La debolezza del dollaro minaccia l’export svizzero
La divisa statunitense ha toccato il suo livello più basso contro il franco svizzero dal 1996 e contro l'euro dalla sua introduzione.
Un dollaro debole rischia di penalizzare ancor di più le esportazioni, proprio nel momento in cui danno deboli segnali di ripresa.
In caduta libera da diversi mersi, la valutazione sui mercati internazionali dei cambi del dollaro ha toccato il nuovo minimo degli ultimi quattro anni.
All’inizio di questa settimana il corso della valuta americana è sceso sotto la soglia di 1,30 franchi svizzeri, dove si è mantenuto anche martedì nonostante un leggero recupero.
Il deprezzamento del biglietto verde è la conseguenza dei commenti fatti durante il week-end dal segretario del tesoro statunitense John Snow. Ad un incontro delle autorità finanziarie che partecipano al G-8 in Francia, Snow ha dichiarato che Washington non interverrà per sostenere il biglietto verde.
Cattive notizie per gli esportatori europei
Visto l’atteggiamento del governo statunitense, non è troppo sorprendente che lunedì il dollaro abbia raggiunto nei confronti del franco svizzero la quotazione più bassa da sette anni a questa parte. Stessa sorte è toccata all’Euro, sempre più forte rispetto al dollaro.
Una svalutazione prolungata del dollaro colpirebbe duramente l’industria svizzera nel momento in cui gli ordini nel settore meccanico – in testa all’export elvetico – hanno mostrato un aumento dell’8,4% nel primo trimestre, rispetto ad un anno fa.
Nel 2001 le esportazioni svizzere verso gli Stati Uniti ammontavano a 14 miliardi di franchi, il 10% circa del totale del settore export.
Reazione ritardata
Stefan Eitenmüller, responsabile del centro indipendente di previsioni economiche BAK Basel Economics, ritiene che un dollaro debole provocherebbe conseguenze negative per gli esportatori svizzeri a partire dalla fine di quest’anno.
“Se il dollaro continuasse a scendere ne vedremmo senz’altro gli effetti sulla performance dell’export alla fine del 2003 e nel 2004”, dichiara a swissinfo.
Piuttosto che diminuire le esportazioni, Eitenmüller sostiene che la debolezza del dollaro colpirebbe i margini di guadagno degli esportatori, in quanto il prezzo pagato per le loro merci sarebbe ridotto.
“È la direzione opposta a quella cui ci siamo abituati in passato. Allora l’aumento del dollaro faceva lievitare i margini di guadagno degli esportatori. Ora vediamo l’altra faccia della stessa medaglia”.
Tassi d’interesse
Eitenmüller ritiene che un taglio ai tassi d’interesse da parte della Banca Nazionale Svizzera – nel tentativo di diminuire il valore del franco – è improbabile, in quanto i tassi sono già molto bassi.
La debolezza del dollaro ha poco a che vedere con il valore del franco e secondo Eitenmüller è piuttosto da imputare alla riluttanza mostrata dai mercati nel sostenere prodotti americani.
“Una diminuzione dei tassi d’interesse non avrebbe un effetto sostanziale, se i mercati ritengono che il dollaro debba scendere”.
Vicini di casa
Comunque le imprese svizzere hanno molti più interessi nell’Unione Europea, che assorbe qualcosa come il 60% delle esportazioni.
Eitenmüller spera che la debolezza del dollaro possa dare impulso agli affari, o almeno ai margini di guadagno nel commercio con l’Ue.
Come il franco svizzero, anche l’euro è salito infatti nei confronti del dollaro, raggiungendo 1,1616 martedì, tre centesimi in meno del record positivo raggiunto quattro giorni dopo la sua introduzione, il 4 gennaio 1999.
“La Svizzera esporta in percentuale molto più elevata nell’area dell’euro rispetto a quella di denominazione del dollaro,” spiega Eitenmüller.
“Fintanto che l’aumento dell’euro nei confronti del dollaro è più forte dell’apprezzamento del franco svizzero, le perdite nell’area del dollaro sarebbero compensate”.
swissinfo, Isobel Johnson
(traduzione: Raffaella Rossello)
La debolezza del dollaro provoca delle ripercussioni negative sull’export svizzero verso gli Stati Uniti.
Per conservare la parte di mercato, che rappresenta il 10 per cento dell’industria svizzera d’esportazione, i produttori riducono i margini di guadagno.
Molti ripongono le loro aspettative nell’Unione Europea, un mercato che assorbe il 60 % dell’export elvetico.
Questa settimana il dollaro è sceso sotto 1,30 franchi per la prima volta in quattro anni e mezzo.
Aumenta la sua forza l’euro, scambiato martedì a 1,1616 dollari.
Più del 50% dei redditi delle società svizzere proviene dall’export.
Esportazioni verso gli Stati Uniti: 10% del totale.
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