L’UBS in forte crescita davanti al CSG
Nel primo semestre 2004, la prima banca elvetica ha registrato, rispetto al 2003, un aumento degli utili del 60% a 4,4 miliardi di franchi, contro i 3,3 miliardi del Credi Suisse Group (CSG).
Anche se, come per il CSG, il secondo trimestre è stato meno proficuo del primo.
Nel primo semestre del 2004, l’utile netto dell’UBS ha segnato un balzo in avanti del 60,1 per cento a 4,397 miliardi di franchi, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Nel secondo trimestre, l’utile netto è cresciuto , «soltanto» del 28 per cento a 1,974 miliardi di franchi, ciò che corrisponde comunque al secondo miglior risultato della banca dal 2000.
Circostanze eccellenti
L’afflusso netto di fondi si è fissato a 52 miliardi di franchi nei primi sei mesi dell’anno, contro 35,4 miliardi tra gennaio e giugno del 2003, ha reso noto in un comunicato la numero uno delle banche svizzere.
Questi nuovi fondi hanno raggiunto quota 16,9 miliardi tra aprile e giugno (14,7 miliardi un anno prima). Il risultato prima delle imposte e interessi minoritari è cresciuto dell’8,8 per cento a 14,095 miliardi di franchi.
Credit Suisse segue a ruota
Dal canto suo, Credit Suisse Group ha generato nei primi sei mesi dell’anno un utile netto di 3,318 miliardi di franchi, a fronte della perdita di 277 milioni subita nella prima metà del 2003.
E come per UBS, nel secondo trimestre l’utile netto della seconda banca svizzera, di 1,457 miliardi, è risultato inferiore rispetto agli 1,861 miliardi conseguiti nel primo trimestre.
Si tratta tuttavia di un utile superiore alle previsioni degli analisti, che avevano anticipato una cifra di 1,348 miliardi.
L’UBS prevale nell’investment banking
Per alcuni osservatori, come Andy Penman, analista presso la Barclays Stockbrokers di Londra, i risultati pubblicati dalle due grandi banche svizzere costituiscono una parziale sorpresa.
«Soprattutto il rapido aumento dei costi dell’UBS, un problema estraneo al Credit Suisse Group. Che ha pure conseguito migliori risultati anche nel private banking, un settore multo lucrativo», specifica l’analista.
«D’altro canto», aggiunge Penman, «nel settore dell’investment banking abbiamo avuto un’estate piatta, come aveva d’altronde previsto l’UBS. Ciononostante, è proprio in quel settore che l’UBS prevale regolarmente sul CSG».
La prudenza è d’obbligo
Citato nel comunicato di martedì, il CEO dell’UBS, Peter Wuffli, sottolinea che la banca, dopo aver cominciato l’anno a pieno regime, «i mercati hanno ora adottato un ritmo più normale».
Wuffli, per cui il secondo trimestre è comunque stato «positivo», ha approfittato dell’occasione per riaffermare la posizione dell’UBS quale leader mondiale nella gestione patrimoniale.
Per quanto concerne le prospettive per il secondo trimestre, la grande banca fa mostra di prudenza. Le eccellenti circostanze del primo semestre hanno generato guadagni eccezionali, ma un clima del genere «non può durare», avverte l’UBS.
Ma nonostante la prudenza manifestata dai vertici della banca, l’analista della Barclays Stockbrokers ritiene che l’UBS sia più affidabile del CSG.
«Se fossi un investitore, dormirei più tranquillamente con delle azioni UBS, anche se sono un po’ più care dio quelle CSG. Perché per il Credit Suisse», conclude Andy Penman, «bisogna sperare che riesca a concludere quanto prima la sua ristrutturazione. E questo è un compito oltremodo difficile per la banca».
swissinfo e agenzie
Utili secondo trimestre 2004 UBS: 1,974 miliardi di franchi (19% meno del 1. trimestre)
Utili secondo trimestre 2004 CSG: 1,460 miliardi di franchi (22% meno del 1. trimestre)
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