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L’orologio al tempo della crisi

Keystone

Baselworld 2009, la più grande esposizione orologiera internazionale, ha aperto i battenti giovedì. Secondo François Thiébaud, presidente del comitato degli espositori svizzeri, la situazione attuale obbligherà il settore a ritrovare i valori cardine della tradizione orologiera.

L’esposizione – che durerà fino al 2 aprile – è stata inaugurata dal ministro dell’interno Pascal Couchepin in un periodo di profonda crisi economica dopo cinque anni di crescita record.

Per comprendere meglio le ripercussioni di questo contesto sul settore orologiero, swissinfo ha intervistato François Thiébaud, membro della direzione del gruppo Swatch e presidente degli espositori svizzeri a Baselworld.

swissinfo: La crisi economica concerne il mondo intero. In quale misura ne risente il settore dell’orologeria?

François Thiébaud: Anche l’orologeria soffre a causa della crisi, ma si tratta soprattutto una crisi di fiducia. Le persone non dispongono di liquidità, i crediti bancari sono bloccati e – siccome queste difficoltà sono ampiamente sottolineate dai media – molti clienti decidono di rinviare il momento dell’acquisto.

Il gruppo Swatch, del quale faccio parte, possiede numerosi negozi in tutto il mondo. Abbiamo quindi potuto constatare che i consumi non si sono fermati, anche se vi è purtroppo stato un aumento della disoccupazione. In ogni caso, vi sono dei segnali di ripresa in vista del G20 di Londra: spero che il motore della crescita possa ripartire abbastanza rapidamente.

swissinfo: Lei è fiducioso per il futuro. Ci sarà dunque un dopo-crisi?

F.T.: Stiamo vivendo la maggiore crisi mondiale dopo quella degli anni Trenta, e ciò significa che cambieranno anche le mentalità. Ritorneremo quindi al vero valore dei prodotti, da un lato valorizzando la tradizione e il lavoro degli artigiani, dall’altro abbandonando le stravaganze di questi ultimi anni, specialmente per quanto concerne i prezzi.

swissinfo: In quali regioni del mondo il settore orologiero risente maggiormente della crisi?

F.T.: Soprattutto nel continente americano e in particolare negli Stati Uniti, dove sono state registrate perdite dell’ordine del 20/30 fino al 60%. Inoltre, molte aziende falliscono. In Europa uno dei paesi più colpiti è la Spagna, a causa della crisi nel settore immobiliare.

I paesi arabi si mantengono invece su buoni livelli: nonostante la crisi, gli alberghi sono ben frequentati e le vendite sono paragonabili a quelle degli anni scorsi. In Asia, il paese più toccato è il Giappone; in Cina, invece, per il 2009 è attesa una crescita dell’8%.

swissinfo: Le cifre che vengono spesso citate nel settore orologiero possono indurre in errore, poiché si riferiscono alle esportazioni e non necessariamente alle vendite. Come è la situazione dal punto di vista delle riserve?

F.T.: È vero, le cifre relative alle esportazioni non indicano quanti sono gli orologi realmente venduti. Si tratta di oggetti effettivamente esportati, ma di cui si ignora il percorso preciso: finiscono presso i grossisti, i distributori oppure i negozi? Il consumatore li acquista davvero?

Ritengo che la forte diminuzione delle esportazioni registrata a partire da ottobre 2008 abbia come conseguenza una riduzione delle riserve. Le cifre del mese di marzo mostrano comunque che la tendenza sta cambiando, e già in maggio e giugno dovrebbe manifestarsi una ripresa. Non si tratterà certamente di una situazione entusiasmante, ma credo che il pessimismo dovrebbe cominciare a scemare nel corso dei prossimi mesi.

swissinfo: Baselworld costituisce un buon barometro della situazione nel mercato orologiero. Si nota che il numero di espositori è aumentato – 40 aziende hanno investito in nuovi stand – e che tra i gioiellieri vi sono state poche rinunce. Quale è la sua opinione?

