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L’ultimo dinosauro dell’economia esce di scena

Il più influente banchiere svizzero esce di scena Keystone

Con le dimissioni di Rainer Gut dalla presidenza del consiglio di amministrazione della Nestlé si chiude praticamente un’era per l’economia svizzera.

Il grande banchiere era considerato il capostipite di una generazione di manager che si sono spartiti il potere economico negli ultimi 30 anni.

Il 72enne Rainer E. Gut lascia in aprile il suo ultimo importante mandato economico: si vede costretto, per motivi di età, a cedere la sua comoda e tranquilla poltrona a Vevey, nel consiglio di amministrazione della Nestlé.

Esce così di scena il più influente banchiere svizzero, l’unico che si era fatto un solido nome anche a Wall Street.

E se ne va il più potente dei manager che hanno guidato la Svizzera negli ultimi tre decenni, con un’intensa e poco trasparente rete di intrecci tra economia e politica.

Lanciato da uno scandalo

Dopo alcune esperienze negli Stati uniti, nel 1973 Rainer E. Gut entra nel Credito Svizzero (CS) a Zurigo, oggi Credit Suisse Group (CSG).

Già dopo pochi anni viene affidato a lui il compito di rimettere in sesto le finanze ed il buon nome della grande banca, scossa dallo scandalo della filiale di Chiasso, il peggior caso di malversazione del settore bancario svizzero del Dopoguerra.

Sotto la sua direzione l’immagine del CS viene presa in mano da professionisti e l’azienda assume un ruolo di protagonista nel settore bancario internazionale.

Championsleague economica

“Rainer E. Gut è stato uno dei più importanti manager che hanno portato le banche e alcune altre aziende svizzere nella Championsleague dell’economia mondiale”, afferma Erik Nolmans, giornalista del mensile economico Bilanz e coautore di un libro dedicato interamente al grande banchiere.

Per alcuni decenni la piazza finanziaria svizzera va a gonfie vele e riesce ad attirare il 30% del patrimonio privato mondiale, depositato oltre frontiera (3’300 miliardi di franchi).

Le banche diventano sempre più uno dei pilastri dell’economia nazionale, accumulano ricchezza e assorbono i posti di lavoro persi nel settore industriale.

Artefice dell’accordo globale

Dopo aver rafforzato il loro potere con diverse fusioni e acquisizioni, i due giganti bancari svizzeri CS e UBS si ritrovano confrontati negli anni ’90 alla complessa vertenza sui fondi ebraici rimasti in giacenza nelle banche svizzere dalla Seconda guerra mondiale.

Mentre alcuni dirigenti politici ed economici sottovalutano le dimensioni delle minacce che giungono dagli Stati uniti e accumulano penose gaffe, Rainer E. Gut comincia a muovere le sue pedine in sottofondo.

“È stato soprattutto lui, che conosceva bene la mentalità e le pratiche americane, il principale artefice dell’accordo globale raggiunto nel 1998”, ricorda Erik Nolmans.

Un accordo che costa ben 1,25 miliardi di dollari alle banche svizzere, ma permette loro di non venire escluse dal fondamentale mercato americano.

Strategie azzardate

Poi, verso la fine degli anni ’90, il ritmo della speculazione finanziaria si accelera, le quotazioni si impennano e le nuove tecnologie creano, in pochi giorni, nuovi miliardari.

Sotto la pressione della logica del rendimento delle azioni, anche gli “old boys” delle grandi banche e assicurazioni svizzere abbandonano la loro tradizionale prudenza e si lanciano in strategie e acquisizioni azzardate.

A prezzi esorbitanti, il CS acquista la compagnia di assicurazoni Winterthur (15 miliardi di franchi) e diverse società di investimenti, come la Donaldson Lufkin & Jenrette (20 miliardi).

Nel 2000, quando è costretto a cedere le redini del CS per raggiunti limiti di età, Rainer Gut lascia dietro di sé una pesante eredità al suo delfino, Lukas Mühlemann.

Amicizie politiche

Nel 2002 e 2003, i più importanti istituti bancari e assicurativi svizzeri, tra cui anche il CS, presentano i peggiori bilanci della loro storia, dovuti alla crisi scatenata dall’11 settembre, ma più ancora alle voragini finanziarie aperte negli anni ’90.

Le teste cadono, tra cui quella di Mühlemann e della vecchia guardia della Zurich, della Rentenanstalt (Swiss Life), della Winterthur.

Piovono le critiche contro l’arroganza dei manager zurighesi, i loro intrecci economici, le loro amicizie politiche all’interno soprattutto del Partito liberale radicale (PLR).

In molti casi, le poltrone nei consigli di amministrazione non sono state distribuite in base alla competenza, ma piuttosto in funzione dei legami personali, delle potenzialità lobbistiche dei nuovi membri.

E a tirare le fila vi è spesso Rainer E. Gut, definito il “capo delle risorse umane svizzere”.

Il caso Swissair

Un fenomeno che affiora in particolare con il drammatico grounding della Swissair, nel 2001, che mette la Svizzera sotto choc.

Alla testa della compagnia aerea si trovano, a quei tempi, un’élite di rappresentanti del PLR, scelti personalmente da Rainer E. Gut, membro del consiglio di amministrazione di Swissair fino al 1995.

È ancora una volta il grande burattinaio dell’economia svizzera a chiamare a raccolta i leader economici e i due ministri del PLR Kaspar Villiger e Pascal Couchepin per mettere a disposizione 4 miliardi di franchi, con i quali dare vita alla nuova compagnia aerea nazionale, Swiss.

I campioni del liberismo non esitano a far intervenire lo Stato per tentare, non da ultimo, di salvare la faccia.

Declino politico ed economico

Ma la crisi della Swissair e dei colossi del settore bancario e assicurativo svizzero lascia il segno su Zurigo e sul PLR.

La piazza finanziaria zurighese perde una parte della sua reputazione e del suo potere economico, a vantaggio di Basilea, mentre la crisi del grande partito storico dell’economia favorisce l’Unione democratica di centro (UDC).

“Il grado di credibilità dei manager si fissa in base al loro successo. La debolezza dei dirigenti economici legati al PLR ha sicuramente fornito armi e munizioni negli ultimi anni all’UDC”, rileva Erik Nolmans.

swissinfo, Armando Mombelli

Nato nel 1932, Rainer E. Gut è cresciuto a Zugo.
Dopo 5 anni di attività bancaria negli Usa, nel 1973 entra nel Credito Svizzero a Zurigo.
Dal 1983 al 2000 è presidente del consiglio di amministrazione del Credito Svizzero.
Dal 1974 al 1995 fa parte anche del consiglio di amministrazione di Swissair.
Dal 2000 al 2005 è presidente del consiglio di amministrazione di Nestlé.

Rainer E. Gut può essere considerato il più influente e potente dirigente aziendale svizzero degli ultimi 30 anni.

In aprile lascia il suo ultimo prestigioso incarico, la presidenza del consiglio d’amministrazione della Nestlé.

Sulla sua figura, talora controversa, è stato scritto un libro: Erik Nolmans, René Lüchinger, “Rainer E. Gut: Bankier der Macht”, Bilanz-Verlag.

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