L’orologeria sorvola la crisi
Le esportazioni orologiere svizzere sono calate l’anno scorso del 4,4 %. Ma il 2003 non è stato poi così difficile come previsto.
Rispetto al 2002, la diminuzione delle esportazioni d’orologi è stata pari a 462,9 milioni di franchi su un volume complessivo di oltre 10 miliardi.
La Federazione dell’industria orologiera svizzera (FH) è certa: il 2004 sarà l’anno del ritorno ad una crescita moderata delle esportazioni d’orologi Swiss Made in tutto il mondo.
La ripresa economica negli Stati Uniti dovrebbe allargarsi anche all’Asia, creando così le condizioni favorevoli per i prodotti dell’industria orologiera elvetica.
In Europa bisognerà invece aspettare più a lungo per arrivare alla stessa tendenza positiva.
Calo inferiore al previsto
La guerra in Irak, l’epidemia della Sars e la congiuntura depressa in Europa non hanno favorito le vendite lo scorso anno.
All’inizio del 2003 ci s’aspettava però molto peggio. L’orologeria svizzera ha finalmente limitato le perdite, chiudendo l’anno con un risultato leggermente superiore a quello registrato nel 2000.
“Nel settore, in questo momento, penso ci sia un gran sollievo”, indica a swissinfo James Amoroso, analista in prodotti di lusso alla banca Pictet.
Cifre che, secondo James Amoroso non dovrebbero essere troppo deludenti, a parte quelli delle grandi marche, come Richemont ed eventualmente Patek Philippe e Rolex che, contrariamente agli anni passati, sono state anch’esse coinvolte nel calo delle vendite.
L’America degli orologi svizzeri
Per l’esercizio in corso, il direttore della FH Jean-Daniel Pasche si aspetta una ripresa, «che potrebbe fissarsi tra il 2 ed il 4%». Lo scorso mese di dicembre è invece ancora rimasto nelle cifre rosse con una regressione del 4,1%.
In tutto il 2003, i produttori svizzeri hanno smerciato 24,6 milioni d’orologi completi. Ciò rappresenta una contrazione del volume pari all’8,4 %. In franchi, la diminuzione è minore: -4,4 % a 9,291 miliardi.
I tre mercati più importanti per l’industria orologiera elvetica restano gli Stati Uniti, che hanno assorbito il 16,3 % delle esportazioni, seguiti da Hong Kong (13,9 %) e dal Giappone (9,7 %).
Nonostante la debolezza del dollaro, gli americani hanno acquistato l’1,1 % in più rispetto al 2002, per un totale di 1,66 miliardi di franchi. Questo livello è tuttavia inferiore dell’11 % rispetto al 1999.
Le vendite a destinazione di Hong Kong e del Giappone sono invece calate rispettivamente dell’8,2 % a 1,42 miliardi e del 10,5 % a 984 milioni.
L’immenso mercato cinese
La debolezza congiunturale ha pesato sulle esportazioni verso Italia (in calo del 9,6 %), Francia (meno 9 %), e Germania (meno 9,9 %), mentre la Gran Bretagna ne ha invece acquistato il 3,1 % in più rispetto al 2002.
Esportazioni record invece per quanto riguarda la Cina, l’undicesimo mercato per l’industria orologiera elvetica.
La Cina ha, infatti, più che raddoppiate (+ 109 %) le proprie importazioni d’orologi svizzeri per un ammontare che nel 2003 è stato di 197,2 milioni di franchi.
swissinfo e agenzie
24,6 milioni, gli orologi Swiss Made completi esportati nel 2003
16,3, la percentuale delle esportazioni verso gli Stati Uniti, il principale mercato dell’industria orologiera elvetica
109 %, l’aumento delle vendite d’orologi svizzeri registrato in Cina lo scorso anno
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