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La Borsa svizzera torna sui livelli del 2002

Dopo il rialzo registrato da inizio anno, la Borsa svizzera nei prossimi mesi dovrebbe rimanere stabile Keystone

Da gennaio lo Swiss Market Index, l'indice guida della Borsa di Zurigo, è salito dell'8,6% superando i 6'200 punti, un valore che non si registrava da tre anni.

A far da traino nelle ultime settimane sono stati soprattutto i colossi dei settori farmaceutico ed alimentare.

Dopo una discesa agli inferi nel marzo del 2003, quando lo Swiss Market Index (SMI) aveva toccato uno dei suoi più bassi livelli storici (3’675 punti), oggi la Borsa svizzera ha ripreso a respirare – al pari delle altre piazze mondiali – e si trova ai livelli più alti da tre anni a questa parte, anche se resta lontana dai 8’412 punti toccati nel 1998.

Nella seconda settimana di giugno, lo SMI ha infatti superato quota 6’250 punti, un valore che non era stato registrato dal giugno del 2002.

Dall’inizio dell’anno, l’indice guida della Borsa di Zurigo, che raggruppa 27 titoli delle principali aziende elvetiche, ha fatto segnare una progressione superiore al 9%.

Tre fattori principali

Secondo Aldo Visani, capo analista della Banca del Gottardo, la crescita degli ultimi mesi è motivata principalmente da tre fattori: «Gli utili aziendali sono stati positivi, malgrado l’economia non sia andata particolarmente bene, i tassi d’interesse sono continuati a scendere, ciò che rende l’investimento in Borsa più interessante, ed il dollaro è risalito, favorendo le esportazioni».

Un’analisi condivisa anche da Thomas Pfyl, responsabile del reparto ricerche della banca Vontobel: «Basti pensare che nel 2002 le ‘large caps’ (le aziende con una grossa capitalizzazione in Borsa, ndr) hanno registrato utili di 17 miliardi di franchi, nel 2003 di 30 miliardi, nel 2004 di 41 miliardi e le previsioni per il 2006 sono di 50 miliardi».

Come spiegare il fossato tra situazione economica non proprio florida e gli utili massicci di queste multinazionali? «La crescita viene soprattutto dai mercati americano e asiatico, in forte espansione, dove le grandi imprese elvetiche sono molto attive – sottolinea Thomas Pfyl – ed inoltre gli effetti delle ristrutturazioni intraprese all’inizio del decennio hanno cominciato ad avere effetto».

Tendenze difensive

Visto il clima economico piuttosto raffreddato, gli investitori si orientano maggiormente verso i titoli difensivi, ossia di quei settori che reagiscono poco alla congiuntura, come ad esempio quelli farmaceutico e alimentare. I titoli ciclici (industrie di base o tecnologiche molto reattive ai cicli economici) sono per contro un po’ meno ambiti.

Una tendenza che – afferma Aldo Visani – è stata particolarmente netta nelle ultime settimane. «Il rialzo degli ultimi tempi è dovuto essenzialmente alla crescita del titolo della Roche e poi, in misura minore, di quelli della Novartis e della Nestlé».

Dall’inizio dell’anno l’azione della società farmaceutica basilese ha guadagnato più del 20%, quello della sua rivale Novartis il 7,5%, mentre la multinazionale con sede a Vevey ha potuto trarre profitto dal rialzo del dollaro e da gennaio il suo titolo è progredito di oltre il 13%.

Nel ramo bancario, l’azione della Julius Bär è progredita del 9,9% da gennaio, quella del Credit Suisse Group del 5,1%, mentre quella dell’UBS del 3,2%. L’aumento medio per le società assicurative è stato del 3,7%, mentre nel settore delle macchine del 14%.

Un futuro prossimo di stabilità

Nei prossimi mesi, Aldo Visani vede «pochi rischi» sulle Borse, poiché gli utili aziendali dovrebbero confermarsi buoni e i tassi di interesse dovrebbero rimanere bassi. In altre parole, se vorranno assicurarsi guadagni redditizi, gli investitori non potranno fare a meno del mercato azionistico.

D’altro canto, «il rallentamento economico c’è – osserva il capo analista della Banca del Gottardo – ciò che crea pochi stimoli per acquistare azioni».

In definitiva, lo Swiss Market Index dovrebbe conoscere nei prossimi mesi una situazione di stabilità, senza fluttuazioni di particolare rilevanza. Secondo le previsioni della banca Vontobel, lo SMI dovrebbe attestarsi entro la fine dell’anno attorno ai 6’500 punti, mentre nel 2006 l’indice dovrebbe salire fino ai 7’500 punti.

A creare qualche sudore freddo è il prezzo del petrolio, che non vuole saperne di scendere e che «pesa come una spada di Damocle sull’economia» – osserva Aldo Visani – in particolare in vista del prossimo inverno.

Ed i recenti sviluppi nell’Unione Europea? «Per le borse contano soprattutto i trend economici, l’immobilismo nella zona euro non dovrebbe invece influire più di quel tanto», conclude Visani.

swissinfo, Daniele Mariani

Le cinque società elvetiche più importanti quotate alla Borsa di Zurigo sono
Novartis, Nestlé, Roche, UBS, Credit Suisse Group.
Massimo storico dello SMI: 8’412 punti (luglio 1998).
Minimo storico dal 1997: 3’191 punti (gennaio 1995).
Giugno 2005: attorno ai 6’200 punti.

Secondo gli analisti, la crescita registrata negli ultimi mesi in Borsa è dovuta principalmente a tre fattori: i buoni utili aziendali, i bassi tassi d’interesse e la ripresa del dollaro.

Le grandi multinazionali elvetiche hanno saputo trarre profitto soprattutto dal buon andamento dei mercati asiatico e americano, ciò che spiega in parte gli ottimi profitti registrati nel 2004 malgrado un clima economico in Europa piuttosto raffreddato.

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