F.T.: Il numero di visitatori e di giornalisti che si recheranno all’esposizione entro il 2 aprile ci fornirà ulteriori indicazioni. L’orologeria è situata nel cuore del segmento del lusso, un ambito particolarmente colpito dalla crisi. Se i media percepiranno a Basilea dei segnali di ripresa, ciò costituirà un evento di fondamentale importanza per tutto il settore.

swissinfo: La crisi nel settore dell’orologeria avrà delle ripercussioni anche in ambito sportivo, in particolare per quanto concerne lo sponsoring?

F.T.: Attualmente le marche che rappresento non hanno previsto alcuna riduzione di budget in questo ambito, anche se il periodo non è ovviamente favorevole per assumere nuovi impegni. In ogni caso, abbiamo sottoscritto dei contratti che dobbiamo rispettare; inoltre, agire diversamente equivarrebbe a lanciare un segnale negativo al pubblico.

Anche se in misura minore, le grande aziende orologiere continuano comunque a guadagnare. Il potenziale di risparmio si situa piuttosto a livello di costi d’acquisto, di spese di viaggio e di rappresentanza. Oggigiorno è più saggio proteggere il know-how dei dipendenti invece di effettuare licenziamenti precipitosi.

swissinfo: Come è la situazione dal punto di vista del mercato grigio [beni venduti al di fuori dei normali canali di distribuzione da società che non sono legate al produttore]?

F.T.: Quando tutto va bene, le importazioni parallele funzionano molto bene a loro volta. Quando invece la situazione peggiora, anche il mercato grigio generalmente ne risente. È comunque vero che certi commercianti al dettaglio cercano di rivendere la merce con sconti importanti: se un determinato mercato vive un periodo di crisi, alcuni distributori possono essere tentati di smerciare le proprie riserve a prezzi stracciati.

Questo fenomeno ha contributo a danneggiare certe marche. Ciononostante, esistono dei contratti di distribuzione che garantiscono l’accompagnamento del prodotto e il servizio dopo-vendita. Uscire dal circuito tradizionale comporta dei rischi, è ciò vale anche per il consumatore.

Fare acquisti al mercato grigio o procurarsi prodotti contraffatti contribuisce inoltre a destabilizzare l’economia. È molto meglio lavorare con persone oneste piuttosto che arricchire dei criminali, degli sfruttatori di minori o degli imprenditori che non rispettano le convenzioni sociali. Bisogna puntare sulla qualità e sul marchio svizzeri!

swissinfo, Olivier Grivat, Basilea
(traduzione e adattamento: Andrea Clementi)

Diminuzione. L’orologeria, terza industria d’esportazione svizzera, ha registrato una forte flessione nei mesi di gennaio e febbraio 2009, dopo aver esportato orologi per 17 miliardi di franchi nel 2008.

Crollo. Negli Stati Uniti (secondo mercato) e in Giappone (quinto), le esportazioni sono diminuite del 47,5% rispettivamente del 13,3%.

Eccezioni. L’Asia e l’Europa hanno registrato cali inferiori al 10%. L’Italia non ha invece fatto segnare diminuzioni.

Licenziamenti. L’industria orologiera svizzera impiegava circa 50’000 persone all’inizio della crisi. Secondo le stime, circa un migliaio di persone avrebbero già perso il posto di lavoro. Marche come Roger Dubuis, Ebel, Girard-Perregaux e Zenith hanno già ridotto i loro effettivi.

Di nazionalità francese, François Thiébaud ha studiato diritto presso l’Università di Besançon ed è membro della direzione generale del gruppo Swatch del 2006.

François Thiébaud è responsabile di Tissot, Mido, Certina e Union Glashütte, di Swatch Group Brasile e del mercato svizzero. Egli è entrato allo Swatch Group nel 1996 in veste di direttore di Tissot. In passato è stato amministratore delegato di Juvenia e direttore di Breitling.

François Thiébaud è membro del Comitato consultivo di Baselworld e presidente del Comitato degli espositori svizzeri.

26 marzo – 2 aprile 2009
Centro fieristico di Basilea

Orari di apertura:
Tutti i giorni dalle ore 9 alle 18 (escluso giovedì 2 aprile: ore 9 – 16)

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