L’OCSE non ancora soddisfatta dell’economia svizzera
Nonostante la solida crescita economica registrata in Svizzera dal 2004, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) insiste sulla necessità di accelerare le riforme.
A detta dell’OCSE, l’espansione dell’economia elvetica rimane rallentata dalla debole concorrenza sul mercato interno e da un livello di produttività troppo modesto.
Da tre anni l’economia svizzera sta registrando tassi di crescita che superano nettamente la media dell’ultimo ventennio. Nel 2005 il Prodotto interno lordo (Pil) è aumentato dell’1,9%. L’anno scorso l’espansione dell’economia ha raggiunto il 3%. E le previsioni si situano quasi a questi livelli anche per il 2007.
Questa evoluzione non ha lasciato indifferenti gli specialisti dell’OCSE. Nel suo ultimo rapporto, pubblicato martedì, l’organizzazione che ha sede a Parigi afferma infatti che gli anni di crescita debole appartengono ormai al passato per la Svizzera.
Tuttavia, secondo l’OCSE, varie riforme sono ancora necessarie per trasformare la buona congiuntura attuale in una duratura ripresa economica.
Ritmo ancora troppo lento
A detta degli esperti internazionali, alcune forze trainanti dell’attuale ripresa potrebbero avere soltanto un effetto passeggero. Ad esempio la debolezza del franco svizzero, di cui approfitta attualmente l’industria di esportazione, e il forte aumento dell’attività dei mercati dei capitali globali, che favorisce il settore finanziario elvetico. Questi due fattori di crescita potrebbero volgere al termine nei prossimi anni.
Nei settori non inseriti nel commercio internazionale e quindi non esposti ad una concorrenza molto forte, la produttività resta ancora ad un livello piuttosto medio. Inoltre, i prezzi sono tuttora troppo alti in confronto a quelli di altri paesi con reddito analogo.
L’OCSE riconosce al governo svizzero di aver preso una serie di misure utili per eliminare degli ostacoli alla concorrenza sui mercati delle merci. Benché alcune di queste misure siano già in vigore e altre in attesa sui banchi del parlamento, il ritmo delle riforme rimane più lento di quello di altri paesi industrializzati.
Sostenibilità delle finanze pubbliche
Per consolidare la crescita potenziale occorre improntare le finanze pubbliche alla sostenibilità nel medio e nel lungo termine.
Il saldo del bilancio pubblico registra ora un’eccedenza, rilevano gli esperti dell’OCSE. Una riforma delle assicurazioni sociali s’impone tuttavia per frenare nei prossimi anni l’aumento tendenziale delle spese sociali obbligatorie.
A questo scopo bisogna creare altri incentivi, affinché i beneficiari di rendite d’invalidità possano ritornare progressivamente nel mondo del lavoro. Il finanziamento ospedaliero da parte degli assicuratori e dei cantoni rimane un problema e il sistema di rendite deve essere adeguato all’invecchiamento demografico.
Nel settore agricolo occorre eliminare le rimanenti misure di sostegno a favore della produzione, come pure gli ostacoli a un adeguamento strutturale che derivano dal diritto fondiario.
Integrazione nel mercato del lavoro degli immigrati
In un capitolo speciale l’OCSE valuta la politica svizzera in materia di migrazione, che dovrebbe contribuire a favorire la crescita economica nei prossimi decenni, in ragione dell’invecchiamento della popolazione svizzera.
A detta dell’organizzazione, gli immigrati sono complessivamente ben integrati nel mondo del lavoro, ma rimangono tuttora sfavoriti per quanto concerne il livello salariale e il tasso di occupazione.
I lavoratori stranieri devono quindi essere aiutati nei loro sforzi per migliorare la posizione sul mercato del lavoro e per ottenere ampie qualifiche professionali.
Una maggiore considerazione dovrebbe inoltre essere accordata alle qualifiche professionali che gli immigrati hanno ottenuto nei loro paesi d’origine. Sarebbe poi auspicabile una maggiore incentivazione affinché gli stranieri imparino la lingua della regione in cui abitano.
swissinfo e agenzie
L’OCSE è l’organismo che nel 1961 ha rimpiazzato l’Organizzazione europea di cooperazione economica, creato all’indomani della Seconda guerra mondiale per amministrare l’aiuto per la ricostruzione europea fornito dagli Stati Uniti e dal Canada nel quadro del Piano Marshall.
Ne fanno parte 30 paesi, tra cui la Svizzera. Da quando ha sostituito l’OECE, l’organizzazione ha per missione di rafforzare l’economia degli Stati membri, di promuovere l’economia di mercato e di contribuire alla crescita dei paesi industrializzati e in via di sviluppo.
Una delle attività principali dell’OCSE è di effettuare ricerche su tematiche economiche, sociali o ambientali, spesso centrate su singoli paesi.
SECO (Segreteria di Stato dell’economia)
2007: +2,3%
2008: +1,9%
KOF
2007: +2,8%
2008: +1,9%
BAK (Basel Economics)
2007: +2,7%
2008: +2,3%
UBS
2007: +2,6%
2008: +2,3%
Banca nazionale svizzera
2007: +2,5%
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