piani di riforme del governo”, spiega Brunetti.
In Svizzera, tuttavia, il governo non è il solo a prendere delle decisioni. Anche i cittadini hanno il diritto di esprimersi. Questo prolunga il processo decisionale.
Nel 1992 gli elettori svizzeri hanno respinto l’adesione allo Spazio economico europeo (SEE). Se avessero votato sì, la situazione economica attuale sarebbe diversa?
Aymo Brunetti ritiene di sì. “Le riforme interne sarebbero state attuate con più rapidità. Metterle in atto autonomamente è più difficile”, sottolinea Brunetti. “D’altronde il governo ha sempre detto che l’adesione al SEE in termini economici sarebbe stata vantaggiosa per la Svizzera”.
swissinfo
1,5% l’aumento del Prodotto interno lordo previsto per il 2004 dal Segretariato di Stato dell’economia.
Le esportazioni dovrebbero crescere del 3,2%.
L’inflazione dovrebbe mantenersi sullo 0,6%.
Il tasso di disoccupazione dovrebbe situarsi al di sotto del 4%.
Creata nel 1961, l’OCSE riunisce attualmente 30 paesi industrializzati (23 paesi europei, Stati uniti, Canadà, Messico, Australia, Nuova Zelanda, Giappone e Corea del sud).
Oltre a promuovere la cooperazione e lo sviluppo economico tra i suoi membri, l’organizzazione elabora ogni anno numerosi studi in ambito sociale, scientifico, economico e ambientale.
Il rapporto annuale sulla situazione economica in Svizzera mette l’accento sulla necessità di rafforzare la crescita economica elvetica.
A tale scopo, la Confederazione è invitata ad accelerare alcune riforme strutturali, tra cui la revisione della legge sui cartelli e la liberalizzazione di importanti mercati (elettricità, telecomunicazioni, servizi postali).
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