L’utile della BNS fonde come neve al sole
Nel primo semestre del 2006, l'utile netto della Banca nazionale svizzera (BNS) è sceso del 72,4% rispetto all'anno precedente, attestandosi a 1,96 miliardi di franchi.
Sul risultato dell’istituto centrale elvetico hanno inciso in maniera determinante la debolezza persistente del dollaro e l’aumento dei tassi di interesse.
I primi sei mesi di quest’anno sono da dimenticare per la BNS: rispetto allo stesso periodo del 2005, l’utile è calato di 5 miliardi di franchi a 1,96 miliardi, ha annunciato venerdì la banca centrale.
Il beneficio distribuibile ai cantoni e alla Confederazione è invece stato di 1,51 miliardi (-77,5%). La cifra tiene conto della previsione (444 milioni a fine giugno) che la banca è tenuta a costituire, per legge, per mantenere le riserve monetarie al livello richiesto dalla politica monetaria.
L’esercizio semestrale – sottolinea la BNS – si è chiuso nelle cifre nere grazie all’aumento del prezzo dell’oro (+11,6%).
Distribuzione degli utili
Il risultato pubblicato dalla BNS rischia di avere conseguenze a livello politico. Il tonfo dell’utile sopraggiunge infatti a meno di due mesi dalla votazione popolare sull’iniziativa COSA, che chiede di destinare gli utili della banca al fondo AVS, l’assicurazione per la vecchiaia e i superstiti.
Dall’anno in cui l’iniziativa è stata depositata (2002), la BNS ha ribadito a più riprese che un sì popolare rischia di compromettere la sua indipendenza.
«La capacità di distribuzione a medio termine della BNS ammonta soltanto a un miliardo di franchi all’anno», aveva indicato a fine aprile il suo presidente, Jean-Pierre Roth.
Lanciando la campagna in vista della votazione del 24 settembre, i socialisti affermano al contrario che gli utili della BNS dovrebbero continuare a crescere parallelamente alla progressione del prezzo dell’oro.
Oro cancellato dal dollaro
Dopo i primi sei mesi del 2006, i fatti danno ragione ai dirigenti dell’istituto centrale: gli enormi benefici derivati dall’oro sono stati annullati dalle perdite colossali subite con i cambi monetari (in particolare con il dollaro) e il rialzo dei tassi di interesse (+ 0,25% in marzo).
A fine giugno, le 1300 tonnellate d’oro della BNS valevano 3,25 miliardi di franchi in più rispetto a sei mesi prima. Nel 2005, la crescita semestrale è invece stata di 2,7 miliardi.
La situazione è al contrario nettamente più preoccupante sul fronte delle valute estere: la perdita semestrale è stata di 1,15 miliardi nel 2006, mentre un anno prima la banca ha potuto contare su un guadagno di 4,24 miliardi.
swissinfo e agenzie
L’istituto centrale elvetico è indipendente dal governo, ciò significa che può fissare autonomamente i tassi di interesse.
Il suo obiettivo primario è la stabilità dei prezzi che, sostiene la BNS, costituisce un presupposto fondamentale per la crescita economica e il benessere.
Stabilisce la sua politica monetaria in funzione di una previsione di inflazione a medio termine. Il tasso di riferimento è il Libor a tre mesi (London Interbank Offered Rate).
Su mandato della Confederazione, ha il monopolio per l’emissione di banconote e la messa in circolazione di monete.
I suoi utili sono ripartiti tra i cantoni (due terzi) e la Confederazione (un terzo).
Una convenzione adottata nel 2002 (e valida fino al 2012) fissa ad un massimo di 2,5 miliardi di franchi annui la distribuzione degli utili della BNS a Confederazione e cantoni.
Un dividendo è poi versato agli azionari; l’eventuale eccesso va invece a costituire le riserve per i versamenti futuri.
L’iniziativa COSA, lanciata dai socialisti e dai sindacati, propone di destinare gli utili della BNS all’AVS, all’eccezione di un miliardo di franchi, riservato ai cantoni.
Il popolo si esprimerà sull’iniziativa il 24 settembre.
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